GELSO

Genere: Morus   - Specie: alba L.-g. bianco; nigra L.-g. nero   - Famiglia: Moraceae [1]


Le piante appartenenti alla famiglia delle Moraceae sono piante legnose: alberi o arbusti, e sono caratterizzati dalla presenza di canali laticiferi.

Le foglie sono caduche, sparse, semplici e a lamina lobata, e alla base della lamina spesso presentano due stipole caduche, che lasciano, staccandosi, una netta cicatrice.

I fiori sono monosessuati e le piante dioiche; sono privi di un involucro completo e sono riuniti in infiorescenze molto compatte: quelle maschili sono di tipo amento in forma cilindrica, quelle femminili più arrotondate e talvolta simili a capolini.

I frutti sono infruttescenze carnose tondeggianti.

Tra le moraceae rientrano numerose piante di una certa importanza economica: come piante alimentari nel caso del fico e, soprattutto in passato, per il gelso sia nell’industria della seta sia, in minor misura, per i frutti eduli (12, 22).

Descrizione botanica

Le due specie di gelso considerate in questa sede sono entrambe caratterizzate da portamento arboreo, tronco tozzo e largamente ramificato, e chioma fitta ed espansa; la corteccia invece è bruna, più scura fino a divenire nera nel gelso nero, ed è screpolata (30).

Le foglie sono ad inserzione alterna, e la lamina fogliare è larga e lobata; il margine è dentato, l’apice acuminato e sono cordate alla base. Sono foglie glabre e di colore verde chiaro in entrambe le pagine nel gelso bianco, invece nel gelso nero appaiono, nella pagina superiore, più scure, ruvide e lucide, mentre sono pallide e pubescenti in quella inferiore.

I fiori, che compaiono ad aprile-maggio, sono monosessuati e le piante sono monoiche; si trovano riuniti in amenti: cilindrici quelli staminiferi, e più globosi i pistilliferi, in

entrambi i casi è presente un breve peduncolo.

I frutti sono commestibili e maturano ad agosto, sono piccoli ed il loro aspetto è simile a quello delle more di rovo; sono frutti carnosi e ricchi di succo, il loro colore è bianco-rosato nel gelso bianco, mentre nel gelso nero sono verdi da giovani, poi rosa ed infine nero-violacei a maturità (2).

Habitat

Il gelso non è una pianta originaria dei nostri climi, ma è stata importata ed esiste praticamente solo come pianta coltivata, questo tipo di coltura però era diffusa soprattutto in passato, attualmente infatti è notevolmente diminuita, e all’abbandono è seguito l’inselvatichimento delle specie, che non essendo comunque autoctone e non essendosi mai naturalizzate, stanno andando purtroppo via via scomparendo, e solo in qualche raro caso si trovano allo stato spontaneo.

Queste piante sono diffuse in una fascia altitudinale che va dalla Pianura Padana fino alle pendici montane non oltre i 1000 m; sono piante piuttosto resistenti alle intemperie e senza particolari esigenze ed è tuttavia una pianta in via di estinzione (2, 31, 12).

Storia

Il gelso è una pianta introdotta in tempi remoti dall’Oriente; quello nero sembra provenire dall’Armenia e dalla Persia, e secondo alcuni autori addirittura dai monti del Nepal, mentre quello bianco si ritiene invece originario della Cina (9). La prima tra le due specie a diffondersi, in tutto il bacino del Mediterraneo già nell’epoca romana, è stata il gelso nero, coltivato principalmente per la bachicoltura e che poi, successivamente è stato sostituito per questo scopo dal gelso bianco.

Il gelso nero ha continuato, così, ad essere coltivato soprattutto a scopo ornamentale, e per ottenerne i frutti che venivano usati, fin dall’antichità per ricavare gelatine e marmellate. Oltre che per l’alimentazione il gelso nero veniva sfruttato anche per alcune proprietà medicinali, descritte già da Galeno (25), che considerava i frutti purganti a maturità, mentre immaturi e con le foglie erano astringenti, dunque le more di gelso sono entrate a far parte anche della medicina popolare come rimedio contro le infiammazioni alla bocca e alle vie respiratorie, e il decotto delle foglie come diuretico (2).

Il gelso bianco, invece dopo aver sostituito quello nero perché di qualità superiore, ed aver ricoperto un ruolo di primaria importanza dal punto di vista economico per ciò che riguardava la produzione della seta, è stato abbandonato anche in seguito alla comparsa dei tessuti artificiali (12).

Utilizzi

Attualmente gli utilizzi del gelso non hanno una importanza paragonabile a quella che in passato ha avuto la bachicoltura, tuttavia è bene ricordare che i frutti sono commestibili ed hanno anche un sapore piuttosto gradevole per cui, soprattutto in passato erano usati come alimento.

I frutti per la presenza di pectine sono leggermente lassativi; contengono poi vitamina A e C, calcio, fosforo, gomme e tannini, ad azione astringente, che li rendono utili contro la tosse ed i catarri bronchiali.

Le foglie per la loro attività diuretica sono utilizzate contro la formazione di edemi, ed alcuni autori (4) gli attribuiscono una attività febbrifuga (2, 31).

L’estratto ottenuto dalle foglie sembra avere azione riequilibrante del metabolismo cellulare, e in grado di far diminuire il contenuto di colesterolo e grassi nel sangue.

In fitoterapia principalmente viene utilizzato come ipoglicemizzante e antianemico. Studi clinici hanno dimostrato come, in seguito alla somministrazione di estratti di foglie di gelso nell’uomo normoglicemico la glicemia si abbassa in modo sensibile, mentre nei casi di iperglicemia si ha un effetto ancora più marcato; non si conosce però esattamente il meccanismo di azione. L’azione antianemica è invece dovuta alla presenza di composti essenziali per la ematopoiesi tra cui ac. folico (25).

La corteccia è utilizzata come antiinfiammatoria per le vie respiratorie e come stimolante della motilità gastrointestinale (23).

Dal punto di vista alimentare il frutto migliore è sicuramente quello del gelso nero, che per il suo sapore dolce e gradevole potrebbe tranquillamente essere mangiato anche al naturale una volta raggiunta la maturità, cioè quando ha assunto un colore viola scuro quasi nero, tuttavia più spesso si preparano marmellate e sciroppi, e per la presenza di una discreta quantità di zuccheri si possono ottenere, per fermentazione, delle bevande alcoliche (2, 9).


[1] sulla famiglia di appartenenza del gelso vi sono diverse opinioni: secondo alcuni autori appartiene alla famiglia delle Moraceae (12, 22, 30, 20, 4, 2, 23), mentre secondo altri apparterrebbe alla famiglia delle Urticaceae (25).