Le nostre proposte

Incontro con la Commissione consiliare urbanistica (27 febbraio 2003)

Il Comitato “Imola Viva” è stato costituito lo scorso mese di Novembre da una dozzina di persone, preoccupate per quanto comunicato dall’Amministrazione nel corso dell’istruttoria del 19 Settembre e fermamente intenzionate sia ad informare la cittadinanza sulle conseguenze negative dell’Asse Attrezzato in Pedagna, sia ad organizzare una petizione in città per fermare questo progetto.

Oggi il Comitato è composto da oltre una trentina di soci ed ha raccolto migliaia di firme.

Quello che ancora adesso continua a stupirci è il fatto che si e costituito anche un Comitato a favore della Bretella, patrocinato a nostro avviso dai gruppi politici promotori di questo progetto. Se fosse chiaro alla maggioranza dei cittadini che l’Opera è veramente così utile a risolvere i problemi di traffico attuali e futuri come l’Amministrazione ha dichiarato, non ci sarebbe alcun bisogno di raccogliere delle firme per il Sì. Esse invece sono state prelevate persino nelle sedi di partito e durante l’incontro a Imola con l’onorevole D’Alema. Normalmente le sottoscrizioni non si fanno per promuovere un intervento, quando quest’ultimo sia stato già deciso dagli organi competenti, ma per ostacolarlo.

In più, questo modo di procedere ha accentuato il senso di ostilità tra due gruppi di cittadini, quelli a favore e quelli contro l’Asse Attrezzato, quando invece dovrebbe essere interesse sia degli uni che degli altri che gli Amministratori di una città non molto grande come Imola risolvano i problemi del traffico nel rispetto dell’ambiente e dei suoi abitanti.

Non siamo disposti ad accettare né l’ulteriore deturpazione ambientale del quartiere, né lo spostamento, su una zona ancora più densamente popolata, della quota di traffico più deleteria dovuta ai mezzi pesanti e a quelli veloci. Gli abitanti di questa zona, in un passato anche recente, hanno sostenuto spese notevoli per l’acquisto dell’abitazione, senza avere la possibilità di osservare sul PRG il percorso e le reali dimensioni della nuova infrastruttura,

Le soluzioni che rispettano l’ambiente e che sono frutto di scelte virtuose e di motivazioni trasparenti richiedono però come condizione necessaria anche se non sufficiente una corretta pianificazione urbanistica, la quale preveda prima le strade e successivamente, a congrua distanza, le abitazioni.

Sulla base di questo presupposto fondamentale, vediamo che cosa è possibile fare oggi a Imola, tenendo presente che il quartiere Pedagna è ormai pieno di abitazioni e facendo attenzione, anche al di là dei problemi di inquinamento e di svalutazione degli immobili, a non dargli sempre di più la fisionomia di un hinterland degradato.

Per prima cosa è indispensabile

RIDURRE IL TRAFFICO PORTANDO IN PEDAGNA PIÙ SERVIZI.

L'assenza di alcuni servizi importanti nel Quartiere obbliga i residenti a doversi servire dell'automobile per raggiungerli in altre zone della città. In Pedagna mancano ad esempio e dovrebbero essere realizzati in tempi brevi:

Una ulteriore quota di traffico automobilistico potrebbe essere eliminata fornendo al quartiere una rete di trasporti pubblici più efficace ed una rete di piste ciclabili più ampia.

Occorre in particolare migliorare il collegamento autobus con le scuole e con la stazione ferroviaria, dandone ampia informazione ai cittadini, e promuovere forme di trasporto collettivo per chi lavora nella zona industriale, stabilendo forme di cooperazione con le aziende con meno di 300 lavoratori, che non hanno l’obbligo della gestione della mobilità del personale.

Per quanto riguarda la viabilità è necessario

SEPARARE I PROBLEMI DEI DIVERSI TIPI DI TRAFFICO (MOBILITA' INTERNA O ATTRAVERSAMENTO DI IMOLA) PER DARE AD ESSI RISPOSTE DIFFERENTI E PIU' ADEGUATE.

I problemi del TRAFFICO LOCALE della Pedagna, concentrati nei soli orari di punta, non vanno risolti con un Asse Attrezzato ma unicamente attraverso interventi di viabilità ordinaria, in particolare decongestionando il nodo della rotonda del Sante Zennaro, ossia il punto di confluenza tra Viale D’Agostino e via S. Benedetto, con costi che al massimo si aggirerebbero sugli 8 miliardi di lire (contro i 40 minimi necessari per la Bretella), con impatto ambientale molto minore e con disagi limitati durante i lavori, anziché 5 anni di grossi problemi per il traffico, che verrebbero ad essere provocati dai cantieri previsti per la Bretella.

La prima opera da realizzare è

1- UNA ROTATORIA ALL'INCROCIO TRA VIA MONTANARA E VIA PUNTA

Tale opera costituisce il primo degli interventi atti a rendere più agevole il collegamento, già previsto dal PUT, della Montanara e di una parte del quartiere Pedagna con le scuole e con la direzione Faenza-Lugo. Siamo convinti inoltre che in questo modo si metterebbe in sicurezza non solo l'incrocio, attualmente molto pericoloso, ma anche un bel tratto di Via Montanara.

