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Al Neolitico recente (III millennio a.C.) si assegnano i menhirs di Cort’e’Semmuccu. Genna Prunas e Perdas Fittas. Il periodo nuragico è rappresentato da circa trentacinque nuraghi, tra i quali Crabili (quadri­lobato con antemurale esagonale) e Urradili (tribolato). L’area archeologica più rilevante è però localiz­zata presso il centro case sparse «Santa Maria di Neapolis», a circa 20 km a Nord di Guspini, dove era ubicata la città di Neapolis, menzionata nelle fonti classiche. Lo stanziamento umano nella località «Santa Maria di Neapolis» rimonta ad III millennio a.C. come documentano ceramiche, strumenti in ossidìana ed una statuetta di dea madre in marmo asse­gnati al Neolitico recente. La regione venne successi­vamente occupata da un insediamento nuragico. Verso la prima metà del VI secolo a.C. deve collo­carsi la fondazione, ad opera dei Fenici, di Neapolis. La città fenicio-punica, sovrappostasi al centro indi­geno, risulta quasi del tutto sconosciuta nel suo asset­to urbanistico, anche se può ipotizzarsi che il circuito murario semicircolare di Neapolis, rivelato dall’aerofotografia, sia quello originario in quanto raffronta­bile con esempi cartaginesi. Assai meglio conosciamo i materiali riferibili al centro fenicio-punico, attual­mente conservati nei musei di Cagliari e di Oristano. Si tratta di ceramiche fenicio-puniche e d'impostazione  (bucchero etrusco, ceramica ionica e attica). scarabei in diaspro verde, monete, terrecotte figurate. Queste ultime provengono da un grande santuario una divinità salutare e sono costituiti. principalmente da votivi anatomici (gambe. braccia. orecchie da statuine rappresentanti il devoto in atto di indicare con le mani, la sede della malattia di cui richiedeva la guarigione.