TUNISIA: COSÌ' VICINA, COSÌ  LONTANA 

S.E. Azouz Ennifar, Ambasciatore della Tunisia, se ne va dall’Italia per assumere altri nuovi ed importanti incarichi che il suo governo gli ha indicato. Devo esprimere il mio rammarico per la sua partenza dall’Italia ed al tempo stesso complimentarmi naturalmente con lui per i nuovi impegni cui è chiamato. 
Con lui, per le sue doti notevoli di diplomatico, ma per quanto mi riguarda per la sua cordialità e per la considerazione dimostrata nei confronti del mio giornale, la Tunisia mi è sembrata ancora più vicina di quel che mostra la carta geografica. Con la sua partenza ora quel paese mi appare molto più lontano. Tornerò forse a sentirlo vicino se i progetti elaborati insieme al direttore dell’ufficio nazionale per il turismo tunisino a Roma, Karim Jatlaoui si trasformeranno in una felice realtà. 
Siamo tornati a parlarne proprio in occasione del ricevimento che l’Ambasciatore tunisino ha organizzato presso la residenza come un “farewell” per la sua partenza. Un viaggio in Tunisia non è un viaggio qualsiasi, appena al di là della Sicilia. La Tunisia è un gioco delle sensazioni. Non è semplicemente l’Africa a portata di mano o la porta del vecchio continente. La Tunisia è un insegnamento ed una constatazione per chiunque pensi ad un viaggio in Africa senza conoscere nulla di questo continente. Le correnti del turismo internazionale si riversano ormai verso l’Africa in modo sempre più massiccio ma l’Africa non si rivela al turismo che corre ed ha i giorni contati. L’Africa ha i suoi enigmi ed i suoi misteri ai quali ci si può accostare e si possono capire soltanto quando non si ha fretta e soprattutto quando si ha l’animo libero da ogni pregiudizio.
La Tunisia li può già indicare a quanti sono affascinati dall’Africa senza conoscerla per nulla, a quanti desidererebbero accostarsene ma ne sono intimoriti. La Tunisia consente a costoro di affacciarsi all’Africa, di sentirne l’odore, il calore e stordirsi del suo colore perché offre a chiunque la possibilità di un ripensamento, di un frettoloso rientro sull’altra sponda del Mediterraneo. 
Per me, invece, il viaggio programmato verso la Tunisia probabilmente sarà anche il mio definitivo saluto all’Africa, il mio “farewell” ad un continente ove imparai a muovere i primi passi di una professione - quella del giornalista e scrittore - che mi sta tuttora rivestendo come di una seconda pelle.
L’Africa intanto è riemersa alla residenza dell’Ambasciatore non soltanto per i consueti incontri con il mondo diplomatico africano, ma soprattutto con i piatti della tradizionale cucina tunisina, trascinati sui buffets da uno sfolgorante “kuskusu”.
Tra una portata e l’altra l’Ambasciatore Ennifar ha ricevuto l’omaggio dei colleghi africani i quali, attraverso l’occasionale portavoce nella persona dell’Ambasciatore d’Egitto, gli anno fatto dono di un prezioso vassoio. A tutti S.E. Ennifar si è poi rivolto esprimendo il suo ringraziamento, il suo rammarico per dover abbandonare una città come Roma ed il suo augurio a tutti gli amici che hanno avuto il...coraggio di partecipare alla serata malgrado infuriasse il diluvio e la sera fosse squarciata da fulmini e saette. Anche il cielo di Roma, forse, stava rispondendo a modo suo al “farewell” dell’Ambasciatore tunisino.

Le foto: In alto, il nostro saluto a S.E. Azouz Ennifar; l’omaggio al collega che lascia Roma da parte del mondo diplomatico della capitale, consegnato dall’Ambasciatore d’Egitto, S.E. Nehad Ibrahim Abdel Latif, e il discorso di ringraziamento dell’Ambasciatore tunisino. Nelle altre foto: cordialità e convenevoli scambiati durante il ricevimento: con il direttore dell’ufficio turistico tunisino, Karim Jatlaoui, e il delegato generale per l’Italia dell’agenzia per la promozione degli investimenti esteri in Tunisia, Hechmi Chatmen; con gli Ambasciatori dell’Egitto e del Sud Africa, S.E. Antony Mongalo; con il nuovo Ambasciatore della Mauritania, S.E. Hamoud Ould Ely; con Mons. Agostino Marchetto, rappresentante della Santa Sede presso la F.A.O, e con i coniugi Marchand.

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