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"...In mezzo a uomini rudi e ignoranti Saffo, spinta dalla sua intelligenza vivace e dal suo ardore, frequentò le cime del Parnaso, cioè dello studio perfetto. Il suo coraggio e la sua audacia la resero compagna gradita alle Muse, cioè alle arti e alle scienze. E penetrò nella foresta piena di allori e di piante di maggio, di verzura e di fiori multicolori dai soavi profumi, e di diverse erbe, là dove dimorano tranquille Grammatica, Logica, la nobile Retorica, Geometria, Aritmetica. Avanzò talmente su questo cammino che entrò nella caverna profonda di Apollo, dio del sapere, e scoprì le acque della fontana Castalia; imparò a suonare l'arpa pizzicando le corde con il plettro e danzava con le ninfe, cioè secondo le leggi dell'armonia e dell'accordo musicale..."

(Boccaccio)

 

 

Alcune liriche di Saffo, poetessa che Chicca amava

 

 

O CORONATA DI VIOLE, DIVINA DOLCE RIDENTE SAFFO

(frammento 63 di Alceo)

Frammento 1

AD AFRODITE

 

O mia Afrodite dal simulacro

colmo di fiori, tu che non hai morte,

figlia di Zeus, tu che intrecci inganni,

o dominatrice, ti supplico,

non forzare l'anima mia

con affanni né con dolore;

ma qui vieni. Altra volta la mia voce

udendo di lontano la preghiera

ascoltasti, e lasciata la casa del padre

sul carro d'oro venisti.

Leggiadri veloci uccelli

sulla nera terra ti portarono,

dense agitando le ali per l'aria celeste.

E subito giunsero. E tu, o beata,

sorridendo nell'immortale volto

chiedesti del mio nuovo patire,

e che cosa un'altra volta invocavo,

e che più desideravo

nell'inquieta anima mia.

" Chi vuoi che Péito spinga al tuo amore,

o Saffo? Chi ti offende?

Chi ora ti fugge, presto t'inseguirà,

chi non accetta doni, ne offrirà,

chi non ti ama, pure contro voglia,

presto ti amerà."

Vieni a me anche ora:

liberami dai tormenti,

avvenga ciò che l'anima mia vuole:

aiutami, Afrodite.

Frammento 2

INVITO ALL'ERANO

Venite al tempio sacro delle vergini

dove più grato è il bosco e sulle are

fuma l'incenso.

Qui fresca l'acqua mormora tra i rami

dei meli: il luogo è all'ombra di roseti,

dallo stormire delle foglie nasce

profonda quiete.

Qui il prato ove meriggiano i cavalli

è tutto fiori della primavera

e gli aneti vi odorano soavi.

E qui con impeto, dominatrice,

versa Afrodite nelle tazze d'oro

chiaro vino celeste con la gioia.

Frammento 31

A ME PARE UGUALE AGLI DEI

A me pare uguale agli dei

chi a te vicino così dolce

suono ascolta mentre tu parli

e ridi amorosamente. Subito a me

il cuore si agita nel petto

solo che appena ti veda, e la voce

si perde sulla lingua inerte.

Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,

e ho buio negli occhi e il rombo

del sangue alle orecchie.

E tutta in sudore e tremante

come erba patita scoloro:

e morte non pare lontana

a me rapita di mente.

Frammento 34

PLENILUNIO

Gli astri d'intorno alla leggiadra luna

nascondono l'immagine lucente,

quando piena più risplende, bianca

sopra la terra.

Frammento 36

A GONGILA

O mia Gòngila, ti prego:

metti la tunica bianchissima

e vieni a me davanti: intorno a te

vola desiderio d'amore.

Così adorna, fai tremare chi guarda;

e io ne godo, perchè la tua bellezza

rimprovera Afrodite.

Frammenti 20, 50, 52, 94 e 137

TRAMONTATA E' LA LUNA

Tramontata è la luna

e le Peiadi a mezzo della notte;

anche la giovinezza già dilegua,

e ora nel mio letto resto sola.

Scuote l'anima mia Eros,

come vento sul monte

che irrompe entro le querce;

e scioglie le membra e le agita,

dolce amara indomabile belva.

