Il Convivio
 
A. IV n. 4
Ottobre - Dicembre 2003

Elisa Orzes Grillone

 Elisa Orzes Grillone: il senso etico e morale della poesia in Rivoli d’argento (Ed.Convivio, 2003)

La silloge di Elisa Orzes Grillone “Rivoli d’argento” è il frutto di una personalità ultrasensibile che si lascia affascinare dalle cose più umili pavesandole del loro giusto contenuto, usando un simboleggiante linguaggio assai efficace. La Grillone si esalta di fronte alle bellezze della natura e da essa trae lo spunto per esaltare il Creatore. Ricca di fantasia, lei s’immerge nel clima idilliaco di una Roma “regale” in cui germogliano “i ciliegi giapponesi”, dono dell’imperatore del sol levante alla città eterna, questo gesto le fa pregustare l’amicizia fra i popoli. Da buona cronista evoca i ricordi di viaggi compiuti, esalta il patrimonio architettonico romano, le suggestioni della città lagunare, Venezia, la floridezza della campagna toscana “ricca e generosa di poesia”. Si commuove di fronte all’alba per «il risveglio della natura / che apre le braccia / alla fatica dell’uomo». La sua fantasia spazia fra il mistero “della sacra coppa” riferimento mitologico al re Artù, al raid Roma-Tokio ed esalta il coraggio italiano elevando un inno alla Patria di cui si sente parte vitale. Sull’attualità la Grillone affronta anche tematiche della moderna società, il decremento demografico, l’essenza di una moderna democrazia, il dramma delle Torri Gemelle, la primavera di Praga sono eventi che l’hanno profondamente colpita, ispirandole considerazioni di elevato valore etico. Nella sua poesia c’è anche posto per temi di fede, partecipa alla serenità dei «pellegrini oranti / chiamati dal Giubileo / nella città eterna», l’affascina il “Bellissimo Signore” della Trasfigurazione, ed ancora la suggestioni del mese di maggio dedicato alla Vergine. È senza dubbio caratteriale quella delicatezza espressiva tutta femminea con cui la Grillone espone il proprio pensiero, lo fa di fronte alla primavera che esplode dopo il gelido inverno, alle stelle di natale che, seppure perdendo le foglie «non muore la pianta / rifiorirà domani / per un nuovo Natale». La commuovono le campane di San Giusto che evocano eventi lontani, e nel sogno rivede il Duce che «camminava su di un mare pieno di fango». Sensazioni, sentimenti, spunti diversi di una mente ricca di concettualità, ma quando tocca le corde del sentimento diviene entusiasta la maestosità del volo di un’aquila, la tenerezza di un amore materno, l’ardente desiderio d’amore, «M’ama - Non mi ama», quei petali staccati fanno a lei compassione, «timidamente li baciai». Scorrendo le pagine di questa raccolta ci si convince di avere di fronte una poetessa senza ostentazioni che sfoggia uno stile sobrio, convincente, puntualizza senza arzigogolare, non enfatizza, focalizza con precisione. Il diniego di ogni forma di violenza, delle ingiustizie sociali, l’elevato valore della poesia, il desiderio di libertà, sono tutti spunti che la Grillone ha manipolato con saggezza e senso d’umanità, tutto questo la rende realistica, sensibile, altamente umana e padrona dell’arte poetica.
Pacifico Topa