Il Convivio  
A. IV n. 4
Ottobre - Dicembre 2003

La ricerca pittorica di Pasquale Millico muove da una soggettiva analisi della realtà assurgendo, attraverso un percorso ideale e sensitivo, ad uno spazio esistenziale e onirico in cui si ritrova l’essenza di quegli elementi captati dal mondo. Il processo estetico risente così sia degli stimoli soggettivi che di quelli oggettivi traducendoli in elaborazione di forme e di colori, la cui feconda creatività è chiaro simbolo di un palpitare di sentimento. Pasquale Millico, nato nel 1958 a Terlizzi (Bari), ha iniziato da autodidatta per poi seguire lo studio di Maria Buonaduce e approdare, quindi, ad uno stile personale. Opera molto significativa è un olio su masonite: “Orbite”.

Spunto riconducibile alla concezione di arte sintetica di Kandinsky, l’opera segue il ritmo della musica nel turbinio dei colori in un continuo aumentare di armonia e giochi di luce. Così in uno spazio astratto e attorno ad un variare di cromie che tendono a schiarirsi dal basso verso l’alto vagano pianeti più o meno grandi con tonalità diverse, che metaforizzano una condizione esistenziale, ma anche oggettiva della realtà. Pur nella sua originalità non rifugge da una concezione simbolista, romantica o addirittura sacra dell’arte.

Orbite, olio su masonite, cm 80x60
Pittura

Rubrica e testi
a cura di
Giuseppe Manita

«Nel linguaggio espressivo dell’artista» nota Vito Cracas «convergono con originalità concretezze, astrazioni e geometriche forme, che simboleggiano valori e sensazioni d’incisiva risonanza, oniriche pulsioni, tattili esemplificazioni sull’ordine che regola la vita dell’universo e riflessioni profonde sull’ineluttabile divenire della vita e delle cose».