- «I nostri
passi risuonano troppo solitari per le vie»
- (F. Nietzsche,
Così parlò Zarathustra)
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di Milvia Lauro
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L’ago
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segna il deserto.
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Non un sogno
- screzia
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l’ala del tempo.
Le strade sono invase
da frenetiche volpi.
Gli ascensori nascondono
minuscoli peccati.
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C’era
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un giovedì di
festa,
un mare,
un diluvio di luce:
era un frutto di vermi.
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Troppi generali.
Nel fango
i rospi
fanno rumore
e non si può ascoltare
il laminato fiato del cielo
né l’acqua di diamante.
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Il silenzio dei vivi
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come una nebbia,
copre
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le corde degli
uccelli,
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il sospiro
dell’erba,
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il canto della
linfa.
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Il silenzio
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ha murato le
brezze,
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l’alba delle
conchiglie,
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le Cattedrali,
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il lievito.
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Il silenzio vomita
sui nomi,
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sulle orme, sulle
rotte del giorno
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e come un ragno
tesse
-
la sua asfissiante
-
micidiale tela.
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