Il Convivio
 
A. IV n. 4
Ottobre - Dicembre 2003

Maggy De Coster

Maggy De Coster: l’isola nel cuore

di Vincenzo Campobasso

Sebbene contraddistinti con titoli diversi, le poesie di Maggy De Coster formano, in questa sua silloge, un corpo unico, un vero poemetto. Uno, infatti, l’inno, una l’invocazione, uno il pianto, una la speranza. L’isola, che solo al quattordicesimo brano, con un semplice acrostico, rivelerà essere Haiti, è, per Maggy, una sorta di apatica, una mamma indolente che si è lasciata snaturare. Da cui l’accorata e reiterata invocazione: “Battimi!”. Come l’invocazione dei bimbi per attirare l’attenzione e riappropriarsi dell’affetto perduto dei genitori, o per richiamare questi, nella loro inconscia consapevolezza, ad una più retta via. Piange, Maggy, piange la sorte della sua isola, per tutta la lunghezza del poemetto. E quanta amarezza, quanto rammarico per non poter fare qualcosa, quanta nostalgia per quell’isola che non è più quella di prima, quella sicuramente dei suoi sogni d’infanzia. Piange, Maggy, e solo alla fine, in un momento che pare catartico ed auspicale insieme, storna lo sguardo dall’Isola, per affissarlo, sia pure per un momento, sulla figlia Cloe, forse la prediletta o forse colei che potrebbe rappresentare, negli auspici della poetessa, il futuro di Haiti.

 Ah! Bats-moi mon île

 Battimi mia isola

trad. di Vincenzo Campobasso

 Poesia Francese 

Ah! Bats-moi mon île et émerge
de ton cauchemar millénaire;
il tonne encore dans le cœur de tes Fils
dérivant sur les vagues tourmentées
de la mer des Caraibes.
 
Et le soleil ne décolère pas
quand le paysan en mal de subsistance
rade la glèbe
jusqu’au tréfonds.
 
Ah! Bats-moi mon Ile cataleptique,
tes Fils dépérissent
et leurs rêves flétrissent
sous l’effet conjugué de la souffrance
et du vague-à-l’âme.
 
Il fait toujours nuit
dans l’arrière-pays
et les habitants s‘engouffrent
dans un espace sans issue.
 
La nature, clouée au pilori,
n’accueille plus les ramages
des oiseaux.
Ah, battimi, mia isola, ed emergi
dal tuo millenario incubo
che, derivando sulle onde tormentate
del Mar dei Caraibi
ancora rintrona nel cuore dei tuoi figli.
 
Né il sole cessa dalla collera
quando il villano in mal di penitenza
gratta la zolla
giù fino ad imo.
 
Ah! battimi, mia catalettica isola,
i tuoi figli deperiscono
ed i loro sogni avvizziscono
sotto l’effetto congiunto della sofferenza
e del vuoto dell’anima.
 
È sempre notte
nell’entroterra
e gli abitanti s’inabissano
in uno spazio senza sfogo.
 
La natura, inchiodata alla berlina,
non ospita più i canti
degli uccelli.

 

  Poesia Francese