Il Convivio
 
A. IV n. 4
Ottobre - Dicembre 2003

Libri ricevuti

Molti dei seguenti volumi saranno recensiti sul prossimo numero del Convivio


 

Massimo Nucci, Nicola Rampin, Stella nel dubbio... (prefazione di Adalgisa Biondi, ed. Eventualmente 2003). «Per il Rampin l’amore è libertà. È quel canto di liberazione, a volte melodico altre sommesso, dalle delusioni della vita, dalle ipocrisie, dal puzzo dei denari... È mera poesia, quella di Nucci e del Rampin. Mera perché pura, non soltanto stilisticamente, ma nei suoi sentimenti profondi. C’è autenticità dietro ogni verso, e questa è forse la migliore virtù, non soltanto per chi si fregi della sofferenza e dell’onore che arreca la scrittura, ma per chiunque voglia semplicemente vivere».

Davide Angelo Salvatore, Parole sfumate (Ediz. Il Foglio, 2003). «Le liriche sono racconti in versi, tanto cari a Pavese. Taglienti e terribili come solo un giovane può realizzare. Le tematiche note, ma non scontate. Bios, Eros, Thanatos (Vita, Amore e Morte) secondo il repertorio di ogni bravo  romantico, ma non solo» (Andrea Panerini).

Roberto Nassi, La sposa che vola (Edizioni Il Foglio, 2003. «La qualità migliore di Nassi è la sua tensione verso il soprasenso che fa frutto, nello spartito linguistico, di un lessico cogitante che tende a superare l’istanza elegiaca da cui muove la sua rispirazione» (Fernando Bandini).

Maribruna Toni, Rimpianto d’onde, di sale e di tempeste (Ed. Il foglio, 2003). «Slanci mistici, contemplazioni, canti d’amore, abbandono nella natura, ardore possessivo e restrittivo del Bello dell’Arte, gioia e dolori di un’anima inquieta e generosa: tutto questo e altro ancora ritroviamo in questa nuova silloge poetica postuma della poetessa Maribruna Toni» (Maurizio Maggioni).

Personaggi ed interpreti: Nisciagni Nuestru (a cura dell’associazione culturale Misciagni nuestru (novembre 2001). Antologia di poesi di Mesagne. Tra gli autori compare pure Spartaco Colelli, socio del Convivio.

Senza confini, antologia 2003-2004 a cura dell’A.L.I.A.S,  presideduta da Giovanna Li Volti Guzzardi. Numerosi sono gli autori anche soci.

Margherita Biondo, Tetrarchia degli elementi (Terzo Millennio s.r.l., Caltanissetta 2002). «Utopia e realtà, spirito e carne, essenza ed apparenza, luce e buio, pensiero ed ignavia, parola e silenzio, identità e alterità: nutrendosi di terra gravida e fecondatrice al tempo, scaldandosi al fuoco d’una coscienza che rilascia effusioni e sussulti, respirando l’aria che trascina nel vento echi di presenze, dissetandosi con acqua lustrale che cola da impenetrabili fortezze di ghiaccio, ancora una volta Margherita Biondo riesce a catturare, con infallibile strategia di reazionario, concetti e fruitori.» (Nuccio Mula).

Nicola Lamacchia, Sulle orme di Padre Pio (Bari, 2001). L’autentica personalità di Padre Pio come emerge da un’analisi scientifica della sua scrittura e come si trasforma in un sentiero per tutti noi.

Luigi Pumpo, Gianni Rescigno Il tempo e la poesia, saggio (Ibiscos editrice, 2003).

Graziella Paolini Parlagreco, Non esiste ma ricordalo (Catania 1972).

Nino Agnello, Gerlando uomo di Dio (Lions Club, Agrigento 2003). «Gerlando mi ha perseguitato assieme ai suoi collaboratori, ai baroni resistenti a riconoscere ogni effettiva autorità sopra di loro, assieme al popolo debole e stanco di maltrattamenti, assieme all’ultimo signore musulmano Hamud, che invano tenta di difendere il suo prestigio e il suo potere di fronte alla conquista normanna e all’azione evangelizzatrice del Cristianesimo interpretata dal nuovo vescovo Gerlando. Mi sono arreso al suo fascino, come il principe musulmano. E ho scritto senza concedermi pause e distrazioni»(l’autore).

Nino Agnello, Accadimenti, (Bastogi, 1998).

Bruna Tamburrini, Atemporalità racconti e Poesie, (Poeti nella Società, maggio 2003).

Nunzio Menna, Io operaio della penna e editore pazzo. L’opuscolo celebra i 50 anni della sua attività, i 35 della casa editrice Menna, i 25 del concorso Città di Avellino.

