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Protocollo 64 / 2004
Data 05 / 03 / 2004

Comunicato Stampa

Chi ha paura del referendum consultivo?

Il Comitato "Imola Viva" valuta positivamente la posizione espressa da una parte della maggioranza che riconosce la necessità di evitare che il regolamento sui Referendum Consultivi Comunali escluda a priori un'eventuale referendum sulla bretella. Le dichiarazioni di buona volontà però non bastano e debbono essere seguite da fatti concreti: infatti per ottenere un regolamento che consenta realmente agli elettori di esprimersi, occorre sostenere con più coraggio la partecipazione dei cittadini. Questo significa ricercare gli interessi di tutta la collettività e non solo di questo o quel Comitato.

Per riassumere la nostra posizione, riteniamo che, al fine di svolgere un referendum il quale, lo ribadiamo, ha valore solo consultivo, occorrano anche altri correttivi alla proposta della Giunta.

In prima battuta ci preme ricordare come la raccolta di 2500 firme per una città come Imola, con un elettorato di poco più di 40.000 votanti, costituisca oltre il 5 % del totale, a fronte di una percentuale del corpo elettorale, per i referendum nazionali, vicina all'uno per cento. A Imola ci sarebbe quindi uno sbarramento alla possibilità per i cittadini di esprimersi democraticamente circa cinque volte maggiore rispetto a quello nazionale.

A prescindere dal numero minimo fissato, sono comunque pochi i 60 giorni previsti per la conclusione delle operazioni di raccolta delle firme, soprattutto per i cittadini che non siano organizzati in partiti politici. Questo significa porre dei limiti alla partecipazione. Non si può ignorare la differenza organizzativa che esiste tra gruppi spontanei di cittadini e partiti organizzati.

Quindi, per consentire ai cittadini di potere raccogliere le firme in modo legale, occorre ampliare la possibilità di autentica delle stesse oltre che ai Consiglieri Comunali, stranamente esclusi, anche a coloro
che, nelle modalità consentite dalla legge, siano disponibili a ricoprire tale ruolo.

Inoltre potremmo obiettare che, trattandosi di un referendum puramente consultivo, il quale non vincola la Giunta a nessun impegno formale, fissare un quorum di partecipanti da raggiungere sembra veramente un'operazione senza senso ed un cavillo inutile.

Il Comitato considera fondamentale incentivare la partecipazione e l'affluenza al voto, oltre che svolgere tali operazioni senza incrementare i costi per la collettività. Di conseguenza si deve ricercare per quanto possibile l'abbinamento alle elezioni di qualsiasi genere, oltre che eliminare i periodi di impossibilità di espletare le procedure di raccolta firme e di istituzione dei referendum.

Il Comitato Imola Viva ritiene ingiustificabile l'intento della Giunta di voler definire delle norme tese a vanificare nella sostanza l'istituto referendario.

Considera pertanto un grave errore, al limite dell'arroganza politica, non tenere in debita considerazione ed accogliere le osservazioni e le proposte dei gruppi di minoranza su un argomento fondamentale qual è la definizione delle regole di partecipazione democratica dei cittadini. Le "regole del gioco" devono essere scritte con il più ampio consenso possibile e con l'obiettivo di garantire l'effettivo esercizio del diritto ad esprimersi.

Il Comitato intende infine sottolineare che considera il referendum solo come ultima possibilità, ritenendo prioritario il confronto con le forze politiche, che costituisce la maniera più corretta di approccio ai problemi esistenti, nell'interesse di tutta la città.

Imola, 5 marzo 2004

Il portavoce del Comitato “Imola viva”
Vittorio Bachetti

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