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Un modo di esporre molto
semplice, alla portata di
tutti, rime che si
snodano con la cadenza e
la musicalità di una
filastrocca... Vari gli
argomenti; riassumono
esperienze e fatti legati
ad ambienti, luoghi,
avvenimenti e personaggi
del vivere quotidiano: la
festa della mamma
novantenne «con la torta
e le roselline» e tutta
la cerchia dei parenti,
Benvenuti medaglia d’oro
ad Helsinki, il governo
litigioso, il ministro di
Grazia e Giustizia (Quale
giustizia?), carovane,
gita d’estate e altro...
Nel «disquisire arcaico»
dell’autrice, così come
definisce il linguaggio
Giulio Panzani, c'è
schiettezza,
sincerità,
entusiasmo,
bonaria
ironia e disponibilità a
comunicare agli altri
tutto quanto accade per
riceverne calore,
conforto, consigli... Il
percorso è quello del
diario: registrare,
giorno dopo giorno,
quanto può sembrare
importante e degno di
essere ricordato. Scelgo
a caso, fra le poesie più
significative... “In alto
mare”: vi sono espresse,
in forma metaforica,
divertenti allusioni al
governo (la nave), alle
diatribe furibonde che si
verificano nel suo
interno, alle
responsabilità del capo
(il nocchiero) e
dell’equipaggio (ministri
e senatori) e alle
difficoltà cui essi vanno
incontro (scogli, squali,
temporali); ne “Il
sentiero del rimpianto”,
che l’autrice percorre
tutti i giorni, «con
affanno», e che conduce
alle “residue rovine” del
castello «semisommerso da
ortiche, rovi e grovigli
d’arbusti vecchi e
nuovi», il «degrado più
avvilente fra mucchi di
rottami e spazzatura»;
Castelmagno, la località
delle vacanze della Dho
Bono, dove «si respira
un’aria frizzantina e
profumata di timo e
rododendri in fiore»; “La
tragica lista” ed
“Elezioni”, con
riferimenti ai politici
visti come «inetti che
s’avvicendano
slealmente»; “Cassandra
2000”, «reincarnata,
paludata a oracolo 2000»;
“L’inutile attesa”, un
gatto che sosta presso
una chiesa, «...forse
prega per davvero, / e
chiede a Dio che gli
indichi la strada del
cimitero» (La sua padrona
è morta e la povera
bestia l’attende
invano)... Nella loro
semplicità, sono tutte
belle le liriche e ognuna
di esse vuole raccontarci
qualcosa, farci conoscere
una storia vera,
confidarci uno stato
d’animo o un disappunto,
trasmetterci una piccola
gioia o un momento di
malinconia, renderci
partecipi della visione
di angoli ameni che
donano serenità allo
spirito.
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Antonia Izzi Rufo
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