Nel caso in cui doveste fare segnalazioni di qualunque genere, fornire materiale, fare domande, scrivetemi cliccando qui.

 

Guerre e Campagne

535-552: GUERRA GOTICA

Giustiniano diede inizio nel 535 alla guerra gotica e inviò le truppe comandate da Belisario in Italia con il reale obbiettivo di conquistare la penisola. Belisario sbarcò in Sicilia e, risalendo a fatica verso nord, riuscì ad occupare le città di Napoli e Roma. L'intervento dei Franchi in aiuto degli Ostrogoti complicò la situazione e rese incerte le sorti del combattimento. Tuttavia l'esercito di Belisario riuscì ad impadronirsi di Ravenna prima di essere richiamato in Oriente, dove i Persiani avevano ripreso le ostilità.Non appena le truppe bizantine lasciarono l'Italia il nuovo re dei Goti, Totila,rientrò in possesso di parte dei territori perduti nel meridione. Egli cercò di trasformare la guerra in rivolta sociale e,per guadagnarsi l'appoggio delle masse contadine, le autorizzò a non pagare i canoni ai proprietari terrieri; concesse inoltre la libertà agli schiavi. I Bizantini inviarono un nuovo corpo di spedizione con il quale affrontarono e sconfissero Totila, che morì in battaglia(552); nel medesimo anno il nuovo sovrano degli Ostrogoti, Teia, subì la stessa sorte. I Bizantini poterono così condurre a termine la conquista della penisola. La vittoria dell'Oriente, conseguita cancellando ogni potenziale forza di rinascita, fu però effimera, e nel 568 il dilagare dei longobardi, una popolazione di origine germanica proveniente dalla Pannonia, pose fine alle ambizioni unitarie di Bisanzio.

568: INVASIONE DEI LONGOBARDI IN ITALIA

Nel 568 i guerrieri longobardi, guidati dal loro re Alboino, penetrarono nella penisola provenendo da nord-est. Essi trovarono un paese allo stremo, che non si era affatto ripreso dalla guerra greco-gotica da poco conclusa. L'esercito, in prevalenza mercenario, non era numeroso né animato da particolari velleità bellicose; e neppure si poteva sperare in rinforzi, vista la difficilissima situazione dell'impero bizantino nei Balcani, in quel periodo invasi dai popoli slavi, che vi si sarebbero stanziati per sempre. Le truppe bizantine si chiusero nei loro forti, laciandoli paese agli invasori, nella speranza di poterli magari comprare, più tardi, con loro: in fondo, si trattava di ex-federati di Bisanzio. Così i Longobardi dilagarono nella pianura padana, dove le città fortificate caddero l'una dopo l'altra: Pavia, destinata a diventare la loro capitale, resistette 3 anni. Il nuovo popolo invasore, nonostante i suoi contatti con Bisanzio, era portatore di una cultura germanica quasi intatta, la sua organizzazione politica era fondata sulla coesione della fara, il gruppo parentale che coincideva anche con l'unità di base dell'esercito: si trattava di una struttura tribale molto arcaica, nella quale si identificava con l'esercito, cioè con la totalità degli uomini liberi che portavano le armi. Le decisioni più importanti venivano prese, secondo l'antico costume germanico, nell'assemblea generale degli armati. I nuovi venuti si stanziarono sia nelle città sia nelle campagne, confiscando molte delle terre dei vinti. I Longobardi, infatti, a differenza degli ostrogoti, erano venuti in Italia da nemici dichiarati, e l'unico diritto che potevano esercitare era quello di conquista. In un primo tempo l'abilità politica di Alboino, mitigò le violenze, ma l'assassinio del re nel 572, dovuto al tradimento e all'oro bizantino, aprì la strada ad un periodo durissimo: il suo successore Clefi attuò una sanguinosa repressione, sterminando buona parte del ceto dei proprietari terrieri più ricchi, ossia dell'antica classe dirigente appartenente al ceto senatorio. Negli anni seguenti, scomparso nel 574 anche Clefi in circostanze analoghe a quelle di Alboino, i Longobardi non elessero un altro re e parvero disintegrarsi in una miriade di piccoli gruppi armati, guidati da condottieri(duchi) che percorrevano il paese al solo scopo, almeno in apparenza, di fare bottino:superato l'Appennino, queste bande giunsero in Toscana, in Unbria e, nel sud, fino a Benevento. Le poche fonti superstiti parlano di distruzioni e massacri, in specie di chiese e monasteri.

712: LIUTPRANDO RIPRENDE L'ESPANSIONISMO VERSO I TERRITORI BIZANTINI

Lo scontro tra l'imperatore iconoclasta e la chiesa di Roma, scoppiò nel 727 quando le popolazioni dell'Italia Bizantina si sollevarono contro Leone. In quell'occasione, i Longobardi accorsero in aiuto del papa contro l'esarca, e diverse città bizantine dell'Emilia si sottomisero al potere del cattolico re Liutprando, mentre nelle lagune venete il duca si era reso autonomo da Bisanzio. Sfruttando la crisi iconoclasta il regno Longobardo ebbe la reale possibilità di eliminare l'impero dalla penisola. Il sovrano longobardo tuttavia non riuscì ad ottenere il dominio sull'intera penisola.

827: SBARCO DEGLI ARABI IN SICILIA E INIZIO DELLA CONQUISTA DELL'ISOLA

L'espansione degli Arabi, bloccata sul continente da Carlo Martello, continuava nell'area del Mediterraneo, mare di cui dominavano le coste. Padroni di gran parte della Spagna, durante il 9° secolo, essi occuparono la Sicilia, da dove effettuavano scorrerie piratesche sulle sponde tirreniche e adriatiche. Nel 10° secolo si insediarono anche sulle coste della Sardegna e della Corsica.

965: OTTONE 1° SCONFIGGE I MAGIARI A LECHFELD

Nel 965 re dei Germani era Ottone 1°. Egli riuscì a portare la Lotaringia, il regno centrale carolingio, sotto il suo controllo e a por fine alle ribellioni all'interno del regno, appellandosi all'unità franca contro gli incursori Magiari. La vittoria sui Magiari a Lechfeld nel 955 coronò di successo la sua politica e gli guadagnò il titolo di Ottone il grande. I Magiari furono costretti a restare entro i confini dell'Ungheria.

1030: INCURSIONE DEI NORMANNI IN ITALIA MERIDIONALE

Le tendenze espansionistiche dei Normanni crearono preoccupazioni alla Chiesa, che decise di bloccare l'ascesa di questa nuova potenza con un intervento militare che però si concluse con una sconfitta delle truppe pontificie. I Normanni seppero trarre considerevoli vantaggi dalla loro vittoria: trattarono con ogni riguardo il Papa e lo posero in libertà, creando così le premesse per ottenere l'appoggio della Chiesa.

1122: LOTTA PER LE INVESTITURE

La contesa tra papa e Imperatore per l'investitura di vescovi e prelati da parte di laici arrivò ad una tregua nel 1122, quando Enrico 5° e papa Callisto 2° si incontrarono a Worms in Germania. Il punto cruciale della controversia era rappresentato dal conflitto d'autorità tra i due maggiori rappresentanti del Cristianesimo, il Papa e l'imperatore, ognuno dei quali si considerava il rappresentante di Dio in terra per volere divino.