Lo si è potuto solo intuire al ricevimento offerto da S.E. Himachal Som, Ambasciatore dell’India, in occasione del 54.o anniversario dell’indipendenza della Confederazione indiana 

Il mondo è ormai una palla nelle mani di chiunque pensi di saperci giocare. Si sa tutto di tutti e riteniamo che non vi sia più nulla di nascosto. Cultura, arte, tradizioni, folklore, problemi, conflitti etnici e via dicendo, possiamo dire di conoscere parecchio anche dei paesi più lontani. Eppure basterebbe rientrare nel tempo anche solo di un paio di decenni, quando l’Oriente ci appariva così lontano da considerare i libri di Emilio Salgari ancora di palpitante attrazione, e ci scopriremmo ancora oggi soggiogati dal mistero dell’Oriente talché se la RAI decidesse di ripresentarci una volta ancora le avventure di Sandokan sicuramente ce ne sentiremmo avvolti come la prima volta. I paesi orientali - geograficamente ormai così vicini - sono mete comuni per chi può permettersi di spendere qualche milione di vecchie lire, ma non crediamo per questo di riuscire a capire il mistero, lo spirito ed il fascino intimo, nascosto dell’Oriente.
L’India rappresenta per intero sia l’uno che l’altro. Penetrare in quello spirito e sentire la pelle fasciata di quel fascino è una esaltazione che solo a pochi è riservata, a quanti cioè non solo visitano regolarmente l’India in cerca dei luoghi meno affollati di turisti ma gioiscono della gioia di leggere e capire i testi indiani.
A tutti gli altri...non resta che accostarsi al fascino dell’India per quello che è possibile ottenere restando a Roma. 
L’Ambasciata dell’India cerca di sopperire organizzando manifestazioni culturali e, ad ogni anniversario della nascita della Confederazione indiana, festeggiando la ricorrenza invitando gli amici dell’India al consueto ricevimento.
Quest’anno il ricevimento è stato offerto da S.E. Himachal Som e dalla sua gentile consorte signora Reba al Palazzo Barberini le cui sale (riservate al circolo ufficiali) si sono rapidamente riempite di un pubblico quanto mai eterogeneo, in mezzo al quale si distinguevano naturalmente le divise militari indiane e gli splendidi sari che le donne indiane sfoggiavano con superba naturalezza. E poi i piatti della cucina tradizionale indiana, tutti etichettati dai nomi tipici in lingua hindu ma con una ...tranquilla traduzione inglese. 
Tra la folla numerosi ambasciatori, come di consueto in queste occasioni, personalità varie del mondo culturale, politico ed economico. Non chiedetemene i nomi. Sono riluttante alla forma cronachistica con cui si descrivono questi avvenimenti. Desidero piuttosto informare i miei lettori che S.E. L’Ambasciatore mi ha promesso di aiutarmi nella realizzazione di un “dossier” da dedicare all’India, sulla linea di quelli già dedicati a numerosi paesi e rintracciabili nel nostro sito web.
Dell’India, pertanto, mi auguro di poterne riparlare invitando a mia volta quanti seguono il nostro “media” a pazientare un poco per partecipare al nostro... ricevimento. Nessun piatto tradizionale. Solo parole e foto. (F.P.)

Sopra, S.E. Imachal Som e la sua amabile consorte, signora Reba, ricevono gli ospiti. In alto ancora l’Ambasciatore a conversazione con il direttore di “Popoli Nuovi”, che si intrattiene anche con gli Ambasciatori della Malaysia. S.E. Dato Shamsudin Abdullah e dello Yemen S.E. Mohamed Saleh A. Al-Hilaly   (a sinistra) e con il primo segretario dell’Ambasciata indiana M. Sevala Naik (a destra).