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Non solo auguri 

 

 

Apologia Feriale

 

Il problema della feria

è da sempre cosa seria :

con qualcuno o da eremiti

sono i giorni più graditi.

 

Il panettone è ancora in panza

e già si pensa alla vacanza.

<…il bambinello è appena nato

e non abbiamo prenotato…>

 

Questo è quanto a dicembre

ogni anno accade sempre:

e osservando la cometa

si propone qualche meta:

 

<Dai quest’ anno mi rovino

si va tutti a Portofino

e se poi  non siete paghi

si fa’  un salto fra i nuraghi>.

 

<No quest’ anno niente mare,

voglio andare a camminare>,

…è la solita gran lagna

di chi ama la montagna

 

Poi c’è il solito impegnato

che dell’ arte è innamorato,

lui propone a stretti denti

<…voglio ferie intelligenti…>

 

Certo poi non può mancare

chi vorrebbe espatriare,

ma si sa che le finanze

non stan dietro alle distanze…

 

Tante idee son sul tappeto

ma ognuna ha il suo veto,

sono tante e disparate

e tutte quante van vagliate

 

Mai nessun però propone

di accettar l’altrui opinione,

<…io piuttosto mangio i sassi

ma non torno sui miei passi !>

 

Si comincia a straparlare:

<…la mia idea è spettacolare,

alla tua non c’è di peggio

che restare qui a Reggio…>

 

<…già l’altr’anno t’ ho ascoltato

e sono ancora nauseato,

per quest’ anno ho deciso

voglio almeno il paradiso!!!>

 

Poi si passa ad elencare

ogni feria da scordare

con tristezza e un po’ di stizza

è la solita gran pizza.

 

<…mi ricordo con dolore

quell’ Estate a Camaiore…>

<…io ho nel cuor una gran pena

per quanto accadde in Val Gardena…>

 

<…mi sovviene quel pertugio,

tu dicesti :” è un buon rifugio”;

…ci passammo giorni cupi

attorniati da quei lupi…!!!>

 

<…il mio sangue ancor si gela

nel vedere barche a vela,

venti giorni in mezzo al mare

notte e giorno a vomitare.>

 

<…e quell’ anno oltre frontiera

a visitar terra straniera.

Su al nord ci son le bionde,

alte, belle sempre pronte…

 

…ma quel freddo maledetto

ci costrinse tutti a letto,

non con pezzi di vichinghe

ma con supposte e con siringhe…>

 

Finalmente arriva il saggio

li infonde assai coraggio

senza scrupoli e a ragione,

pone fine al tormentone.

 

<Queste storie sono posse

dobbiam darci delle mosse,

non possiamo tutti gli anni

ritornar sui nostri danni.

 

È molto bello andare via,

ma il clou è la compagnia

l’ importante e stare insieme

a color a cui vuoi bene>.

 

…ed anch’io che sto scrivendo

vorrei fare il mio commento,

 

devo dir che un pochino

questo saggio mi somglia,

io son uso andare in ferie

con mia moglie e con mia figlia.

 

 

Viva le Poste

 

Nella vita questo “ente”

è per tutti  assai presente

e in ogni squarcio di esistenza,

ne avvertiamo la presenza.

 

Fin dai tempi delle scuole

le domande mai son  sole,

che sian facili o sian toste,

stanno insieme alle risPOSTE.

 

Qualsicosa prelevata

per venire poi impiegata,

alla fin del suo utilizzo,

va riPOSTA con giudizio.

 

Poi il traffico si sa

è una piaga qui in città,

e se la macchina hai da usare,

hai il problem di POSTEggiare.

 

Se non volendo, hai sbagliato

e vuoi esser perdonato,

certo è, che poco costa,

dire :< Non l’ho fatto apPOSTA>.

 

Chi i milioni vuole fare

senza troppo faticare,

spera nel suo POSTEriore

e cerca il “6” a tutte l’ore.

 

Fra le cento e più canzoni

scritte da Claudio Baglioni,

è <Questo piccolo grande amore>,

insieme a <POSTEr>, la migliore.

 

Il Manzoni, un dì si chiese

se vera gloria ebbe “un”  francese

e benché avesse gran sapienza,

lasciò ai POSTEri sentenza.

 

 

 

Il Babbo va al lavoro

 

Alla mattina tutti stanno dormendo

quando il babbo già si sta alzando.

 

Si alza, si lava e si veste assai lesto

poi esce di casa che è ancor molto presto.

 

Giù in garage la sua auto l’ aspetta

per portarlo al lavoro a guadagnar la michetta.

 

La strada da fare è lunga e noiosa

e la percorre pensando a chi a casa riposa;

e mentre lui va per la solita via

ascolta la radio che gli fa compagnia.

 

Fra una canzone e qualche notizia

ecco imboccata la Milano - Venezia

che come un serpente, al buio, si snoda

e come ogni giorno è tutta una coda.

 

Poco più in là c’è poi il tangenziale,

che il solo guardarlo fa stare già male,

ma, facendosi forza e con tanto coraggio,

passa il casello e paga il pedaggio.

 

L’ultimo tratto di strada da fare

è in mezzo a un paese che si sta per svegliare

e il pensiero ritorna a quei due birbaccioni

che solo da poco hanno aperto gli occhioni,

insieme alla mamma ora stanno mangiando

pensando al babbo che ancor sta guidando.

 

…dopo la curva, la strada è diritta,

ed ecco, là in fondo, si vede la ditta…

 
 

 

 

 

 
La Maestra d’ Inglese

Per alcune ore al mese

affrontato abbiam inglese.

 

È una lingua un poco matta,

non si legge com’è scritta.

 

Devi far molta attenzione ,

leggi “UAN” se scrivi “ONE”.

 

Se hai “COLD”, stattene allerta

posson darti una coperta.

 

All’ inizio è stata dura,

ma con calma e non premura,

teacher Elena, paziente,

ce l’ ha impressa nella mente.

 

 

 

 

 

 

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