Carmelo Aliberti, Poeti siciliani del Secondo Novecento, (Bastogi, 2003). Il volume presenta una scheda e alcune poesie di diversi autori siciliani, tra cui anche alcuni amici del Convivio come Nino Agnello, Maria Pina Natale e Rina Pandolfo.

Luciano Nanni, Glossario di metrica italiana (Libraria padovana editrice, 2003). Si tratta di un prezioso volumetto che evidenzia in maniera sintetica e chiara gli elementi essenziali della metrica italiana. Sotto la voce “Peone” viene anche riportato lo schema metrico utilizzato nella loro poesia da Angelo Manitta e Giuseppe Manitta.

Franca Alaimo, La firma dell’essere, fasi di viaggio nella scrittura di Domenico Cara (Milano 2003)

Domenico Cara, Il dilagare dell’ascolto, (Campanotto editore, 2003).

Anna Maria Salanitri, Dove si perde la memoria, (Pomezia-notizie 2003). Volume di poesie della collana “Il Croco” pubblicata da Pomezie-Notizie e diretta da Domenico Defelice. L’autrice, nata a Castello d’Annone (AT), vive ad Asti. Insegnante elementare in pensione ha pubblicato: Le parole di terra (1972), La vita a metà (1993), Il cielo verticale (1996), Cifrario minimo (1999), Il colore dei giorni (2001).

Carmine Manzi, Florilegio Poetico (Florilège poétique), traduzione in lingua francese di Paul Courget, con prefazione di Maria Grazia Lenisa (ed. Gutenberg, 2001).

Sulmona-Paternò, Legami di solidarietà. Celebra il gemellaggio delle associazioni VAS e GDVS dei due paesi: associazioni volontari donatori sangue.

Giovanni Di Girolamo, Manuale di metrica italiana (e note di stilistica e letteratura). Nozioni ed elementi della tecnica poetica classica con particolare riguardo agli stili ed alle forme metriche antiche e moderne, (terza edizione riveduta e ampliata); Giovanni Di Girolamo Il ponte sul fiume rapido (G.D.G.); Giovanni Di Girolamo Antonio di Giambattista, Fedele Giorgio, Stornellata a tre voci, Accademia “Il Convivio”; Giovanni Di Girolamo, A ritmo di Rondò, Poesie nei nuovi formati “rondò” con ampio saggio introduttivo dell’autore.

Francesco de Napoli, Per una cultura del libro (Edizioni Eva, 2003).

Emanuele Zuppardo, La via della Croce, meditazioni sul mistero pasquale, con presentazione di Mons. Michele Pennisi, prefazione di Cristina Lagopesole, e illustrazioni di Giuseppe Forte (Betania editrice, 2003).

Giovanni Di Girolamo, Pianeta Totò, (l’attore, il poeta, i film). Si tratta di un ampio saggio che analizza tutti i film del grande attore napoletano. Il volume è diviso in diversi capitoli. Nel primo si ha una presentazione con note biografiche e critiche dell’attore, poi l’elenco ufficiale dei suoi film, anno per anno con una breve scheda illustrativa, quindi tutti i film con regia, sceneggiatura, interpreti e trama. Nel quarto capitolo si ha l’elenco dei registi che hanno diretto Totò, poi l’elenco degli attori più noti che hanno recitato con Totò indice alfabetico dei titoli del film. Infine un’appendice: Totò: il poeta e il musicista.

Antonina Ales Scurti, La musica del cuore, (Istituto Superiore per la Difesa delle Tradizioni – 1993) «L’amore cantato dalla nostra poetessa è quello cristiano: positività e perfezione dell’Essere. Amore per il divino, per il prossimo, per la natura come espressione del supremo Architetto.» (Rino Pompei).

Salvatore Gugliuzza, Sogni, Amore e malinconie (Libroitaliano, Ragusa 2002). «Le parole che vivono nei componimenti poetici non sono “insensate”, non procurano sofferenza a noi che le ascoltiamo e non certamente a lui che le ha pronunziate. (...) È certamente poeta intimista che non “teme” di mettere in luce i suoi reconditi sentimenti. (...) ha profondo il senso della fugacità della vita ma dell’eternità dei sentimenti ne è profondo assertore.» (Domenico Portera).

Franco Giuseppe Gobbato, Oggi è nato un uomo, (Dario De Bastiani editore, Vittorio Veneto, 2002) «Sviluppando ancora, e in modo più maturo, la sua vena narrativa nella quale la descrizione minuziosa e realistica della vita quotidiana si apre alle più ardite esplorazioni fantastiche, Francesco Gobbato ha dedicato il suo ultimo racconto al tema della “immedesimazione”(...). La facoltà di queste metamorfosi viene data al protagonista da una sfera luminosa vagante; ma si ha l’impressione che questo ente possa identificarsi con la nostra stessa coscienza, quando riesce a sottrarsi alle tentazioni dell’egoismo e non identifica la vita con la forsennata tensione verso i traguardi del benessere, del godimento, del guadagno.» (Paolo Portoghesi).

