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Il pensiero degli
altri (luglio 2003)
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Entrare a poco a poco
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nella mente degli
altri
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per scovare
verità
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talora...
inascoltate.
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La
gente qualunque,
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chiusa nel suo alveo,
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non
riconosce più
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i
pregi dell’esistenza.
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Desideri, ansie,
passioni
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e smodati tormenti
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rimangono
imprigionati
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nel cervello
schiavo.
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Vorrei avere oggi
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la
bacchetta magica
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per
guidare i pensieri
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del
comune volgo.
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Le persone
incontrate
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non hanno
pronunciato
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che parole vuote
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e prive di
significato.
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Solamente la mia persona
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inappagata nella fantasia,
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trasferisce questo bisogno
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dalla mente al cuore.
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Vorrei di nuovo
rimpiangere
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questi miei
sentimenti
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che hanno continua
sete
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di linfa vitale.
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Pensare e ognora agire
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per
la mia felicità
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verso lo scontro con il mondo
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decadente e disfatto.
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- Otto
strofe, quelle che compongono la poesia Il pensiero degli altri
ben incatenate tra loro e che tracciano due degli aspetti poetici di
Luigi Siliquini, cioè
l’Io travagliato e il desiderio forte della ricerca della verità in un
mondo dove l’apparenza prevarica spesso sulla realtà. La lirica non è
altro che un libro aperto dove il contenuto apparentemente descrittivo
si trasforma invece in un canto di dolore verso quella gente chiusa nel
proprio alveo. Infatti l’autore, utilizzando anche delle metafore che
arricchiscono il contenuto, spinge il lettore ad aprire gli occhi per
riappropriarsi della verità interiore e nello stesso tempo della propria
esistenza, nonché della libertà del pensiero affinché «desideri, ansie,
passioni / e smodati tormenti / rimangano imprigionati / nel cervello
schiavo». Quindi uscire dal buio fatto di un «mondo decadente e
disfatto». La poesia di Siliquini, non è altro che il frutto di un
viaggio verso l’abisso del cuore dove trova la forza per riemergere e
svegliare la conoscenza che era stata annientata dall’ingiustizia
sociale, dall’angoscia esistenziale per riappropriarsi dei propri
sentimenti fatti di gioie e tristezze, tasselli questi indispensabili
per collocarsi in uno spazio dove materialità e spiritualità di
intersecano tra loro e risuonano come monito per la costruzione di una
società che basa la propria forza sulla verità. Ed è proprio questa la
linfa vitale del poetare di Siliquini che, se pur elegantemente
malinconico, non nasconde il grande desiderio di poter guardare at-torno
a sé e finalmente constatare che la “gente” si è riappropriata del
proprio “Io”. La sua poesia non è altro che lo specchio di un lavorio
psicologico in evoluzione e frutto del superamento di numerosi ostacoli
che portano l’autore ad un arricchimento poetico e sempre più complesso
e maturo (Enza Conti).
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