AL PORTOGALLO DEVE MOLTO LA STORIA DEL MONDO


Ritengo che qualche volta valga la pena di ripetersi non tanto in omaggio ad un antico modo di dire latino secondo cui le ripetizioni giovano (il ”repetita juvant” non serve, secondo il mio modesto modo mi vedere, a quei sordi che non amano ascoltare), ma in quanto si trovano sempre strada facendo nuovi ascoltatori desiderosi di intendere.
Sicché sono lieto di ribadire che, ad ogni ricevimento diplomatico al quale “Popoli Nuovi” è invitato, nella mia funzione di direttore del giornale, non so fare a meno di chiedermi quanti siano, tra le personalità più o meno importanti invitate a questi eleganti e ricercati ricevimenti organizzati in genere per solennizzare l’anniversario dell’indipendenza del paese il cui Ambasciatore decide di dare la festa, quanti siano dicevo coloro che colgono l’occasione per capire qualcosa di più del paese che li sta ospitando.
Il Portogallo è uno di quei paesi che stimola la curiosità ed induce ad un apprendimento più approfondito. Il ricevimento offerto da S.E. J. Cesar Paulouro das Neves e dalla squisita signora Maria Josè è stata dunque la piacevole occasione per riportarmi su alcuni libri di storia. Io credo che intimamente questo sia ciò che si attendono gli Ambasciatori quando organizzano questo genere di festeggiamenti.
Dunque vediamo: apro una enciclopedia e che mi càpita per prima cosa, occasionalmente, sotto gli occhi? Che Donna Inês De Castro, uccisa dai cortigiani del re Alfonso IV, venne nominata regina dopo la morte. Credo che questo sia il primo caso di una incoronazione post mortem. Ma inserendosi nella storia avventurosa del Portogallo vi è anche qualche altra peculiarità in cui imbattersi, quella per esempio di un re Alfonso III che entra in scena nel 1245, un secolo dopo di un altro re Alfonso VII, e quella di elencare ben tre dichiarazioni di indipendenza. 
Popolo di guerrieri e di contadini, il Portogallo divenne un popolo di navigatori e di esploratori in virtù delle intuizioni di un tale Duca Enrico il quale, senza aver mai navigato, fondò una scuola di marinai e per questo si meritò l’appellativo di “navigatore”. Ma fu quella scuola a consentire ai grandi navigatori portoghesi di conquistare il mondo. Dell’influenza religiosa sulle vicende del Portogallo si può dire quel che si vuole ma è indubitato che se l’inquisizione cominciò a morire lo si deve al marchese di Plombar che non riformò solo l’amministrazione pubblica e l’istruzione ma cacciò l’Ordine dei Gesuiti primo esempio al mondo di reazione violenta allo strapotere delle chiesa di quel tempo.
A motivo del ricevimento di S.E. Pauoloro das Neves io ora del Portogallo ne so un po’ più di prima Mi auguro di aver sufficientemente incuriosito anche i miei lettori poiché durante il ricevimento non è stata la storia a tenere banco ma il buffet e soprattutto l’argomento del giorno. Era infatti il 10 giugno e si apriva a Roma il vertice mondiale della F.A.O. sull’alimentazione sul quale avevo già espresso le mie considerazioni critiche (
potete cliccare qui se vi interessa conoscerle) e sul quale ho cercato di raccogliere il pensiero del Decano degli Ambasciatori, S.E. Paolo Romeo, Nunzio Apostolico Vaticano, e della signora Margherita Boniver, Sottosegretario agli Affari Esteri. Qualcosa mi dice che vi interesserebbe conoscere anche i loro punti di vista, ma non mi rimane più spazio.

                                                                                                                                          F. P.

Le foto: S.E. J. Cesar Paulouro das Neves, Ambasciatore del Portogallo, al quale stiamo presentando i nostri omaggi; uno scambio di considerazioni insieme al Decano degli Ambasciatori, S. E. Paolo Romeo, Nunzio Apostolico e  alla sig.ra Margherita Boniver, Sottosegretario agli Affari Esteri. Nelle altre due foto il gruppo degli studenti della "Universidade Catòlica Portuguesa insieme al loro coordinatore, Josè Cornèlio da Silva, e una istantenea sul ricevimento.