Selìm Tietto, Ci trasportava il fiume, (Daigo Press, Padova 2001). «Che dire dunque di un poeta se non che le sue opere sono la verità dei suoi giorni? Essere poeta perciò significa testimoniare questa verità e quindi scriverne come un linguaggio diverso, perché diverso è il soffrire, perché nella diversità c’è tutta quell’umanità che ogni giorno viene a galla: e ogni verso rivela quanto questo sia indispensabile a servire il nostro essere.» (Fanco Morandi)

Costantino Magnani, Poesie 1940 – 1996, (Lalli editore, Pisa 1998). «È una poesia del profondo quella di Costantino Magnani, dove senso dell’armonia, della metrica e del gusto, tutto in dettato spirituale, danno forma a liriche di alto compendio sociale ma di natura spiritualista. Il suo intimo, quasi occulto colloquio con la morte, quella morte intesa come sentimento umano, dà all’autore la spinta verso la vita, nell’apprezzamento di quei valori, che sempre meno, oggi, sono considerati.» (Jolanda Pietrobelli).

Giovanni Cappello, Ragusano al volante, (HOO edizioni, Ragusa 1999). «È vergognoso ma molto chich l’attitudine dei nostri giorni di valutare un essere umano in base alla cilindrata o al look della sua vettura, perché tutto si valuta in cavalli vapore. Verrebbe, per un solo momento, da rimpiangere le trazioni animali anche per avere il piacere di non affannarsi a valutare dove stanno gli animali. (...) Ma dove veramente si raggiunge il sublime è nello strano modo in cui ognuno scopre di essere furbo, la galattica gioia di poter passare sopra gli altri...» (Gaetano Cosentini).

Rosaria Tenore, I federati di Roccavigilia (L’arcilettore edizioni, Brescia 2003) «Tra le tante ragioni che spingono a scrivere un romanzo c’è sempre la scintilla di una domanda, e non, come si è abituati a credere, di una risposta. È una domanda a generare il racconto, il bisogno di darsi una ragione, di trovare un senso a qualcosa di intollerabile. La riflessione generata da quel rovello avvia la trama, irrobustisce l’ossatura della narrazione. In realtà chi sceglie di inventare una storia non ha un verbo da diffondere, anche quando si schiera e prende posizione, ma un tormento da condividere.» (Patrizia Zappa Mulas).

Gian Filippo Della Croce, Gradini, (AndreaOppureEditore, Roma 2001). «I bambini che raccontano dunque, nel libro di Della Croce, la loro avventura di guerra – sono tre piccoli protagonisti, le voci narranti delle tre storie, tre maschietti, e non per caso... - sembrano certo meno incoscienti di me bambina che guardava estasiata i grappoli luminosi dei razzi sganciati dalle “fortezze volanti” americane sullo Stretto di Messina, in una vellutata notte di maggio, ma non sono terrorizzati.» (Adele Cambria).

Silvio Minieri, L’uomo camuffato, (L’autore Libri Firenze, 1999). «L’uomo camuffato non è un giallo né tanto meno un thriller e, sebbene contenga suspense, non è un racconto dell’orrore, anche se il genere a cui appartiene risulta da una composizione di un po’ tutti questi elementi in maniera attenuata. Indubbiamente in “L’uomo camuffato” conta di più la storia d’amore che si muove sullo sfondo, ma che in realtà è il fulcro intorno a cui gira l’intera vicenda, l’episodio centrale, a cui fanno da cornice quegli avvenimenti che si svolgono a Ponte, verosimile località della Puglia sul promontorio del Gargano, nel fine settimana successivo al ferragosto del 1985» (L’autore).

Santo Sgroi, In Pieno sole, (Edizioni Boemi, Catania 1999). «Una città del sud. Vicende di gente comune tesa a migliorare le proprie condizioni tra tanti problemi sociali. Sconfitte che spesso superano le vittorie. Sentimenti perduti e ritrovati. E su tutto un sole implacabile ma generoso che aiuta ad asciugare le lacrime e a ritrovare il sorriso.»

Vincenzo Andraous, Un viaggio – Devianza minorile, carcere, comunità (Edizioni CdG, Pavia 2002). «Un viaggio non è la risposta di cumuli di alienazione che schiacciano le urgenze dell’anima. È il tentativo di mostrare che anche in una cella, esiste la condizione “uomo” (pur disperata, rotta e lacerata). Un viaggio è il percorso scosceso dove gli occhi appaiono spogliati innanzi all’ultima volontà di un perdono».

Roberto Reggiani, La magia come pratica (Carello Editore, Catanzaro 2002).

