Il Convivio
 
A. IV n. 4
Ottobre - Dicembre 2003

Kidad Fatima (Algeria)
Cris des femmes
 Grida di donne
trad. di Vincenzo Campobasso

 Poesia Francese 

 

Leur cris est une chanson

Du temps que l’originalité leur donne raison

J’eusse aimé couler auprès d’elles

Comme se prosterne la servante

Aux pieds de la reine

J’eusse aimé appelé d’une voix vive

La douleur qui agonise quand elles se livrent.

Deviner seule si leur cœur a une couleur éternelle

Et dire de leur son, les chants les plus glorieux

Et mendier la dignité comme une esclave.

A se laisser aimé par les charmants destins

D’une noce nouvelle d’où jaillit la franchise.

Une île déserte où la nature offre

Des fruits exotiques et des parfums charnels

E des femmes qui hurlent la volonté

De vivre, le sort e la liberté

Que l’homme refuse d’y vivre.

Encore tardes  fuscincés

Par l’odeur du crépuscule

Elles annoncent, crient et consignent

Une âme toute cruelle.

La grandeur du mal plus que réelle

De ce cri de femmes

J’entends la même chanson.

Le loro grida sono una canzone

del tempo che l’originalità dà loro ragione.

Avessi io amato gettarmi vicino ad esse

come si  inchina la domestica

ai piedi della regina!

Avessi io amato, proclamato a voce viva

il dolore che agonizza quando esse si liberano.

Indovinare, sola, se il loro cuore ha un colore eterno

e dire del loro suono, i canti più gloriosi,

e mendicare la dignità come una schiava

che si lascia amare per gli affascinanti destini

di un matrimonio nuovo da cui sgorga la franchezza.

Un’isola deserta dove la natura offre

dei frutti esotici e dei profumi carnali

e delle donne che urlano la volontà

di vivere, la sorte e la libertà

che l’uomo nega di vivere.

Ancora tardi fiori

per l’odore del crepuscolo

annunciano, gridano e consegnano

un’anima tutta crudele.

La grandezza del male più che concreto

di questo grido di donne

io sento la stessa canzone.

 

  Poesia Francese