Il Convivio

 

 
A. IV n. 4
Ottobre - Dicembre 2003

Enrico Marco Cipollini, Tematiche svolte di letteratura Latina e greca,

(Ed. Ciranna, Roma).

Studioso colto e versatile, critico profondo ed esperto noto in campo letterario nazionale ed internazionale, E.M.Cipollini ha pubblicato testi di letteratura, filosofia, antropologia, psicologia, pedagogia ed altro. Argomenti difficili, i suoi, esposti, però, in uno stile chiaro e intelligibile tanto che immergersi nei suoi libri significa provare un vero “piacere dello spirito”. Chi si accinge a leggere le “Tematiche...”, o meglio a studiarle, si presuppone che abbia già una conoscenza particolareggiata della materia. L’autore, infatti, non riscrive la storia della letteratura, non narra la vita o elenca le opere e commenta il pensiero dei personaggi della sua selezione con la consueta successione cronologica di sempre, ma, in una oculata panoramica sui più noti scrittori latini e greci dell’età classica, scelti con intelligenza, esprime le sue osservazioni e i suoi giudizi e lo fa in modo originale: scopre affinità e divergenze sfuggite ad altri, stimola, provoca, incuriosisce, suscita interesse.

Nella premessa è delineato lo scopo per cui è stato redatto il testo: “Conservare l’identità storica”, “Non rinnegare le radici”, “Si possono ascoltare e declinare le esigenze dello ‘spirito’ di ieri e di oggi, far parlare Nietzsche con un tragico greco, Proust con scrittori e poeti dell’antichità”. Nel suo percorso lo scrittore si cimenta in paralleli e confronti, riscopre l’attualità del pensiero antico, disapprova comportamenti alieni dal vivere secondo giustizia, confessa apertamente la sua simpatia per le persone oneste e generose... Biasima il “corrotto Sallustio”, «legato a doppio filo a Cesare» per opportunismo, il “cattedratico” - nel senso dispregiativo della parola - Quintiliano, ammira il “mitico, grande Omero, il più grande di tutti”, l’integrità morale di Seneca “la cui morte fu testimonianza della vita stessa”, l’animo gentile e bucolico come quello di Virgilio, di Tibullo, la passione e la follia dell’immortale poeta dell’amore Ovidio, la poesia tenera sensuale ed erotica di Saffo (“La poesia non è mai scandalosa” puntualizza), il linguaggio trasparente di Senofonte, l’arte di Platone, lo scetticismo di Luciano, giustifica il “Carpe diem” di Orazio il quale, consapevole dell’ineluttabilità della morte, non vuole perdere le ricchezze conquistate, così pure il “Lhate biosas” epicureo, “vivi e lascia vivere”, rileva la modernità di Lucrezio, poeta-filosofo, il cui pensiero è molto vicino a Nietzsche, Leopardi e Vico, l’uomo di Esiodo - dalla mentalità moderna - che vuole vivere «una vita degna dell’uomo stesso», l’accostamento di Catullo - principe dell’elegia amorosa come Cicerone dell’oratoria, con Nietzsche e Virgilio... Ritorna spesso su argomenti già trattati, per approfondire, intessere riferimenti, evidenziare notizie importanti. È con ferma convinzione che dichiara: «Io, personalmente, preferisco il grido di libertà di Catone, l’onestà dell’Uticense al cinismo cesareo». Sebbene la sua stima sincera per gli scrittori latini, non sa esimersi dal riconoscere che i Greci sono stati loro maestri, “qualcosa in più”, basta ricordare la famosa massima di Orazio: «Graecia capta ferum victorem cepit». E. M. Cipollini è un critico mordace, quando è necessario, ma anche un uomo tenero, di una squisita sensibilità, se si lascia “prendere”, commuovere, dai nobili sentimenti dell’amore e dalla pace bucolica della natura meravigliosa che albergano negli spiriti eletti che s’incontrano sia tra i Latini che tra i Greci. Non si può, in poche righe dire tutto quanto si vorrebbe del pregevole volume: consiglio di leggerlo.

Antonia Izzi Rufo