Rosetta Di Maria, Passa Lu Timpu, (Bancheri Editrice, Canicattì 1998)

Antonio de Lucia, Sospiri di Primo Mattino, (Edizioni LER, 2002). «Certamente interessante si presenta la lettura di questa composita silloge che, fondendo in un armonico canto melodico il lirismo vernacolare con quello in lingua, propone una lettura autobiografica e stilistica completa di un autore che si scopre come viva e palpitante voce di se stesso e della cultura popolare che genuinamente rappresenta.» (Rosario Cerciello).

Sara Bensi, Ama guardare il sole, (Bandecchi e Vivaldi editori, 2001) «Sono poesie brevi quelle di questa raccolta. Appartengono alla giovane vita di Sara, stroncata ad appena 23 anni. Appartengono al suo animo! Per certi versi queste poesie sono la sua vita. Scritte in varie occasioni, ispirate dalle situazioni più diverse, esse riflettono sensazioni veloci e, talvolta, più sedimentati stati d’animo. Esprimendo sempre un anelito di vita, con una profondità che va ben oltre l’età anagrafica...» (Fabrizio Porcinai).

Nicola Rampin, Puzzle d’amore (Ibiskos ed., Empoli 2002). «Nicola Rampin si dimostra poeta sensibile e dal calco inconfondibile, un autentico “pescatore di sogni / nel mare di carta” in grado di stupire sempre per la  piena delle immagini che riesce a mettere in circolo usando una grafia che non fa che esaltare l’arcobaleno dell’amore e le giostre schierate / nei luna park / dell’amore» (Fulvio Castellani).

Franco Gitto, Sulla via del mio ritorno (Ambra, 1994). «Poesia al naturale, proiezione istintiva di un’anima che sta parcheggiata sul versante del non conformismo e che ancora attinge alla linfa vitale delle sue radici. (...) Franco Gitto, fringuello prataiolo, l’italiano puro se lo sentirebbe addosso come un goffo vestito nuovo della domenica, ragion per la quale ben spesso non esita a slittare nell’area del vernacolo entro cui formule asciutte e vigorose egli si ritrova a suo agio.» (Giuseppe Iacolino)

Vittorio Capuozzo, Al vento sparsi petali di rosa, (Casa Editrice Menna – Avellino, 2002) «In un mondo che viaggia a velocità folle ho cercato con i miei umili pensieri di frenare l’ingiustificata corsa senza traguardo. Spolverando semplici valori, ormai da tempo dismessi, ho tentato di “sensibilizzare” l’animo umano con petali di rosa sparsi» (L’autore).

Giulio Dario Ghezzo, I miei pensieri impazziti (Ibiskos Editrice, 2002). «L’autore, con lirismo descrittivo e con stridenti contrasti chiastici, si tuffa nel profondo della natura fin dalla prima lirica con il rosso che dalle mani passa alla terra rievocando una colorazione biblica dove “adamà” è appunto terra e “adom” rosso».

Niccolò Agnoli, La montagna dei sogni, (Prospettiva Editrice, Roma 2002) «Un viaggio tra la poesia alla scoperta di piccole e piacevoli sensazioni. La parola accompagna il lettore fin dentro le figure stilistiche letterarie, create da Niccolò Agnoli. Dal percorso emerge un libro di emozioni e sentimenti».

Tiziana Girolomini Santoruvo, Emozioni, (edizioni Lettere dal Sud, 2001) «Poesia schietta e genuina, naive in alcuni casi, che rivela la sincerità e la passione di una donna che vive una sua dimensione spirituale e morale fra il passato e il presente, fra brumose regioni del nord e il sole della Sicilia, che riscalda e rischiara le sue meditazioni, la sua condizione esistenziale» (Salvatore Battaglia).

Piero Juvara, Melanconie (Edizioni il Girasole, maggio 2002).

Juvara, Sole nuovo (Ed. La Vallisa, Bari 1994).

Samara Barros, Sonhos e poesias (Brasile 2001). «Seu tom lirico mostra que a poesia pode ser encontrada nas coisas simples, as quais muitas vezes, não valorizamos mas que transformam nossas vidas como: a Lua, os amigos, o mar, a criança, a cidade natal. Suas palavras simples nos fazem enternecer, seu estilo claro e preciso toca nossos corações, prendemnos a leitura» (Telma Lemos).

Dias da Silva, Da pena ao vento (Brasile, 2003). Il volume non spiega né chiarisce, ma cerca di orientare il lettore nel labirinto che è il mistero della creazione. Anche senza indicarne l’uscita il lettore può sentirsi sedotto da questo labirinto e così giungere all’opera. Il Volume curato da Dias da Silva è una raccolta di vari autori, che si presentano con racconti, saggi o riflessioni critiche. Il curatore, direttore anche della rivista “Binóculo”, appare con il testo “O poeta do Taquari”.