La realizzazione di questa rotatoria è urgente e deve avvenire subito, in vista dei successivi interventi, i quali anch’essi ci appaiono prioritari.

Un’altra opera molto importante è

2- UNA ROTATORIA ALL'INNESTO TRA VIA SAN BENEDETTO E VIALE DELLA SOLIDARIETA'

Su di essa dovrebbe confluire, dopo averla aperta al traffico, la Via Gradizza, che si trova nell’area Programma "A", in modo che quest’ultima sia meglio collegata con il resto della città ed in particolare con l’autostrada. Inoltre la presenza della rotatoria avrà anche l’effetto benefico di far passare davanti all’Ospedale Nuovo un numero minore di veicoli provenienti da via Montericco e di decongestionare di conseguenza il punto di confluenza con via Villa Clelia, per il quale comunque saranno opportuni anche altri provvedimenti strutturali.

Anche la realizzazione di tutte queste opere è urgente e deve cominciare subito.

La nostra terza proposta riguarda un

3- COLLEGAMENTO DI VIA SAN BENEDETTO CON VIA SALVO D'ACQUISTO

Esso deve essere costituito da due corsie semplici, non accessibili ai mezzi pesanti, con piste ciclabili ai lati e con due rotatorie alle estremità, una su via Salvo D'Acquisto l’altra su via San Benedetto, quest’ultima da collegare anche a via Pio IX, per consentire l’accesso all’istituto tecnico Alberghetti. Questa strada consente di migliorare sensibilmente il collegamento di gran parte della Pedagna con la A14, evitando sia via Montericco che viale D’Agostino. Essa permette anche, nel percorso fra la Montanara e l’autostrada, di by-passare la rotonda del Sante Zennaro servendosi di via Salvo D’Acquisto, senza per altro consentire l'attraversamento veloce dell'abitato di Imola.

Anche al fine di favorire questo percorso, è possibile inserire una rotonda tra viale D’Agostino e via Salvo D’Acquisto al posto dell’attuale incrocio con impianto semaforico.

Infine, poiché nel complesso del Sante Zennaro sono presenti le scuole elementari, è importante potervi accedere da viale D’Agostino, sempre allo scopo di alleggerire la rotonda di collegamento con via S. Benedetto, sulla quale via andrebbe per altro mantenuta l’uscita attuale.

Il progetto di Bretella presentato dalla Giunta costituisce principalmente, con la sua forma, dimensione e struttura, la risposta al problema dell' attraversamento veloce dell'abitato imolese. Poiché tuttavia una tale infrastruttura si colloca nell’ambito della viabilità complessiva provinciale e regionale, essa non deve essere pagata dal Comune di Imola, ossia dai cittadini imolesi.

Questi ultimi riceverebbero, oltre ai danni della deturpazione ambientale e dell’incremento di traffico lungo la direzione RAVENNA-FIRENZE con conseguente notevole inquinamento su numerosissime abitazioni, la beffa di avere pagato questi danni a proprie spese.

Per non parlare della perdita del valore di mercato delle abitazioni, che però, lo ribadiamo, è solo uno dei tanti punti negativi della nuova infrastruttura.

L' EVENTUALE ATTRAVERSAMENTO VELOCE DELL'ABITATO DI IMOLA, da parte sia delle automobili sia soprattutto dei mezzi pesanti, DEVE AVVENIRE FUORI DAL COMPLESSO URBANO, o al limite ai margini del quartiere, non in mezzo ad esso.

Una delle soluzioni con impatto ambientale secondo noi accettabile è quella di collegare la zona di Ponticelli a Imola tramite una strada a raso, per quanto possibile priva di interconnessioni, larga non più di una decina di metri, da posizionare principalmente in sede pedecollinare. Essa potrebbe riutilizzare, almeno in parte, via Punta fino alla zona Carlina e raccordarsi oltre il parco Tozzoni al tracciato attuale di via Montericco, la quale andrebbe prolungata fino a farla confluire su viale della Solidarietà.

Altre soluzioni potranno e dovranno essere oggetto di indagine, anche e soprattutto da parte delle forze politiche della città.

Il progetto proposto oggi dall’Amministrazione comporta il rischio, se Firenzuola venisse collegata con la A1, di dover convivere con un’autostrada la quale contribuisce a collegare Ravenna con Firenze attraverso la Montanara su un percorso privo di pedaggio e di circa 50 km più breve rispetto a quello passante per Bologna. In particolare si incrementerebbe la circolazione dei mezzi pesanti.

Indipendentemente dalle soluzioni che verranno prese per Imola, il nostro Comitato è contrario anche alla Bretella di Firenzuola o ad opere analoghe. Per il trasporto delle merci in Toscana oppure tra la Romagna e la Toscana è necessario ricorrere a nuove ferrovie o potenziare quelle esistenti, per es. la Faenza-Firenze, al fine di evitare in ogni caso seri problemi sia per la Vallata che per Imola.

Ribadiamo infine che, anche se non verrà realizzato il collegamento di Firenzuola con l’A1, il concetto di Asse Attrezzato e di camionabile all’interno della città, ed in particolare di un quartiere fortemente popolato come la Pedagna, è completamente sbagliato.



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