L'universo progredisce continuamente: varie teorie
L’universo in espansione: la legge di
Hubble
V = Ho d
Per quanto riguarda il campo di
validità della legge di Hubble, la relazione non può essere applicata per
distanze astronomiche molto piccole, generalmente inferiori a qualche milione
di anni luce, e per distanze molto grandi, generalmente al di sopra di alcuni
miliardi di anni luce. Per quanto riguarda le distanze
molto piccole, applicando la relazione matematica alle galassie della nebulosa
di Andromeda, queste si dovrebbero allontanare, mentre invece presentano un
moto di avvicinamento. Si pensa che l’inversione della norma espansionistica
sia dovuta a certi effetti gravitazionali locali che si estrinsecano più intensamente
quando gli oggetti celesti sono relativamente vicini. Per le grandi distanze,
invece, la ridotta applicabilità della legge dipende dal fatto che errori e
incertezze tendono ad aumentare man mano che le distanze si fanno più grandi.
Inoltre, si dovrebbe anche conoscere con esattezza il valore della costante di
Hubble. Per cercare di capire quello che succede, basta
prendere un palloncino sgonfio e disegnarci sopra tanti pallini colorati.
Soffiandoci dentro, la superficie del palloncino aumenta gradualmente e i
pallini si allontanano gli uni dagli altri . Proprio come i punti disegnati
sulla superficie del palloncino, le galassie sono immobili nello
spazio: tutto il movimento è dato dall'espansione dello spazio, analoga a
quella della superficie del palloncino. Così come i puntini del palloncino si
allontanano gli uni dagli altri tanto più in fretta quanto più sono lontani, la
velocità di fuga delle galassie aumenta in misura direttamente proporzionale
alle loro distanze reciproche (legge di Hubble). Ma, al contrario di quanto
potrebbe indurre a pensare l'analogia con il palloncino che si gonfia, lo
spazio non si sta espandendo all'interno di qualcos'altro. In altre parole, una
data regione di spazio non spinge in là ... il resto dell'universo mentre si
espande. Secondo quanto sosteneva Einstein, lo spazio non è semplicemente un ...
vuoto: al contrario, è un "qualcosa" di reale, flessibile ed
estensibile. Attualmente, la comprensione delle proprietà e del comportamento
dello spazio rappresenta uno dei maggiori obiettivi della fisica moderna. Questo
fatto da' l'impressione che
L’universo stazionario
Il big bang e l’universo inflazionario
All’inizio del
tempo, nell’istante zero (15 o forse 20 miliardi d’anni fa), l’Universo che
oggi osserviamo doveva essere concentrato in un volume più piccolo di un atomo,
con una densità pressoché infinita ed una temperatura di miliardi e miliardi di
gradi. Non sappiamo come fosse fatto questo nucleo primordiale d’energia pura,
né perché si sia formato, ma istantaneamente questo uovo cosmico si è
squarciato con un’esplosione immane. Secondo il modello inflazionario, l’Universo
sarebbe passato, subito dopo la sua nascita, attraverso una brevissima fase
durante la quale le forze fondamentali (di gravità, elettromagnetica, etc…) si
sarebbe comportate in modo diverso rispetto ad oggi; si sarebbe verificata, di
conseguenza, una violentissima esplosione che nel giro di 10(-32) secondi,
avrebbe fatto aumentare il volume dell’Universo di miliardi e miliardi di
volte. Dopo quella fase, la sfera di fuoco si sarebbe continuata a
raffreddare, rallentando la sua espansione. Nei primissimi istanti – frazioni
infinitesimali di secondi – l’energia ha cominciato a condensarsi prima in
particelle elementari (quark ed elettroni), poi in particelle maggiori (protoni
e neutroni), finché dopo i primi 3 minuti, quando la temperatura è scesa a 10(9)
K, si sono formati i primi nuclei atomici (idrogeno, litio ed elio). Ma per un
lungo tempo l’Universo rimase un’impenetrabile nube di radiazioni e di gas
ionizzato (nuclei d’elio, protoni, elettroni), una specie di nebbia luminosa,
solo quando, dopo 300.000 anni, la temperatura scese a circa 3000 K gli
elettroni furono catturati dai nuclei e si formò un gas neutro (non più
ionizzato dalle radiazioni), formato d’idrogeno e, in piccola parte, d’elio.
Termina così la fase della sfera di fuoco, dominata dalle radiazioni.
Con la formazione d’idrogeno neutro, la materia si separa nettamente dalla
radiazione e si avvia a divenire la componente dominante dell’evoluzione
dell’Universo, mentre da quel momento la luce può viaggiare liberamente
attraverso lo spazio. Di quella fase primordiale si è trovata una traccia. La
radiazione emessa dalla sfera di fuoco ad alta temperatura si irraggiava in
ogni direzione: pur diluita e indebolita (raffreddata) dall’espansione, quella
radiazione dovrebbe oggi "impregnare" tutto l’Universo, ed è proprio
quello che si è scoperto nel 1965, quando due ricercatori della Bell Telephone
osservarono per caso l’esistenza di una radiazione di fondo rilevabile
con i radiotelescopi in ogni direzione dello spazio, e corrispondente ad una
temperatura di circa 3 K (260° C sotto zero). Tale radiazione residua è come
l’eco del Big Bang, e la sua scoperta ha segnato un duro colpo per la teoria
dello stato stazionario, che non è in grado di spiegarla. Dopo il primo milione
di anni, l’Universo assume condizioni fisiche più familiari; la temperatura è
ormai quella di una qualsiasi stella e la materia è fatta di idrogeno, elio,
elettroni, protoni e fotoni. Nei nuclei delle stelle e nelle esplosioni delle
supernovae si formano via via gli elementi chimici più pesanti, che come ceneri
finiscono per mescolarsi alle polveri e ai gas delle nebulose, dove nascono
nuove popolazioni di stelle. Tra queste, circa 5 miliardi di anni fa, si è
acceso il Sole. Come proseguirà l’evoluzione dell’Universo? Il modello del Big
Bang consente questa estrapolazione, ma la previsione è ostacolata
dall’incertezza con cui ancora conosciamo la densità media della materia
dell’Universo, la cui attrazione gravitazionale rallenta l’espansione dello
Spazio. Se la densità è troppo bassa l’espansione continuerà senza fine, le
stelle consumeranno tutto il loro combustibile e le galassie diventeranno
sistemi oscuri di corpi freddi e inerti, in un Cosmo ridotto ad un immenso
cimitero buio, ma se la forza di gravità riuscisse invece a frenare
l’espansione dell’Universo, allora si può pensare che le galassie finiranno per
arrestare la loro fuga e per invertire il loro movimento, dando inizio ad una
contrazione dell’Universo. La temperatura tornerebbe ad aumentare, le stelle si
riaccenderebbero e si farebbero più calde, gli elementi pesanti si
disintegrerebbero e anche idrogeno ed elio si dissolverebbero in energia e
tutto precipiterebbe, con velocità crescente, nello stato primordiale. Sarebbe
la fine o potrebbe innescarsi un nuovo Big Bang?