Il Convivio

 

 
A. IV n. 4
Ottobre - Dicembre 2003

Nicola Pinto: esaltazione della memoria e del ricordo in

Tutte le schegge - quasi un’autobiografia (Firenze 2000)

È lui stesso a definire questa raccolta “quasi autobiografica”, perché in essa ripercorre il suo cammino esistenziale, illustrandone, con scorrevolezza di verso, tutte le sfaccettature anche le più comuni. Lo si può definire un circostanziato diario che, nella sua corposità, gli permette di sviluppare varie tematiche, tutte improntate a realismo e concretezza. L’aver diviso il volume in 16 argomenti gli consente di spaziare poeticamente nel mondo in cui vive! La vita è una serie di flash con cui affronta argomenti seri, come quello della nascita e le annesse problematiche, qui c’è una profonda filosofia morale che Pinto elargisce. Non mancano le incognite: «Chissà perché / ci sono morti / che mi pesano dentro...», allusione alle sventure umane.

L’autore esalta la memoria, il ricordo, c’è anche l’assillo della sofferenza: «Vedo il dolore / sento l’odore / delle persone morte / che sono vissute con me». Più oltre con “Vorrei” espone una sua teoria sulla esistenza umana: «Vivere è crescere / senza si muore». Il tema della guerra lo ossessiona, ne fa una descrizione, ricordando il suo servizio militare, imbarcato su un dragamine sempre in pericolo. Sono passaggi di vita vissuta che Pinto ricorda con nostalgia specie quando parla del mare, sia tranquillo che in tempesta ricorda un amico caduto e il non facile compito di comunicarlo alla famiglia, il conferimento di una onorificenza lo inorgoglisce anche se giunta in ritardo. Nel tema “donne” Pinto s’esalta: «Cosa c’è al mondo / di più delizioso delle donne?», ed ancora: «Amarla è eccitante». Ma poi un giorno ci si accorge cos’è veramente la donna, allora finisce l’incanto. Chiara allusione all’innamoramento per la bellezza che poi sfiorisce. Nella sua panoramica arriva anche a parlare delle prostitute, egli le compiange per la vita che fanno e fa appello alla altrui coscienza. Il succedersi delle stagioni sono frutto di ispirazione: il freddo inverno col gelo, il risveglio della primavera, la calda estate che sfinisce, il triste autunno piovoso che sconvolge ogni progetto. Non trascura il tema della sanità, convalida il detto che la salute non si apprezza fin quando non la si perde ed ecco allora il ricovero in ospedale, le lunghe attese. Il dolore gli fa sovvenire il sacrificio del Cristo sulla Croce. Perfino la politica lo interessa, non nasconde il suo patriottismo, la difesa dell’unità, circa l’uguaglianza ha idee chiare: «L’uguaglianza è un inganno / una pietose bugia. / Nessuno é uguale a nessun altro!». Parla poi di facilità con cui si plaude sia alla gioia che al dolore, alle promesse, alla manifestazioni di piazza; è pessimista sulla realtà attuale. È caustico sulla giustizia, ne lamenta la superficialità. Esalta il lavoro fonte di vita, condanna il proselitismo. In tema di famiglia ha parole di lode per i genitori che lo hanno indirizzato. Il lungo cammino poetico di Pinto continua accennando al progresso umano ed eleva una affettuosa preghiera: «Signore perdono! Signore grazie! Signore aiuto». Sa che nella preghiera c’è il balsamo della vita. Pinto ha voluto con questa raccolta darci una esemplare percorrenza terrena.

Pacifico Topa