Il timore che vagava nell’aria - è proprio il caso di dirlo - il quel meriggio del 19 giugno scorso, era che si ripetessero i lampi e la pioggia scrosciante che aveva tentato di rovinare la festa di addio data dall’ Ambasciatore della Tunisia Azouz Ennifar qualche tempo prima.
Questa volta a temere il peggio era il nuovo Ambasciatore tunisino. S.E Mohamed Jegham che aveva organizzato presso la residenza privata la “Serata dei Gelsomini” , una festa tradizionale per la Tunisia che contempla proprio nel gelsomino il fiore nazionale e il tipico ornamento delle toilettes femminili. 
I nuvoloni neri carichi di pioggia hanno vagato per un po’ nel cielo di Roma, nella parte ove insiste la villa dell’Ambasciatore. Certo, gli invitati si sarebbero potuti raccogliere nelle ampie sale della villa, come era successo la volta precedente, ma tutto era stato organizzato per trarre il maggior successo dal meraviglioso parco che circonda la residenza. 
Insomma, tutto è andato bene; anzi, per il meglio ed i numerosissimi ospiti si sono trovati perfettamente a loro agio.
Questi sono i ricevimenti che “Popoli Nuovi” predilige, apprezza e ne fa oggetto di piacevole critica. Ci siamo ripetuti spesso negli anni passati e  desideriamo ricordarlo una volta ancora. Nei vecchi numeri d’archivio del nostro giornale si può ritrovare copie delle cosiddette “lettere aperte” scritte per far rispettosamente conoscere al mondo diplomatico il nostro pensiero in riferimento ai ricevimenti che le Ambasciate organizzano in occasione delle feste nazionali. “Più balletts e meno buffets” era il titolo di quelle lettere aperte con le quali invitavamo a dare importanza alle cose che possono nutrire lo spirito più  che lo stomaco e far conoscere, specie dei paesi esotici e meno conosciuti, la loro cultura, le tradizioni, il folklore. Certo, anche la loro cucina che contribuisce all’arricchimento culturale, ma non soltanto cucina. “Eliminare il buffet - ci  siamo permessi di dire una volta, colloquiando confidenzialmente con un Ambasciatore più vicino di altri a <Popoli Nuovi> - può servire a conoscere meglio i veri amici del suo paese, Eccellenza, non crede?”
Ma quando la serata unisce tutti gli ingredienti, come nella “Notte dei Gelsomini” durante la quale alla tradizionale cucina tunisina servita ai tavoli si sono aggiunte le danze tipiche, le sfilate di moda, i costumi tradizionali, la musica tunisina presentata a fianco di quella occidentale, in un’alternanza  di effetti illuminati da innumerevoli fari la cui luce si rifrangeva sulla volta dei pini rendendo suggestivo e irreale tutto il parco che ospitava la festa , allora il compito del critico diventa facile e difficile allo stesso momento.
La “Notte dei Gelsomini” è stato un modo affascinante, delizioso ed elegante di presentare  la Tunisia senza dimenticare l’Italia. Ed è stato su questo legame ideale ma anche concreto e produttivo tra i due paesi che S. E. Mohamed Jegham si è soffermato nel suo breve discorso di benvenuto rivolto a tutti gli ospiti. L’invito a visitare la Tunisia era comunque messo in evidenza in ogni angolo del grande parco della villa. Se la società turistica che ha organizzato la serata cercando nel modo migliore di svolgere il tema “politica e turismo” è riuscita nell’intento, ce lo diranno le cifre statistiche di fine estate. Ma le previsioni sono rosee. 

Le foto: A colloquio con S.E. L’Ambasciatore della Tunisia; con la graziosa consigliera culturale Fatma Omrani e il consigliere per l’informazione ; con l’Ambasciatore della Libia, S.E. Abdulati Ibrahim Alobidi; con S.E. L’Ambasciatore del Sudan, S.E.Andrew Makur. Istantanee sulla serata.