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Vinia Tanchis Vinia Tanchis: Malinconia (Convivio n. 14, pag. 23) |
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La mestizia che aleggia in questa composizione di Vinia Tanchis è già intuibile dal titolo: “Malinconia”. È il clima tipico che consegue ad un lutto, se poi questo interessa un bambino il dramma si acuisce; l’autrice vuol esternare quello che suscita in lei il rievocare momenti salienti di una serenità ormai scomparsa. Sopravvive il ricordo: «Malinconia di passi / che non sono / e di scoppi di risa / all’improvviso...» riportano alla mente il luogo ove era solito trastullarsi... «tra grappoli di glicine». Il lieve alitar della brezza le rammenta i capelli... “scompigliati e vivi” ed anche il dondolar dell’altalena, gioco assai piacevole per i più piccini. La rimembranza passa dalle azioni ai colloqui... «Mi chiedevi / quant’era grande il cielo. La curiosità infantile tipica di questa età e da qui il gesto istintivo di elevarsi «sui piedini ignari / per arrivar più in alto», aspirazione pertinente ai minori di potersi librare nella immensità, il desiderio di volare in quel cielo così terso ed invitante, «proprio lo stesso cielo / ti ha rapito...», il desiderio infantile s’è concretizzato e questo forse sarà riuscito ad appagare la sua curiosità: «ora sai tutto»; e la Tanchis addolcisce il suo dolore affermando che «in una stella brilla / il tuo sguardo lontano..». Una esternazione quanto mai sentita e intensa con cui l’autrice documenta il suo stato d’animo per tanta sventura. Pacifico Topa |
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