GRECIA: NON C'E' DUE
 SENZA TRE?

Tornare all’Ambasciata di Grecia, dopo molti anni di assenza, e partecipare al consueto ricevimento che ogni anno viene offerto in occasione dell’anniversario dell’indipendenza del paese, ha avuto come conseguenza un lieto e nostalgico ritorno ai miei anni di scuola, quando lo studio della storia affascinava la mia mente e la mia fantasia. Galeotta č stata la data della proclamazione dell’indipendenza della Grecia. Qualcuno, nel corso del ricevimento, e dietro mia richiesta, l’ha posizionata al 1921 ed altri in epoche diverse addirittura cent’anni prima. Sicchč ora, mentre mi accingo al consueto compito di cronista diplomatico, mi ritrovo con un’enciclopedia tra le mani ed un tuffo negli anni giovanili. 
L’impegno ad essere serio e preciso mi riporta a quel lontanissimo passato allorquando la lettura dei libri di storia mi preparava misteriosamente ad un futuro di viaggi che una carriera di giornalista allora inimmaginabile mi avrebbe aperto. E in virtů di quella verdissima percezione di futuro, per un paio di volte in questi ultimi vent’anni, si sono inseriti anche due viaggi in Grecia cui oggi segue una probabilitŕ di un ritorno per la terza volta..
Ma la data dell’indipendenza greca? Sfoglio il mio libro e dalla lettura delle vicende storiche della Grecia, anche dei soli ultimi centottant’anni, si solleva un “tourbillon” di eventi che mi lascia meditabondo e per certi versi mi richiama alle vicende italiane per la conquista della nostra indipendenza. Anche i Greci ebbero i loro “carbonari”, le associazioni segrete dette le “eterie”, e quanti piccoli eroi italiani piemontesi, siciliani triestini tra i quali Santorre di Santarosa, o frondisti garibaldini, corsero a dare manforte ai patrioti greci. Scorro le pagine e mi appassionano la descrizione del primo tentativo di insurrezione del 1818 di Alessandro Ipsilanti, le ribellioni della Valachia e di Giannina che diffondevano un primo sentore della conquista della indipendenza, le esaltazioni del primo governo greco di Maurocordato, i soprusi degli Inglesi e dei Francesi che cancellarono le prime, timide speranze di rinnovamento. Nemmeno Ottone I° di Baviera ebbe fortuna, come primo re di una Grecia allora irriconoscibile e fatta geograficamente a pezzi.
Le date si accavallano e si scontrano nella storia ellenica, sul cui palcoscenico ad un certo momento appare anche il generale Pŕnkalos, oscuro ed effimero presidente repubblicano che io lascio al suo destino mentre me ne vado faticosamente alla ricerca della data ufficiale per stabilire definitivamente quando nacque la Repubblica di Grecia. 
Il mio libro la colloca al 25 di marzo 1924. Una certezza, finalmente!, se non vi sono errori di stampa. Io dunque incontro S.E.Constantin Yerocostopoulos e la sua gentile signora nel corso del settantanovesimo anniversario della proclamazione della Repubblica ellenica, nella elegante e un po’ vittoriana sede ambassadoriale di Via Mercadante. E’ stato un ricevimento affollato di amici della Grecia, utile e fruttuoso ai fini del mio lavoro di cronista diplomatico, nel corso del quale ho incontrato ambasciatori che ancora non conoscevo e che mi auguro potranno entrare a loro volta - in occasione di qualche altro avvenimento diplomatico analogo - in questa rubrica giornalitico-mondana.
Ho soprattutto notato con piacere - per ragioni ovvie, storiche ed attuali - la presenza di S.E. Nekarti Utkam, Ambasciatore della Turchia, e dell’Ambasciatore d’Egitto con i quali mi sarei volentieri intrattenuto per conoscere quali risposte essi abbiano dato nell’incontro con il nostro Presidente del Consiglio-Ministro degli Esteri a proposito delle “carrette” del mare che partono dai loro paesi e trasp
ortano in Italia uomini, donne e bambini che fuggono dalla disperazione e dalla fame. Una lieta nuova conoscenza si č instaurata con S.E. Josef Mikloško, Ambasciatore della Repubblica di Slovacchia, e con S.E. Le Vinh Thu, Ambasciatore del Vietnam, mentre dal console keniano A.M.Mwaura ho raccolto interessanti indicazioni. Una vecchia conoscenza č stata invece rinverdita. Si tratta dell’Ambasciatore dell’Uganda, S.E. Vincent Kirabokyamaria, dal quale ho appreso che se in Uganda si verificano ancora conflitti cruenti essi sono dovuti alle incursioni dal Sudan degli indomabili nostalgici dell’ex dittatore Idi Amin. 
Alle vent’uno il ricevimento finisce. Ce ne andiamo in pace, lieti di aver ristabilito con l’Ambasciata di Grecia vecchie e buone relazioni. 

F.P.

Cronaca fotografica del ricevimento. In alto S.E. Constantin Yerocostopoulos e la sua gentile signora mentre ricevono gli ospiti.