Dalla Libia con amore e nostalgia

 

La Libia: non vi è ricevimento che l’Ambasciata di Libia organizzi senza che io, partecipandovi, non ricordi con amore e nostalgia il tempo trascorso a Tripoli come condirettore del "Giornale di Tripoli", un organo di stampa per gli italiani che vivevano in Libia e che resistette sino all’avvento al potere di Mohammar Gheddafi. E non vi è ricevimento dell’Ambasciata di Libia al quale io partecipo senza che non mi accompagni il pensiero ed il desiderio di ritornare in quel paese, non nella veste di un qualsiasi visitatore o turista ma in quella professionale di giornalista convinto di aver lasciato in sospeso un progetto che il tempo non ha scalfito ma semmai reso sempre più vivo e di attualità.
I progetti, purtroppo, più sono ambiziosi e più difficile è trovare credito quando a proporli sono idealisti come me e per giunta non ammanicati con il potere. Non per questo la loro validità viene a mancare. Anzi, questo è un progetto dall’aria...cinese: attende, cioè, con pazienza, sulla riva del fiume, che passino i cadaveri di alcuni tentativi analoghi e si realizzi alla fine quello che nel sito internet del giornale “Popoli Nuovi” è illustrato da molti anni come il più originale e più valido progetto cosiddetto delle “federazioni verticali”, poste a cavallo del Mediterraneo, che dovrebbe prendere l’avvio proprio da Tripoli. 
Il progetto è rintracciabile nel sito internet del giornale sotto il titolo: “Metti, se Italia e Libia decidessero di federarsi...”. Ha ormai sulle spalle molti anni senza gli acciacchi dell’età. Ne avevo illustrato i contenuti anche ad Abdurrahman M. Shalgam, attualmente Ministro degli Affari Esteri di Libia, quando era Ambasciatore a Roma. Erano in verità momenti molto difficili ed ogni progetto che guardasse avanti aveva la vista corta. Ora molte cose sono cambiate ed i tempi nuovi probabilmente potrebbero giocare a favore delle vecchie idee.
Intanto, in attesa di capire se il progetto riuscirà in qualche modo a riemergere dalla polvere del tempo e della negligenza, devo complimentarmi con S.E. il Segretario dell’Ufficio popolare, il signor Abdulati Ibrahim Alobidi
(foto in alto) perché anche l’Ambasciata di Libia ha accolto l’esortazione che questo giornale non si stanca di rivolgere a quanti hanno il compito di far conoscere agli italiani non soltanto i piatti tradizionali della cucina dei loro paesi, settore culturale indubbiamente importante da conoscere ed apprezzare, ma anche la danza, la musica, le canzoni, il folklore con cui nutrire lo spirito più che lo stomaco di quanti frequentano questo tipo di avvenimenti mondani.  F. P.

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