IL SENEGAL 
IN BARCA 
SUL TEVERE

Festeggiato l'anniver- sario dell’indipendenza nazionale a bordo del galleggiante dell’”Associazione Amici del Tevere”

In questi ultimi anni il Senegal ha attraversato momenti difficili. Si può ben giustificare la ragione per cui l’Ambasciata del Senegal ha rinunciato a solennizzare qui a Roma in forma ufficiale e tradizionale la Festa Nazionale per l’indipendenza del paese e i ricevimenti cui di solito partecipa il mondo diplomatico della capitale hanno dovuto cedere il posto ad incontri discreti con la sola comunità dei Senegalesi di Roma.
Essi tuttavia non hanno mai rinunciato a celebrare il 4 aprile tra di loro, nelle loro comunità, come è avvenuto per esempio nell’ultima occasione quando la comunità dei Senegalesi di Roma ha addirittura prolungato per tre giorni i festeggiamenti, organizzatore carismatico ed indiscusso Pape Siriman Kanute, un Senegalese eclettico e dinamico, capace non solo di organizzare feste ed altre cose ma anche di suonare il sassofono, il kara e strumenti vari non solo senegalesi. 
Per incontrarsi, suonare, cantare, recitare e stare in allegria questa volta i Senegalesi hanno scelto una barca. Proprio una barca. Ma non era una barca qualsiasi. Era il galleggiante della “Associazione Amici del Tevere” che in giorni e feste comandate come è stato l’ultimo Capo d’Anno, naviga sul Tevere tra balli e canti e fiumi di spumante. In quelle occasioni la barca non è più un modesto galleggiante attraccato al mitico fiume ma diventa la “Nave della Libertà”.
In quelle tre serate prenotate dai Senegalesi il galleggiante non si è mosso. I problemi connessi alla navigazione sul Tevere sono molteplici e l’Associazione - che vive della forza, del coraggio e della passione di Carmine Gammella, il suo socio fondatore nonché unico ed inamovibile presidente che comprò il barcone quando era fuori uso con i quattrini della sua magra pensione e, tra le proteste della moglie, cominciò pazientemente , dispendiosamente quanto era possibile ma tenacemente a riadattarla fino a farne un punto di incontro legalizzato infine con atto notarile - tira avanti con le iscrizioni dei soci e con noleggi come hanno fatto i >Z Senegalesi.
Ora gli sono diventati amici anche tutti i membri della comunità senegalese di Roma a cominciare da Siriman Kanute e dal consigliere politico-cultutrale dell’Ambasciata del Senegal, Abdoukarim Diouf, che ha presenziato ai festeggiamenti del 4 aprile. Eravamo anche noi della partita, invitati da Kanute mentre Carmine Gammella ci ha nominati seduta stante, subito al nostro primo incontro, membri onorari dell’Associazione.
La festa si è snodata gradevolmente tra balli, canti e recitazioni affidate ad un gruppetto di attorni molto in erba. Tra un ritmo di tamburi e l’altro Kanute è riuscito ad interpretare - senza farlo pesare - le vicissitudini dell’Africa dominata dal colonialismo sino agli anni dell’indipendenza del continente africano, mentre il consigliere politico ha volentieri accettato l’invito a prendere la parola per portare il saluto dell’Ambasciatore impegnato altrove, il suo saluto personale a tutti i partecipanti, il suo ringraziamento ed il suo augurio. 

Kanute mentre suona il kora e gli altri orchestrali e insieme al consigliere Diouf. Uno sguardo alla sala. L’esibizione di una ballerina in una danza tradizionale e ancora Kanute mentre dà delle indicazioni ai piccoli attori. Infine due parole con il consigliere Diouf ricordando il tempo della nostra visita in Senegal .