Cultura
A partire dall'XI secolo, in seguito alla ripresa
economica e alla stabilità politica dell'Impero, tutta la vita culturale
assunse un ritmo più vivace. Nel Medioevo l'organizzazione degli
studi era strettamente legata alla Chiesa che per la sua attività
di diffusione della dottrina cristiana e di apostolato, aveva bisogno
di basi culturali. Pertanto, per la formazione del clero, furono
istituite scuole presso i maggiori monasteri o presso le sedi vescovili(le
scuole abbaziali ed episcopali).Tra gli ordini monastici più importanti
vi fu quello benedettino, fondato nel V secolo da San Benedetto
da Norcia, che fu un centro artigianale agricolo e nello stesso
tempo scuola per istruire i monaci. Esistevano anche scuole parrocchiali,
per livelli più bassi d'istruzione: piccole scuole che non svolgevano
programmi sistematici ma che comunque lottarono contro l'analfabetismo,
presente in larga percentuale anche nelle classi più ricche. Alla
base del sapere vi era la Bibbia e la teologia era considerata la
scienza più importante alla quale erano subordinate tutte le altre
discipline. Ma l'insegnamento presuppone lettura, circolazione di
cultura, quindi libri. Nei monasteri vi erano perciò veri e propri
laboratori di produzione di libri, gli scriptoria. All'interno di
essi vi erano monaci che si dedicavano alla produzione dei testi
copiandoli a mano, e che per questo venivano detti amanuensi. Con
tale sistema però potevano essere prodotte pochissime copie, perciò
il libro anche a causa dell'alto costo del materiale (la pergamena),
era un oggetto raro e prezioso, dalla circolazione limitata e difficile.
Il suo valore era spesso arricchito da immagini colorate, le miniature,
opere di altri monaci che erano squisiti artisti. Accanto ai laboratori
di produzione dei libri si collocava poi la biblioteca, il luogo
dove si studiava e si formava il sapere. I monaci coltivavano le
più varie discipline, dalla letteratura alla filosofia alla storia,
dalla matematica all'astronomia alle scienze naturali, ecc. Pertanto,
presso i maggiori monasteri, vennero a formarsi col tempo importanti
biblioteche, ricche di libri di varia natura e provenienza. I legami
che esistevano tra i vari monasteri contribuivano anche alla circolazione
dei libri, cioè delle idee e della cultura. A poco a poco questi
centri di istruzione acquisirono maggiore autonomia e si organizzarono
come comunità di professori e studenti (università) aventi norme
proprie e particolari privilegi. Nell'XI secolo venne istituita
l'università di Bologna, la più antica di Europa, rinomata per lo
studio del diritto canonico e del diritto romano, e due secoli dopo
l'università di Parigi rinomata per la teologia. La Scolastica si
impose nella ricerca filosofica. Nel campo letterario nacque una
nuova letteratura in lingua latina e in volgare cioè la lingua parlata
dal popolo (volgo). La letteratura in volgare si sviluppò d'apprima
in Francia, dove si diffusero le "canzoni di gesta", poesie che
celebravano le imprese del leggendario Carlo Magno e dei suoi paladini
in difesa della cristianità minacciata dagli Arabi. I signori nei
castelli apprezzavano specialmente i cosidetti romanzi in versi,
e più tardi in prosa, che erano narrazioni di vicende leggendarie,
come quelle di re Artù, di Lancillotto e dei Cavalieri della Tavola
Rotonda. Godevano di molto fervore anche le storie degli eroi dell'antichità,
raccontate però secondo la mentalità del Medioevo: così Giulio Cesare
e Alessandro Magno vestivano e parlavano come signori feudali. Questi
testi si diffusero in seguito anche in Italia, Germania e in Spagna,
dove furono imitati stimolando il sorgere della letteratura volgare
anche in questi paesi. A partire dal XII secolo nella Francia meridionale
(Provenza) si affermò la poesia d'amore, cantata nelle corti dai
trovatori con l'accompagnamento di musica. Essa sarà imitata in
Italia dai poeti della cosidetta Scuola siciliana, sorta a Palermo
nella seconda metà del Duecento, con la quale ha inizio la nostra
letteratura. Nel campo della filosofia e delle lettere l'opera di
San Tommaso D'Aquino e quella di Dante rappresentano la massima
espressione della cultura medievale.
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