Protocollo
40 / 2003
Data 7 / 5 / 2003
Comunicato Stampa
Marchignoli e Montroni, ora basta con le bugie
Il Comitato "Imola Viva", commentando la notizia dell'accusa allo Stato Italiano di infrazione della normativa europea in tema di procedure di Valutazione di Impatto Ambientale, a causa della condotta dell'Amministrazione di Imola nell'ambito dei lavori dell'Asse Attrezzato di Zolino, intende intervenire per denunciare alcune ricorrenti bugie del Sindaco Marchignoli e dall'Assessore Montroni, riguardanti i grandi temi della viabilità imolese.
"Vogliamo parlare con tutti, per trovare insieme una soluzione (non uscendo però dalla soluzione programmatica e progettuale avanzata dall'Amministrazione)"
Parliamo innanzitutto della dichiarata volontà dell'Amministrazione di dialogare con i cittadini indicendo la procedura di VIA. Il capogruppo DS Marco Raccagna ricorda, nel suo ultimo intervento sulla stampa a proposito della Bretella, come nel dialogo non verranno tenute in considerazione soluzioni di tipo diverso da quello presentato dall’Amministrazione nel Settembre dello scorso anno.
Alla faccia del dialogo, questa è una porta sbattuta in faccia, mascherata dietro ad un gentile "No grazie, ho già tutto quel che mi serve". D’altronde, va sottolineato che per un dialogo effettivo il confronto avrebbe dovuto riguardare più alternative di viabilità, non un unico progetto e, come tale, avrebbe dovuto iniziare parecchi anni prima. Anche perché un dialogo costruttivo in tema di viabilità diventa difficile, se si prescinde dalla pianificazione urbanistica.
"Abbiamo voluto la VIA per coinvolgere i cittadini in un processo decisionale per la realizzazione di una grande opera pubblica. Non era necessario, ma lo abbiamo fatto lo stesso".
Questo si chiama prendere in giro i cittadini, per due motivi.
Se il Comune avesse scelto la procedura di screening, il percorso minimo per
un'opera del genere, obbligatorio per legge, è praticamente certo che
la Provincia di Bologna gli avrebbe imposto la procedura completa di VIA. Quindi
si è trattato solo di un logico e intelligente sistema per accelerare
le procedure.
L'altro motivo è che la sentenza sul caso del quartiere Zolino era annunciata
da tempo ed è arrivata a conclusione solo ora. La legge, almeno per l'Unione
Europea, è un insieme di norme da applicare e non da interpretare, come
invece fa regolarmente il Comune di Imola, ponendosi spesso in modo arrogante
al di sopra di ogni controllo di legalità democratica.
Ora si comprende perché l’Amministrazione comunale sia stata così ben disposta a portare il progetto a procedura di VIA: certamente non si è trattato di un atto di buona volontà e di magnanimità.
"A Zolino si sono lamentati prima, adesso sono tutti contenti."
A chi ricorda poi della nascita di un Comitato a Zolino molti mistificatori
rispondono con una bugia vergognosa, probabilmente concordata in una segreteria
di partito. La verità invece è la seguente.
Quel Comitato non si lamentava del Ponte, utile a loro come ai restanti cittadini
del Quartiere Zolino, segregato dal resto dalla città dal grande fossato
costituito dall'ex cava dei laterizi, ed a cui il Ponte ha posto un rimedio
soltanto parziale. Quel Comitato si lamentava invece per la vicinanza della
superstrada alle case di alcuni dei suoi soci, quando c'era tutto il posto per
potere passare a distanza maggiore, senza arrecare i disagi che ora gli stessi
cittadini devono subire. Sarebbe stato sufficiente ascoltare il parere dell'ARPA,
come indicato anche dal Consiglio di Stato.
Altri interessi erano però contrari ad una soluzione che la logica e la tecnica suggerivano, consentendo tra l'altro un notevole risparmio di costo dell'opera, a tutto vantaggio delle casse comunali.
Imola, 7 maggio 2003
Il portavoce del Comitato “Imola viva”
Vittorio Bachetti