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acelink sotto assedio





Peacelink e' una rete telematica di volontariato dell' informazione, pacifista e ambientalista, che dal 1992 offre una alternativa ai messaggi proposti dai grandi gruppi editoriali e televisivi. Da oltre dieci anni Peacelink collabora con associazioni di volontariato, insegnanti, educatori ed operatori sociali che si occupano di Pace, nonviolenza, diritti umani, liberazione dei popoli oppressi, rispetto dell'ambiente e liberta' di espressione. Ora, però, la rete rischia di scomparire, minacciata da una richiesta di risarcimento danni per un importo di 50.000 euro presentata da un consulente della Nato, una cifra da capogiro almeno per le finanze dell’associazione che si mantiene grazie alle sottoscrizioni dei navigatori. La vicenda in questione risale al febbraio del 2000 quando Peacelink aveva riportato in una propria mailing list, e successivamente su di una pagina web, il testo di un appello, “manifesto per un forum ambientalista” citando, tra l’altro, la fonte che per prima aveva pubblicato il comunicato, cioè il sito web del Partito della Rifondazione Comunista. Tra i firmatari del “manifesto” compariva anche il nome del consulente Nato che ora dichiara di non aver sottoscritto il documento e, a quasi tre anni di distanza dalla pubblicazione, cita in giudizio Peacelink. Secondo il consulente, il testo del manifesto per un forum ambientalista “si richiama a gravi e reiterate considerazione nei confronti di alcune associazioni internazionale, in particolare la Nato, e irragionevoli attacchi contro gli Stati Uniti”. La notizia della denuncia è stata pubblicata sul sito internet dell’associazione (www.peacelink.it/emergenza) nella quale vengono spiegati anche i dettagli della vicenda. “L’associazione”, spiegano i responsabili, “rischia di chiudere i battenti e chiede solidarietà alla società civile. Se PeaceLink dovesse essere condannata ad un cospicuo risarcimento in denaro, tutti i siti web di informazione sociale sarebbero in grave pericolo perché verrebbe imposto un irrealizzabile principio di controllo totale dei testi e un'improbabile verifica di ogni parola, di ogni nome e cognome dei tanti appelli che circolano in rete. Non solo: a rischio sarebbero anche tutti gli utenti di posta elettronica che fanno circolare appelli di altri”. Il processo inizierà il 18 febbraio prossimo, e in questi giorni l’associazione sta ricevendo la solidarietà di migliaia di navigatori, fra cui il noto linguista e scrittore Noam Chomsky, i missionari comboniani Alex Zanotelli e Michele Stragapeda, il settimanale “Vita” e il “Forum permanente per la pace”. "Questa faccenda e' strana - ha scritto a PeaceLink Noam Chomsky - Non riesco a credere che questa citazione possa andare a buon fine, e credo che si tratti solamente di una intimidazione. Mi unisco volentieri alla vostra protesta".
Per testimoniare la propria solidarietà a Paecelink si posso trovare maggiore informazioni nella pagina dello speciale dedicato a questa vicenda (www.peacelink.it/emergenza) seguendo il link “Cosa puoi fare”.

 

 

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