LE NOSTRE POESIE

 

Stefano Savella

Fisso Teschi Ti sogno Natura morta Se è notte

Cerimoniale In Trappola L'urlo


Ruggiero Gorgoglione

Movimento in Corsa Ode a Ugo Foscolo


Angelo Seccia

Cerco sonno ........ Cecità Perchè Vacanza Fallimento Disincanto





Fisso Teschi


Fisso teschi da un ossianico ulivo
Come sacra immagine, quadro arcigno.
Occhi cavati, peso di un macigno
Livido, nella terra in cui morivo.

Rimpianto, acidamente stanco vivo,
senza lo scettro di un raggiante cigno,
disperato cerco il nativo scrigno,
Rapide balestre carponi schivo.

Vita, sei lampo assoluto dei corpi,
deponi le fredde insegne di marmo,
nel conflitto dei nostri sogni storpi.

Chiuso tra menti in completo disarmo
Saccheggio tra me gli ostili anticorpi
E minaccio d'ingegno il mondo scarno.



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Ti sogno


Ti sogno,
efferata e violenta
come un serial killer
di sacerdoti.
Ti sogno,
estasiante e idilliaca
come una carezza
sul capo di mia madre.
Ti sogno,
triste e soporifera,
come la camicia a quadri
di un adolescente.
Ti sogno,
umiliante e tremula,
come il giorno
della Prima Comunione.
Ti sogno.
E attendo.


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Natura Morta

Oggi vivo tra i faggi grigi
delle tenebre, contemplo
gli onori di ieri e le funebri
storie del domani. Spulcio
bestiari alla ricerca di me,
camaleonte di ideali infranti,
privo di infantili logiche. Dubbio,
t'osservo roteare nervosamente
nel mio alveare di sogni.
Selvatico essere sterile,
sintesi di gioia infernale,
mi specchio in un foglio
bianco di ruggine e neve.
Come nave speziale sbarco
in desertiche distese
cercando la fonte pura
di un'arsura dissetante.
Distante dall'uomo, ora
annego tra muti sepolcri.


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Se è notte



Gemelli di morte ascolto
agire con labbra inceste.
L'eterno passato di case,
e vallate di rosso e di sole,
fanno eco alla mia vita.
Dal riposo fiammingo, il capo
su rami di pietra si volge
alla povera estasi. Se è
notte. Distese di cielo oltre
mari, incisi dalla luna
verde, rigirano coltelli.


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Cerimoniale

Catene e gemme di materia
nera accecano con pallidi
raggi, su scie di parole
inesplose. Contorni lignei
d'annata osservano jeans
complici su un trono di
mattoni. Lacrime e sospiri,
gelidi visi s'alternano
al capezzale delle idee.
Cuoio sorride impietoso
e in sospeso, testimone
di cerimonia. Forse, la
macabra fine di un rito.


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In Trappola


Angeli ipocriti sulla Terra
volano per false credenze.
Il Sole fende le ali
di vetro e d'ottone, alimenta
dolore e pianti energetici.
Correnti foniche diffondono
gracili voci. Serpenti truccati
ingurgitano pomi del peccato.
Fuggo eliminato da trappole
reali, rullo per le anime
sensibili. Parole a raggi
si espandono, vertigini di
nebbia, narcotici rifugi.
Un corvo, stella misogina,
vola immobile sul capo
di angusti spettri di carne.


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L'urlo

Ad Angelo S., compagno d'avventura

Privo di cuore, annuso quelle ossa
fredde di cenere, perdo speranze -
m'urlano i polmoni. Come in due stanze
di allegra follia, la luce rossa

abbaglia la dolcezza d'una fossa
sconsacrata, per le fallaci danze.
Solco di croce da oscure sembianze,
sei il passato già distrutto e percosso,

sei la preda d'un acceso delirio,
tra genio e pazzia. Non più lignei banchi
di nebbia sui nostri occhi, ma un bivio

al futuro, passioni e sogni stanchi,
angeli custodi d'un mondo stigio,
due corpi esangui tra lupi in branchi.


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Movimento in Corsa


Imperterriti soffi di vento
Solcano il mio corpo, intento
Nel suo moto lento e lineare
A danzare nella dolce Natura
Che di contro và al creare
Umano; opera che dura
E non dura e fa struggente
Nel suo divenire, il pensiero
Che tutto elabora freddamente
Avvolgendo e sublimando il Fiero
Uomo che da lontano, i suoi passi
Move, e per sempre ode la voce
Dell'istinto, che a voli bassi
Per il mondo conduce, ma che foce
Diviene del mio essere Ero.


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Ode a Ugo Foscolo

Salve o Uomo dalla luce tetra e lucente,
che i Natali avesti nell'immortale Arcadia
e nella schiava Italia ti rifugi sovente
in cerca di libertà, negata dall'invidia.
Tu, fallito fosti in politica e in amore,
al punto di immolare la tua giovane vita
per riscoprirti disincantato fiore
in Didimo Chierico, dalla forza sfiorita.
Tu, maestro di dolci rime in odi e sonetti
cantando e rimando da Zacinto alla Sera,
che nei grandi Sepolcri guardasti ai perfetti
ponendo valori e idee nella certezza vera.
Tu, che del dolce velo vesti le Grazie
Maestre di vita ed essenza della bellezza
e le inviti per le meravigliose dolci vie
affinchè dian del sublime suprema certezza,
Infondi il tuo spirito d'orgoglio e libertà
su noi incerti giovani letterati
tentati dal mondo e dall'omertà
di lasciar le Lettere per farci pirati.


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Cerco sonno


Veglia forzata é la mia notte.
Cerco il sonno, la quiete dello spirito,
rotto dal ballo dei miei sentimenti
sul canto doloroso dei miei ricordi.
Spero in te la quiete ma trovo
solo l'ira della mente
che suona, ormai, la mia vita
scordata!
Cerco in te il sonno,
ma spero soltanto nella quiete
eterna.
.......


Una margherita lambisce il limo
del mio inconscio dormiveglia:
sguardo candido, piacere
catastematico.
Profumo di una luce che,
inaridisce la mente,
ma, dolce, accende
l'amaro cor !

Di questa meraviglia, io,
sol temo la cecità!

 

 

 

 

 

 

 


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Cecità


Un brivido rompe il torpore
del mio già fragile sonno.
Tento di aprire gli occhi,
ma non c'è luce...
...non ho più gli occhi!
Tenebre, preludio di morte!

Naufrago, nel mare della mia mente,
cavalco le onde stige,
dei mie pensieri,
in un letto di morte.

E' il pianto il sol rimedio
a quegli occhi di bracia.
L'oblio,
di un addio!
Perché

Stringo tra le mani un "bacco" in miniatura,
mentre barcollo nei miei silenzi
ubriaco di dolore.
"…sei lontana,
ma non so il perché!"
Ti cerco,
con un guardo,
con un delirio,
ma trovo solo
ottenebranti sentimenti.
"…devo allontanarmi da te,
ma non voglio,
non posso.
Perché!?"
Non so fin quando resisterò,
a questa illusoria
terapia.
Mi resta soltanto stringere
Il ricordo solidificato
di un tuo sentimento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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