Il Convivio
 
A. IV n. 4
Ottobre - Dicembre 2003

Rosaria Carbone
Amsalu
 
Amsalu:
il tuo nome palesa “Immagine”.
 
Luci di sangue tribale
oscurano tuo padre e suo figlio.
Aspetti tua madre
fra sterili limoni
di passi mai ascoltati.
 
Erri per strade senza dimora.
Maliardi sorrisi ti tendon la mano.
 
Una fievole luce accarezza
le gelide sbarre:
carni straziate da cani randagi,
piaghe solcate dal lento tempo,
abulico boccio reciso.
 
Sanguina il tuo lercio corpo.
Sanguinano i tuoi sette anni.
 
Languisci cagnolino nero
tirato a calci da oppiate menti
di uomini ‘veri’.
 
Una donna ti coglie e t’avvolge
nel suo sterile seno: piccolo uccellino
rattrappito da umane paure.
 
Vuoto il tuo sguardo
aggrappa la croce che tiene.
“Fra due giorni è Natale,
ripulite le piaghe e gli orrori”.
 
Splendi diafano corpo
d’incomprensibile amore.
Vestita di bianco
ti spegni
ad Addis Abeba
fra i pastorelli, il bue e l’asinello.
 
Amsalu:
rosso candore
immagine triturata
della bellezza di Dio
scorgi il Bambinello Gesù.

 Poesia Italiana