I mitici sette anni del Brasile - 2

telecomunicazioni. In pratica il numero dei telefoni fissi si è triplicato”.
Le cifre, ormai in libertà, continuano a saltellare leggere per la stanza e si infilano nelle finestre socchiuse scendendo in Piazza Navona. Sono state registrate e per il momento non ci interessano più. Ora anche la conversazione saltella qua e là, senza cifre anch’essa si fa più leggera. A Porto Alegre, in Brasile, si stava svolgendo il raduno dei no-globals e l’argomento mi interessava in modo particolare.
“Eccellenza - chiedo all’Ambasciatore - anche Porto Alegre ha beneficiato del piano settennale ed è diventata più bella e più moderna. Speriamo che i no-globals, ritornati lì dove sono nati, non la distruggano. Ma lei che ne pensa del ruolo che si sono arrogati, di rappresentare cioè le istanze dei paesi sottosviluppati e di ritenersi autorizzati a lottare per i loro diritti negati? 
“Non li rappresentano, ma possono diventare una O.N.G. e costituire un forum differenziato di dibattito ed antagonista al mondo industrializzato. Le contrapposizioni violente non sono la via migliore per raggiungere gli obiettivi. A me piace il dialogo capace di favorire l’evolversi costruttivo dei problemi verso una loro soluzione”.
“Ma a Genova - obietto - i no-globals non hanno cercato il dialogo. Essi affermano che un nuovo mondo è possibile e lo vogliono cambiare a loro piacimento”.
"Non so se sia necessario cambiare il mondo. Sono piuttosto necessari normali processi evolutivi, nei settori essenziali come la politica e l’economia. Sono necessari processi evolutivi dinamici in armonia con l’evoluzione dell’uomo. I cambiamenti hanno dei tempi propri e non si possono forzare".
“I no-globals hanno scoperto qualche nuovo dèmone contro cui lottare e a me pare che ora essi siano più coerenti con i loro obiettivi. Ma non abbandonano i vecchi dèmoni, rappresentati soprattutto da organizzazioni come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale. Questi organismi sono davvero dei dèmoni, Eccellenza?”
“Non mi sembra. Si stanno anzi evolvendo secondo le necessità e le esigenze del mondo di oggi. A mio avviso sono organismi che funzionano bene”.
Banca Mondiale, Fondo monetario, la conversazione cade naturalmente sul dramma dell’Argentina e sui suoi gravissimi problemi, primo tra tutti i debiti contratti con questi organismi.
“Il Brasile - chiedo al mio interlocutore - sta in qualche modo risentendo dei drammi dell’Argentina?”
“L’Argentina - osserva l’Ambasciatore - sta attraversando un momento delicato ed ha necessità di risolvere i suoi problemi economici. Noi siamo ovviamente preoccupati. Abbiamo diverse affinità con il nostro vicino e stiamo cercando di fare del nostro meglio per aiutarlo ad uscire dalla crisi. Certo, sono stati commessi degli errori, ci si è avventurati in una politica economica inadeguata alle condizioni macro-economiche del paese. Non sono un economista e non sono in grado di fare un’analisi approfondita delle cause che hanno determinato questa situazione. Ma è necessario trovare rapide soluzioni pensando anche al Mercosud, cioè all’associazione di paesi latino-americani nella quale l’Argentina è inserita come uno dei più importanti”.
“Ma gli argentini contestano le misure economiche del governo”.
“Hanno piuttosto difficoltà di accettare le misure restrittive che l’economia del paese impone. Hanno bisogno di recuperare il tempo perduto”.
“Auguriamoci che essi sappiano risolvere presto i loro problemi”.
Certo - afferma S.E. Matarazzo - per più di una ragione. Interessa anche all’Italia. Il 50 per cento della popolazione argentina è di origine italiana”.
“... E tutti vorrebbero tornare in Italia - aggiungo senza malizia - Fanno bene a pensare di venire in Italia?
“No - mi risponde con fermezza - E’ solo una crisi momentanea”.
Eccellenza - continuo riproponendo il tema del sottosviluppo e quello della fame dei paesi poveri - ad ogni occasione di incontro con personalità come lei io chiedo se vi sia una soluzione al problema della fame nel mondo, se vi sia un’idea nuova visto che malgrado gli sforzi, ormai di oltre mezzo secolo, i metodi della F.A.O., per esempio, non portano a nulla o quasi”.
“Credo che se lo sapessi mi si potrebbe candidare per il Premio Nobel. Io posso dirle quel che ha fatto il Brasile per sollevarsi dalle sue condizioni. Le cifre le abbiamo viste. Aggiungerò che un primo passo è quello di avere un governo che funzioni proprio in quei settori essenziali dello sviluppo spendendo oculatamente i soldi a disposizione ed evitando eccessivi indebitamenti. Il Brasile ha attraversato diverse fasi del suo sviluppo, ha ridotto le spese, ha eliminato gli intermediarismi ed ha avviato iniziative sociali delle quali la popolazione ha potuto beneficiare direttamente. Quando si riesce a controllare le spese e gli investimenti sono corretti, anche la fiducia trova credito. Il Brasile ha investimenti per circa trenta miliardi di dollari. Gli italiani, per esempio, sono il quinto, forse il quarto paese investitore nel Brasile. E’ un esempio di incontro felice tra capitale straniero e partners locali intelligenti ed affidabili”.
“Insomma, come sostiene mia moglie, gli stati ed i governi devono comportarsi come ci si deve comportare in una famiglia seria con un capo di buon senso”.
“Certo. Però lo stato è una grande famiglia con molti figli, cognati, suoceri, nuore, cugini, zii e parenti vari. I problemi sono differenti e molteplici. Un governo quindi, come un buon padre di famiglia, deve riuscire ad affrontare i problemi di tutti nelle loro varie articolazioni”. 
Io mi permetto di osservare che questa capacità di comprensione, di disponibilità seria e sincera nella ricerca delle soluzioni migliori e più adeguate, questa forza d’animo che taluni paesi mostrano di possedere, è molto difficile trovarla in giro per il mondo, così come è estremamente difficile che chi ha il potere e potrebbe esercitarlo per contribuire a risolvere i grandi problemi mondiali se ne preoccupi. In genere chi ha in mano il potere lo esercita per fini propri e non mostra alcuna intenzione ad ascoltare chi, forse, con mente e cuore puri, potrebbe suggerire formule risolutive.