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Gli Speziali di Venezia

 

Venezia, nata sull'acqua con quasi quattrocento ponti che collegano un centinaio di isole attraversate da circa centocinquanta rii, divisa in sei Sestrieri. In queste isole ben presto il commercio,specialmente delle droghe medicinali, aumentò in modo tale  che le esportazioni superarono i diecimila ducati. A Venezia l'arte degli speziali era tenuta in gran conto: nel 1172 venne istituita la Giustizia Vecchia, nel 1266 la Giustizia Nuova, costituita da tre Giudici che dovevano sopraintendere alle arti,al pubblico erario e alla pubblica economia.

Il Capitolare  degli speziali di Venezia-disposto dalla Giustizia Vecchia nel 1258- è il più vecchio a noi pervenuto;precede infatti di cinquantadue anni quello di Firenze del 1310.Questo codice di ingentissimo valore che faceva parte della famosa collezione Foscarini, ebbe nel XVIII e XIX secolo varie peregrinazioni.Gli eredi del Doge Foscarini, che si trovavano in condizioni finanziarie alquanto difficili,vendettero la collezione dei manoscritti nel 1799 al Governo Austriaco per diecimilaottocentottanta lire venete,col beneficio del sessanta per cento sul debito che i Foscarini stessi avevano col Magistrato Camerale.Ma con la pace di Presburgo del 1805,avvenne la restituzione dei manoscritti che da Vienna furono mandati alla Biblioteca Brera di Milano.Nel 1842 il Capitolare ritornò alla Biblioteca Imperiale di Vienna dove il Foucard li esaminò nel 1857,e definitivamente da Vienna nel 1868 all'Archivio di Stato di Venezia dove sono a tutt'ora conservati. Il Capitolare degli Speziali del 125Capitolare degli Speziali8 consta di undici capitoli ed inizia con il Giuramento: "Giuro sui santi evengeli di Dio che preparerò e farò(in modo) siano preparate buone e regolamentari(legali)tutte le composizioni,elettuari e sciroppi sia unguenti che impiastri e tutte le medicine onestamente senza frode con le spezie della comunità(comunali),e se non potrò trovare spezie invece di quelle metterò(solo)altre spezie." E continua (cap.VII):"...E così pure curerò secondo legge e riservatamente(con discrezione)tutti gli ammalati ed i feriti e gli affetti da altre malattie che avrò incominciato a medicare(curare) e li consiglierò secondo la loro infermità e non prolungherò con la frode la loro malattia".Inoltre(cap.VIII-IX):"E cos' pure non somministrerò nè permetterò venga somministrata nè consiglierò(insegnerò) ad alcuno di somministrare qualsivoglia medicina velenosa o abortiva.E così pure possiederò il testo del soprascritto capitolare... e lo leggerò tre o quattro volte all'anno".Infine(cap.X e XI):"E così pure se verrò a sapere che qualcuno in qualcosa abbia contravvenuto all'ordinamento soprascritto oppure abbia esercitato l'arte senza questo giuramento,più presto che potrò farò denuncia ai giustizieri che ci sono o ci saranno.Osserverò in coscienza senza frode tutte queste disposizioni o in più o in meno secondo quanto il signor doge col suo consiglio o i giustizieri che ci sono e che ci saranno mi avranno voluto aggiungere o togliere."   

E' interessante notare come già sette secoli fa gli antichi farmacisti di Venezia esplicassero un servizio pubblico sorprendentemente moderno:il 21 maggio del 1297 una Deliberazione del Maggior Consiglio stabilisce che a Venezia tutte le medicine devono essere preparate con le migliori composizioni nelle farmacie degli speziali stabilite dalla Giustizia Vecchia e che queste dovevano stare aperte ogni ora del giorno e della notte per soddisfare le esigenze della popolazione;ancora,si dava la possibilità ai medici di prepararsi le medicine,ma non di tenere bottega da speziale.Già alla fine del Duecento Venezia ospitava i primi laboratori chimici d'Europa e la Giustizia Vecchia aveva emanato leggi riguardanti la tutela della salute le quali proibivano la lavorazione in città di prodotti che potevano nuocere alla salute dei cittadini,imponendo l'obbligo di trasportare la lavorazione del Lo Speziale piombo,mercurio,solfo,salnitro e calomelano,lontano da Rialto.E questa attenzione al modo di lavorazione delle sostanze chimiche,come alla qualità dei farmaci,si protrasse fino alla caduta della Repubblica.Nel secolo XV le disposizioni che limitavano l'accesso alla spezieria a chi avesse superato un rigoroso esame e prestato giuramento,misero le basi di un maggior assetto dell'arte.Ma fu nel secolo successivo che si arrivò a una separazione dell'attività tra speziali e droghieri . E' evidente pertanto come lo sviluppo della farmacia in Italia e in Europa,dal suo sorgere e lungo i secoli,sia stato influenzato dal modello della farmacia veneziana.E uno dei motivi caratteristici di questa influenza,che servì da regola ad altre regioni del paese e oltralpe,sta proprio,anche in un ordinamento,in un controllo politico che lo Stato veneziano ha esercitato sugli speziali e sulla qualità dei loro preparati,comminando pene anche durissime nei confronti di chi falsificava le droghe imponendo la pubblica distruzione dei prodotti avariati e sofisticati.

Il Collegio degli Speziali contribuì con la sua attenta diligenza a dare all'"Arte" il maggior lustro possibile,tanto che il "Consiglio dei Dieci" gli diede facoltà di promulgare statuti sotto la dipendenza del "Magistrato dei Giustizieri Vecchi" e,quale massima ricompensa per le benemerenze e per la fama acquisita all'estero,la Serenissima definì nel 1706 nobile l'arte degli Speziali,concedendo il diritto, a chi l'esercitava,di sposare una nobile. 

Un'ultima curiosità che testimonia la unicità delle spezierie veneziane:tutte le farmacie erano differenziate per l'insegna,che Insegne delle Spezierie veneziane doveva essere esposta "per non incorrere nella multa di 5 ducati" e costituiva,anche negli atti pubblici il" marchio" distintivo delle varie botteghe. L'insegna,dal latino "insigna",emblema di una professione o di una dignità,trae origine da fatti storici come quella della Vecchia e del Cedro Imperiale (come vedremo nel capitolo successivo) o quella della Testa d'Oro;alle volte alla fede religiosa come ai Due S.Marchi ,al Redentore ,ecc. Nè era dato che due farmacie potessero portare la stessa insegna.Scrivono le cronache:"Racconta la tradizione che a due Spezierie volevasi porre la medesima insegna" alle "Due Colonne",e che un Magistrato,per tagliar corto,come non si usa certamente adesso,mandò un Fante a tagliare in una di queste farmacie una colonna per metà,per cui ne vennero e sussistono ancora le due insegne:Due Colonne e Una Colonna e Mezza, rispettivamente in Campo S.Canciano e in Campo S.Polo. Dice ancora la leggenda che,ai tempi della dominazione austriaca,venisse imposto di ritirare l'insegna della colonna e mezza che stava appesa sopra la porta della Spezieria,perchè serviva di ostacolo al passaggio delle baionette delle truppe che andavano all'esercitazione in Campo di Marte e che in seguito anche gli altri credettero di fare lo stesso. (Fonti:M.Trinchieri di Venanson-A.Schwarz).


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