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LA CATTIVA STRADA

 

Alla parata militare

sputò negli occhi a un innocente

e quando lui chiese "perché"

lui gli rispose questo è niente

e adesso è ora che io vada

e l'innocente lo seguì

senza le armi lo seguì

sulla sua cattiva strada.

Nei viali dietro la stazione

rubò l'incasso a una regina

e quando lei gli disse "come"

lui le rispose "forse è meglio è come prima

forse è ora che io vada"

e la regina lo seguì

col suo dolore lo seguì

sulla sua cattiva strada.

E in una notte senza luna

truccò le stelle ad un pilota

quando l'aeroplano cadde

lui disse "è colpa di chi muore

comunque è meglio che io vada"

ed il pilota lo seguì

senza le stelle lo seguì

sulla sua cattiva strada.

A un diciottenne alcolizzato

versò da bere ancora un poco

e mentre quello lo guardava

lui disse "Amico ci scommetto stai per dirmi

adesso è ora che io vada"

l'alcolizzato lo capì

non disse niente e lo seguì

sulla sua cattiva strada.

Ad un processo per amore

baciò le bocche dei giurati

e ai loro sguardi imbarazzati

rispose "Adesso è più normale

adesso è meglio, adesso è giusto, giusto,

è giusto che io vada

ed i giurati lo seguirono

a bocca aperta lo seguirono

sulla sua cattiva strada

sulla sua cattiva strada.

E quando poi sparì del tutto

a chi diceva "è stato un male"

a chi diceva "è stato un bene"

raccomandò "non vi conviene

venir con me dovunque vada,

ma c'è amore un po' per tutti

e tutti quanti hanno un amore

sulla cattiva strada

sulla cattiva strada".

 

   

 

GIUGNO '73


Tua madre ce l'ha molto con me

perché sono sposato e in più canto

però canto bene e non so se tua madre

sia altrettanto capace a vergognarsi di me

La gazza che ti ho regalato

è morta, tua sorella ne ha pianto,

quel giorno non avevano fiori, peccato,

quel giorno vendevano gazze parlanti.

E speravo che avrebbe insegnato a tua madre

a dirmi "ciao come stai",

insomma non proprio a cantare

per quello ci sono già io come sai.

I miei amici sono tutti educati con te

però vestono in modo un po' strano

mi consigli di mandarli da un sarto e mi chiedi

"Sono loro stasera i migliori che abbiamo"

E adesso ridi e ti versi un cucchiaio di mimosa

nell'imbuto di un polsino slacciato.

I miei amici ti hanno dato la mano,

li accompagno, il loro viaggio porta un po' più lontano.

E tu aspetta un amore più fidato

il tuo accendino sai io l'ho già regalato

e lo stesso quei due peli d'elefante

mi fermavano il sangue

li ho dati a un passante.

Poi il resto viene sempre da sé

i tuoi "Aiuto" saranno ancora salvati

io mi dico è stato meglio lasciarci

che non esserci mai incontrati.

 



 

 

DOLCE LUNA

 

Cammina come un vecchio marinaio

non ha più un posto dove andare

la terra sotto i piedi non lo aspetta

strano modo di ballare

sua moglie ha un altro uomo, 

è proprio un uomo da buttare

e nella tasche gli è rimasta solo

un po' di polvere di mare

e non può testimoniare.

Si muove sopra i sassi

come un leone invernale

ti può parlare ore ed ore

della sua quarta guerra mondiale

conserva la sua cena

dentro a un foglio di giornale

la sua ragazza "esca dalle lunghe gambe"

fa l'amore niente male

e non può testimoniare.

Lui vide il marinaio indiano

alzarsi in piedi e barcollare

con un coltello nella schiena

tra la schiuma e la stella polare

e il timoniere di Sciangai

tornò tranquillo a pilotare

e lo vide con l'anello al dito

e un altro anello da rubare

ma non può testimoniare.

Dal buio delle notti "Balla Linda"

alla paralisi di un porto,

la luce delle stelle chiara

come un rifugio capovolto,

la sua balena "Dolce Luna"

che lo aspetta in alto mare,

gli ha detto mille volte "Dimmi amore,

con chi mi vuoi dimenticare"

e non può testimoniare

e non può testimoniare.

E tu mi vieni a dire voglio un figlio

su cui potermi regolare

con due occhi qualunque e il terzo occhio

inconfondibile e speciale

che non ti importa niente

se non riuscirà a nuotare

l'importante è che abbia sulla guancia destra

quella mia voglia di mare

e mi dici ancora che il mio nome

glielo devo proprio dare

ma non so testimoniare

io non so testimoniare.

 



 

 

CANZONE PER L'ESTATE

 

Con tua moglie che lavava i piatti in cucina e non capiva

con tua figlia che provava il suo vestito nuovo e sorrideva

con la radio che ronzava

per il mondo cose strane

e il respiro del tuo cane che dormiva.

