INEDITI POESIA

ELISA SOTTOTETTI

 

 

 

LA PALLINA DI NATALE

 

Vi siete mai chiesti cosa possa pensare una pallina dell’albero di Natale? Secondo me si diverte un sacco; dico sul serio. Bhè chiaramente dopo aver superato uno shock iniziale, voglio dire provate voi a restare chiusi in una scatola per un anno intero, in una cantina buia, fredda, umida e polverosa…magari stare vicino a quelle bisce argentate con cui si avvolge l’albero, che ti solleticano il naso….o peggio ancora, essere compagno di scatolone del falegname, che da anni ormai leviga quel povero pezzo di legno, ormai è una pallina spacciata, 9 su 10 è sorda!!! E insomma le giornate passano così, senza troppe pretese aspettando che qualcuno decida che è giunto il momento di fare l’albero. In verità non possono stare così tranquille come si pensa, non sanno mai se quest’anno serviranno ancora, e quindi incominciano le angosce e si danno una controllata generale; controllano se hanno ancora tutti i brillantini ( sono come i capelli…prima o poi cadono!!) , si chiedono se il colore è ancora brillante come una volta, si accertano che la cicatrice dovuta alla caduta da 1,5 m dell’anno precedente si sia rimarginata!! Ci sono due tipi di palline, quelle che sono sicure di avere ancora il posto sull’albero, e altre che temono di aver concluso la carriera. Datemi retta, queste sono inconsolabili!! Comunque, una pallina sa quando è il momento di adempiere al suo dovere….gli uccellini cantano, la neve cade, le campane suonano, ma tanto a lei che gliene frega abbiamo detto che è sorda!! E si aprono i festeggiamenti in cantina!!Ma vi voglio raccontare la storia di un Natale indimenticabile; anzi lascio che sia la Pallina stessa a deliziarvi con le sue vicende.

Sono passati molti anni ormai, ma ne vado ancora fiera adesso. Ero la pallina più bella dell’albero…bhè dura un Natale solo, ma è una grande soddisfazione. Venivo da lontano, da un paese straniero e per questo ero piena di attenzioni; mi fecero uscire dallo scatolone…che sensazione magnifica, ero così contenta che agitandomi un po’ troppo scivolai dalle mani della mia padrona e caddi. Subito dopo me ne pentii, avevo fatto arrabbiare la signora e così mi riproposi di non farlo mai più. Fui posizionata al centro dell’abete, oh come stavo comoda ora…si ragionava finalmente…così potei striracchiarmi a mio piacimento. In una danza frenetica mi ritrovai circondata da molte altre palline che mi guardavano invidiose perché la “ pallina dell’anno “ ero io!! ma queste sono cose che passano in fretta…incominciai così a fare amicizia con le mie vicine e salutai le vecchie compagne sparse qua e là, e rimpiansi le colleghe in pensione. Improvvisamente la signora si allontanò infilò la spina, spense le luci e : “ Oh..ah..che bello” .Oddio non mi ricordavo più che fosse così straziante quella frase…quella stupida frase che voi dite sempre in questi casi. Mi vennero i brividi e mi si staccarono alcuni brillantini….passai attimi di panico…speravo che la signora non se ne accorgesse. Ero terrorizzata al solo pensiero di poter perdere il mio posto guadagnato con tanta fatica. Per mia fortuna tutto filò liscio. Accorse tutta la famiglia e ad uno ad uno : “ Oh…ah che bello”…che strazio! Subito dopo venimmo lasciate in balia di noi stesse; ogni tanto il gatto passava e ci annusava, caspita avrà avuto sette vite quel gattaccio ma doveva essere anche molto duro di zucca per non capire che, primo, eravamo inodori e che non cambiavamo da un minuto con l’altro!!!Le vacanze passavano e io iniziavo a divertirmi sempre di più! Provavo ad indovinare cosa avrebbe mangiato oggi la mia famiglia, scommettevo con le vicine di albero sull’ora del rientro dei padroncini, insomma tenevo alto il morale, dovevo pur dimostrare di meritarmelo il titolo di pallina dell’anno.Il divertimento migliore era senz’altro guardare quelle facce da abete degli ospiti ( si lo so che si dice faccia da ebete, ma dai noi, scusate, si usa così!!) che ci osservavano!! Siete davvero strani!! Quante grosse e gustose risate mi feci, uno spasso!! E tutti inesorabilmente :” Oh …ah.. che bello” . E quanto eravamo felici ogni volta che un nuovo regalo compariva sotto l’albero, in qualche modo ci sentivamo responsabili, ebbene si, eravamo i custodi dei regali; pensate facevamo anche turni di sorveglianza! Ma non credete, non è sempre tutto rose e fiori; non potete immaginare quanto sia fastidioso quando voi ci piazzate addosso quegli enormi occhi da cui parte un naso così lungo che potete usarlo come stella cometa!! Mi irritava un sacco, mi sentivo osservata ..ma la cosa più insopportabile è quando ci picchiettate con quelle luride mani, ma non capite che siamo delicate…pazzi furiosi, ci fate male!! Per esempio sareste contenti se noi vi tirassimo calci sui denti così.... per sentire se cioccano. E diamine un po’ di rispetto!!

 

 

 

PENSIERI

 

La rosa mi punse e io non potei che custodire il momento,

era un dono tutto per me, un’occasione non misurata,

Il vento soffiava e smuoveva il mio equilibrio

per portarmi a compiere quel passo che da sola non avrei saputo fare,

L’acqua mi bagnava le mani e mi accompagnava

in quell’immenso girotondo che unisce mille gocce,

I fiori appassivano lentamente e dolcemente

per fermare il ricordo di chi li aveva colti,

L’arcobaleno mi entrava piano nel petto

per farmi gridare i miei confusi pensieri,

La girandola danzava mossa dalle ali di una libellula

perché anche il gesto più naturale porta con sé il proprio contraccolpo,

La penna scriveva lucide follie

perché un cuore credeva, sognava e aspettava,

Il fuoco improvvisamente andava morendo

perché non avevo più bisogno delle ombre,

L’onda portava con sé il castello di sabbia di un bambino

perché chiedeva una nuova principessa da salvare,

Un libro veniva dimenticato su una panchina

per bagnarsi di pioggia e di sguardi.

Una conchiglia ruzzolava sulla sabbia….e non capiva.

 

 

 


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