Ma a me non ape, non miele;

e soffro e desidero.

Frammento 58

E DI TE NEL TEMPO

Tu morta, finirai lì. Né mai di te

si avrà memoria; e di te nel tempo

mai ad alcuno nascerà amore,

poi che non curi le rose della Pieria.

E sconosciuta anche nelle case dell'Ade,

andrai qua e là fra oscuri

morti, svolazzando.

Frammento 80

SULLE BELLE CHIOME METTI GHIRLANDE

Tu, o Dice, sulle belle chiome metti ghirlande,

dalle tenere mani intrecciate con steli di aneto,

poichè le Càriti felici accolgono

chi si orna di fiori: fuggono chi è senza ghirlande.

Frammenti 88 e 93

SULLA TENERA ERBA APPENA NATA

Piena splendeva la luna

quando presso l'altare si fermarono:

e le Cretesi con armonia

sui piedi leggeri cominciarono

spensierate a girare intorno all'ara

sulla tenera erba appena nata.

Frammento 96

VORREI VERAMENTE ESSERE MORTA

Vorrei veramente essere morta.

Essa lasciandomi piangendo forte,

mi disse: " Quanto ci è dato soffrire,

o Saffo: contro mia voglia

io devo abbandonarti."

"Allontanati felice" risposi

"ma ricorda che fui di te

sempre amorosa.

Ma se tu dimenticherai

(e tu dimentichi) io voglio ricordare

i nostri celesti patimenti:

le molte ghirlande di viole e rose

che a me vicina, sul grembo

intrecciasti col timo;

i vezzi di leggiadre corolle

che mi chiudesti intorno

al delicato collo;

e l'olio da re, forte di fiori,

che la tua mano lisciava

sulla lucida pelle;

e i molli letti

dove alle tenere fanciulle joniche

nasceva amore della tua bellezza.

Non un canto di coro,

né sacro, né inno nuziale

si levava senza le nostre voci;

e non il bosco dove a primavera

il suono......

Frammento 97

AD ERMES

Ermes, io lungamente ti ho invocato.

In me è solitudine: tu aiutami,

despota, ché morte da sé non viene;

nulla m'alletta tanto che consoli.

Io voglio morire:

voglio vedere la riva d'Acheronte

fiorita di loto fresca di rugiada.

Frammento 98

AD ATTIDE RICORDANDO L'AMICA LONTANA

Forse in Sardi

spesso con la memoria qui ritorna

nel tempo che fu nostro: quando

eri Afrodite per lei e al tuo canto

moltissimo godeva.

Ora fra le donne Lidie spicca

come, calato il sole,

la luna dai raggi rosa

vince tutti gli astri, e la sua luce

modula sulle acque del mare

e i campi presi d'erba:

e la rugiada illumina la rosa,

posa sul gracile timo e il trifoglio

simile a fiore.

Solitaria vagando, esita

e a volte se pensa ad Attide:

di desiderio l'anima trasale,

il cuore è aspro.

E d'improvviso: "Venite!" urla;

e questa voce non ignota

a noi per sillabe risuona

scorrendo sopra il mare.

Frammento 116

QUALE DOLCE MELA

Quale dolce mela che su alto

ramo rosseggia, alta sul più

alto; la dimenticarono i coglitori;

no, non fu dimenticata: invano

tentarono raggiungerla.......

Frammento 117

COME IL GIACINTO

Come il giacinto che i pastori pestano

per i monti, e a terra il fiore purpureo

sanguina.

Frammento 120

QUANTO DISPERSE LA LUCENTE AURORA

Espero, tutto riporti

quanto disperse la lucente Aurora:

riporti la pecora,

riporti la capra,

ma non riporti la figlia alla madre.

Frammento 152

HO UNA BELLA FANCIULLA

Ho una bella fanciulla

simile nell'aspetto ai fiori d'oro,

la mia Cleide diletta.

Io non la darei né per tutta la Lidia

né per l'amata.........

 

 

(Le liriche di Saffo sono tratte da "Lirici greci", ed. Mondadori, traduzione di Salvatore Quasimodo)