Coi tuoi santi sempre pronti a benedire i tuoi sforzi per il pane

con il tuo bambino biondo a cui hai donato una pistola per Natale

che sembra vera,

con il letto in cui tua moglie

non ti ha mai saputo dare

e gli occhiali che tra un po' dovrai cambiare

Com'è che non riesci più a volare

Com'è che non riesci più a volare

Com'è che non riesci più a volare

Com'è che non riesci più a volare

Con le tue finestre aperte sulla strada e gli occhi chiusi sulla gente

con la tua tranquillità, lucidità, soddisfazione permanente

la tua coda di ricambio

le tue nuvole in affitto

le tue rondini di guardia sopra il tetto.

Con il tuo francescanesimo a puntate e la tua dolce consistenza

col tuo ossigeno purgato e le tue onde regolate in una stanza

col permesso di trasmettere

e il divieto di parlare

e ogni giorno un altro giorno da contare

Com'è che non riesci più a volare

Com'è che non riesci più a volare

Com'è che non riesci più a volare

Com'è che non riesci più a volare

Con i tuoi entusiasmi lenti precisati da ricordi stagionali

e una bella addormentata che si sveglia a tutto quel che le regali

con il tuo collezionismo

di parole complicate

la tua ultima canzone per l'estate.

Con le tue mani di carta per avvolgere altre mani normali

con l'idiota in giardino ad isolare le tue rose migliori

col tuo freddo di montagna

e il divieto di sudare

e più niente per poterti vergognare

Com'è che non riesci più a volare

Com'è che non riesci più a volare

Com'è che non riesci più a volare

Com'è che non riesci più a volare

 



 

 

IL PESCATORE

 

All'ombra dell'ultimo sole

s'era assopito un pescatore

e aveva un solco lungo il viso

come una specie di sorriso.

Venne alla spiaggia un assassino

due occhi grandi da bambino

due occhi enormi di paura

eran gli specchi di un'avventura.

E chiese al vecchio dammi il pane

ho poco tempo e troppa fame

e chiese al vecchio dammi il vino

ho sete e sono un assassino.

Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno

non si guardò neppure intorno

ma versò il vino e spezzò il pane

per chi diceva ho sete e ho fame.

E fu il calore di un momento

poi via di nuovo verso il vento

davanti agli occhi ancora il sole

dietro alle spalle un pescatore.

Dietro alle spalle un pescatore

e la memoria è già dolore

è già il rimpianto di un aprile

giocato all'ombra di un cortile.

Vennero in sella due gendarmi

vennero in sella con le armi

chiesero al vecchio se lì vicino

fosse passato un assassino.

Ma all'ombra dell'ultimo sole

s'era assopito il pescatore

e aveva un solco lungo il viso

come una specie di sorriso

e aveva un solco lungo il viso

come una specie di sorriso.

 

 



 

LE PASSANTI

 

Io dedico questa canzone

ad ogni donna pensata come amore

in un attimo di libertà

a quella conosciuta appena

non c'era tempo e valeva la pena

di perderci un secolo in più.

A quella quasi da immaginare

tanto di fretta l'hai vista passare

dal balcone a un segreto più in là

e ti piace ricordarne il sorriso

che non ti ha fatto e che tu le hai deciso

in un vuoto di felicità.

Alla compagna di viaggio

i suoi occhi il più bel paesaggio

fan sembrare più corto il cammino

e magari sei l'unico a capirla

e la fai scendere senza seguirla

senza averle sfiorato la mano.

A quelle che sono già prese

e che vivendo delle ore deluse

con un uomo ormai troppo cambiato

ti hanno lasciato, inutile pazzia,

vedere il fondo della malinconia

di un avvenire disperato.

Immagini care per qualche istante

sarete presto una folla distante

scavalcate da un ricordo più vicino

per poco che la felicità ritorni

è molto raro che ci si ricordi

degli episodi del cammino.

Ma se la vita smette di aiutarti

è più difficile dimenticarti

di quelle felicità intraviste

dei baci che non si è osato dare

delle occasioni lasciate ad aspettare

degli occhi mai più rivisti.

Allora nei momenti di solitudine

quando il rimpianto diventa abitudine,

una maniera di viversi insieme,

si piangono le labbra assenti

di tutte le belle passanti

che non siamo riusciti a trattenere

 

 



 

CANZONE DELL'AMORE PERDUTO

 

Ricordi sbocciavan le viole

con le nostre parole

"Non ci lasceremo mai, mai e poi mai",

vorrei dirti ora le stesse cose

ma come fan presto, amore, ad appassire le rose

così per noi

l'amore che strappa i capelli è perduto ormai,

non resta che qualche svogliata carezza

e un po' di tenerezza.

E quando ti troverai in mano

quei fiori appassiti al sole

di un aprile ormai lontano,

li rimpiangerai

ma sarà la prima che incontri per strada

che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,

per un amore nuovo.

E sarà la prima che incontri per strada

che tu coprirai d'oro per un bacio mai dato,

per un amore nuovo.

