Il Convivio
 
A. IV n. 4
Ottobre - Dicembre 2003

Francesco Di Rocco

 La Poetica di Francesco Di Rocco

di Maria Flora Macchia

Fra metafore, verità nascoste, parole intrinseche, esplicite, è così che la poetica di Francesco Di Rocco si porge al pubblico, e il comico nel Teatro per burlare la Vita, che dà al suo cuore tristezza, quasi matrigna... e... per distruggere i veri e puri sentimenti che lo guidano interiormente. «Verrà il sempre avvolto di nulla chinati noi sulla pietra del mai che ha il sapore del tutto», contrapposizioni forti dell’animo e nel medesimo tempo rabbia per tutto ciò che lentamente sta per finire. Malinconicamente Francesco Di Rocco avverte in silenzio questa realtà della vita e ancora incalzando: «Ma potessi non essere poeta, potessi essere roccia, ghiaccio, aspettarsi l’uragano che fa vomitare le viscere della terra», che «l’infinito è il sudore acre che inumidisce il corridoio tra brividi del corpo ed il silenzio degli specchi»... e dove spesso ognuno di noi si arrampica e cade inesorabilmente: e la malinconia sotterra gli animi e i suoi sogni. «Però non è giusto, si poteva fare di meglio». E in questo andirivieni di parole forti, di pensieri tumultuosi, ma il cuore vorrebbe una tregua, Francesco Di Rocco, si esprime con poetica intelligenza e canta la Vita, quella Vita che spesso tutti tradisce e l’amaro, l’assurdo, l’inconcepibile, l’urlo, l’inverosimile restare dentro di noi, aspettando cuori e tempo più belli di armonia e di amore, più veri. Valori grandi, dove l’uomo, la Società con disinvoltura, disinteresse sta allontanando dalla Vita, e poi, ahimè, ci resta così spesso solo la speranza, àncora a chi ci crede. Interessanti le tue liriche, Francesco Di Rocco, grazie per avermi fatto partecipe e abbraccio uno dei tuoi pensieri: «La luna è un drago / il sole il re / la notte la strega / l’alba un gabbiano... / ...entra la corte», mentre nei tuoi racconti di narrativa fluida, piacevole di dialettica e lettura: «La solitudine è una ballerina nuda su un palco in penombra» e i personaggi si muovono, movimentati dal subconscio di un invisibile fantasma. Francesco, resta sempre ‘vivo’ dentro di te, non farti sopraffare dagli eventi negativi, peraltro tanti, e dagli inganni, isola il tuo animo in tormento, in un altare di benessere e serenità spirituali, lasciando ‘solo’ il narcisismo, l’arrivismo vuoti e fatui, malessere prorompente di questi discutibili secoli.