 



 

ANDREA

Andrea s’è perso, s’è perso e non sa tornare

Andrea s’è perso, s’è perso e non sa tornare

Andrea aveva un amore riccioli neri

Andrea aveva un dolore riccioli neri.

C’era scritto sul foglio ch’era morto sulla bandiera

C’era scritto e la firma era d’oro era firma di re

Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia.

Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia.

Occhi di bosco contadino del regno profilo francese

Occhi di bosco soldato del regno profilo francese

E Andrea l’ha perso, ha perso l’amore la perla più rara

E Andrea ha in bocca, ha in bocca un dolore la perla più scura.

Andrea coglieva, raccoglieva violette ai bordi del pozzo

Andrea gettava riccioli neri nel cerchio del pozzo

Il secchio gli disse, gli disse: "Signore il pozzo è profondo

più fondo del fondo degli occhi della Notte del Pianto"

lui disse "Mi basta mi basta che sia più profondo di me".

lui disse "Mi basta mi basta che sia più profondo di me".

 

 

 

 

QUELLO CHE NON HO

 

Quello che non ho è una camicia bianca

quello che non ho è un segreto in banca

quello che non ho sono le tue pistole

per conquistarmi il cielo per guadagnarmi il sole

Quello che non ho è di farla franca

quello che non ho è quel che non mi manca

quello che non ho sono le tue parole

per guadagnarmi il cielo per conquistarmi il sole

Quello che non ho è un orologio avanti

per correre più in fretta e avervi più distanti

quello che non ho è un treno arrugginito

che mi riporti indietro da dove son partito

Quello che non ho sono i tuoi denti d’oro

quello che non ho è un pranzo di lavoro

quello che non ho è questa prateria

per correre più forte della malinconia

Quello che non ho sono le mani in pasta

quello che non ho è un indirizzo in tasca

quello che non ho sei tu dalla mia parte

quello che non ho è di fregarti a carte

Quello che non ho è una camicia bianca

quello che non ho è di farla franca

quello che non ho sono le tue pistole

per conquistarmi il cielo per guadagnarmi il sole

 



 

 

HOTEL SUPRAMONTE

 

E se vai all'Hotel Supramonte e guardi il cielo

tu vedrai una donna in fiamme e un uomo solo

e una lettera vera di notte falsa di giorno

e poi scuse e accuse e scuse senza ritorno

e ora viaggi ridi vivi o sei perduta

col tuo ordine discreto dentro il cuore

ma dove dov'è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore

Grazie al cielo ho una bocca per bere e non è facile

grazie a te ho una barca da scrivere ho un treno da perdere

e un invito all'Hotel Supramonte dove ho visto la neve

sul tuo corpo così dolce di fame così dolce di sete

passerà anche questa stazione senza far male

passerà questa pioggia sottile come passa il dolore

ma dove dov'è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore

E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome

ora il tempo è un signore distratto è un bambino che dorme

ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano

cosa importa se sono caduto se sono lontano

perché domani sarà un giorno lungo e senza parole

perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole

ma dove dov'è il tuo cuore, ma dove è finito il tuo cuore.

 

 



 

LE NUVOLE

 

Vanno

vengono

ogni tanto si fermano

e quando si fermano

sono nere come il corvo

sembra che ti guardano con malocchio

Certe volte sono bianche 

e corrono

e prendono la forma dell’airone

o della pecora

o di qualche altra bestia

ma questo lo vedono meglio i bambini

che giocano a corrergli dietro per tanti metri

Certe volte ti avvisano con rumore

prima di arrivare

e la terra si trema

e gli animali si stanno zitti

certe volte ti avvisano con rumore

Vanno

vengono

ritornano

e magari si fermano tanti giorni

che non vedi più il sole e le stelle

e ti sembra di non conoscere più

il posto dove stai

Vanno 

vengono

per una vera

mille sono finte

e si mettono li tra noi e il cielo

per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.

 

 



 

ANIME SALVE

Mille anni al mondo mille ancora

che bell'inganno sei anima mia

e che bello il mio tempo che bella compagnia

sono giorni di finestre adornate

canti di stagione

anime salve in terra e in mare

sono state giornate furibonde

senza atti d'amore

senza calma di vento

solo passaggi e passaggi

passaggi di tempo

ore infinite come costellazioni e onde

spietate come gli occhi della memoria

altra memoria e non basta ancora

cose svanite facce e poi il futuro

i futuri incontri di belle amanti scellerate

saranno scontri

saranno cacce coi cani e coi cinghiali

saranno rincorse morsi e affanni per mille anni

mille anni al mondo mille ancora

che bell'inganno sei anima mia

e che grande il mio tempo che bella compagnia

mi sono spiato illudermi e fallire

abortire i figli come i sogni

mi sono guardato piangere in uno specchio di neve

mi sono visto che ridevo

mi sono visto di spalle che partivo

ti saluto dai paesi di domani

che sono visioni di anime contadine

in volo per il mondo

mille anni al mondo mille ancora

che bell'inganno sei anima mia

e che grande questo tempo che solitudine

che bella compagnia