INEDITI POESIA

MALU'

 

Nata in quel di Genova, in novembre al giorno dodici, per cui ho le chele e la coda con pungiglione tutta nera da nero e folle scorpione, nell' anno venerando 1928, che, dicono le storie antiche, fosse l'annata in cui venivano fuori dei scapicollati, per cui appena di età mi hanno recintato in vari collegi, da cui regolarmente o fuggivo o mi scaraventavano fuori per liberarsi di me innocente fanciulla, che di male avevo solamente il vizio di dire la verità e di fare cose degne di Gianburrasca.   Mio nonno paterno in un momento di meditazione ha fondato un manicomio, che tuttora come ospedale porta ancora il suo nome, Silvio Venturi, e annovero personaggi di lignaggio noiosi e tetri, che non sanno divertirsi mai nelle loro case antropomorfe genovesi, milanesi e venete, nonchè anche piemontesi; una folla di gente sussequiosa che ti chiama "carissimo/a", e dice cose da isola di Cavallo; io dico che puzza  per l' ingessata struttura in cui sono chiusi, rigidamente impalati, non mi fanno pena anche se certi ora sono decrepiti e scricchiolanti, hanno gettato via delle magnifiche occasioni di vita, di gioia e di ouro godimento; sono il terrore della mia LULU', cane yorki che di notte parla e commenta con un senso direi non canino, ma alla Sgarbi inacidita, ma più spiritosa.   Sono diplomata magistrali, poi mi sono iscritta a legge ma non ho portato avanti nulla per poco tempo, poi a un corso non ben definito in cui uscivi con i capelli ritti dallo spavento, dicono di psicologia, poi ho deciso di studiare e di fare quello che mi pareva, mi sembra giusto; ho la pazienza di ascoltare la gente e di aiutarla a trovare una strada, non importa quale, ma che sia adatta a farli vivere con un certo entusiasmo.

 

AVVENTURA METROPOLITANA

 

" La prego di ascoltarmi", mi disse sommessa e io mi voltai a guardarla; era una donna sottile, vestita con una certa severità, in ordine, i capelli raccolti e tesi sulla fronte, tali da lasciarle scoperta il viso. Gli occhi arrossati e molanconici, classici di chi sta perdendo ogni speranza mi fissavano ipnotici. La feci sedere in una della mie comode poltrone, ma lei si sedette appena sul rivo, rigida, impacciata. " Mi ascolti, mormorò sommessa, quasi vergognandosi della sua voce, le voglio raccontare tutta la mia storia; mi hanno detto che lei è molto brava, che sa ascoltare e dare un responso ai problemi che le sottopone la gente." Più la guardavo, più un senso di abbandono mi prendeva; una malinconia profonda si stava trasferendo nel mio animo, e non replicai alla sua richiesta, feci solo un leggero cenno del capo a significare il mio assenso. " Dunque deve sapere che io sono rimasta vedova circa sei anni fa. Un dolore, e tanta solitudine; non ho parenti, un solo figlio, che da quando si è sposato non mi guarda più in faccia, mi ha dimenticato. Sa sono cose che succedono nele famiglie, ma io dal mio ragazzo, proprio non me l'aspettavo; sono le nuore che distaccano i figli, dopo che hanno preso e preteso tutto dall'eredità paterna. Ma cosa vuole, e la voce si abbassò un poco ancora, e da quel fiato, ripetè, un dolore, ma non è questo che mi affligge"; sospirando riprese "dopo un paio di anni tormentati sotto consiglio del mio confessore, mi trovai un lavoro, così il tempo sarebbe pasato più in fretta e non avrei dovuto tanto pensare. Mi occupai di un signore e della sua casa: era un uomo solo, separato dalla moglie, si immagini quale disordine e poca pulizia ci fosse in quella casa abbandonata; il lavoro era molto e la paga poca, ma quello che importava era he le ore trascorreano e io mi immedesimavo, sentivo che quest'alloggio sta diventandi praticamente il mio: lo pulivo, lo lustravo, lo abbellivo con qualche pianticella del mercato, qualche cuscino, un po' di colore, insomma; il signore non diceva nulla, arrivava a casa tutto stropicciato e ansante e io educatamente lo salutavo e poi me ne andavo, tornavo a casa mia" Fece una pausa e un grande sospiro, probabilmente il ricordo di queste cose la angosciavano molto. " E adesso, aggiunsi io, ci va ancora dal suo padrone?" "No, mi ha cacciato via dopo quattro anni di lavoro indefesso, e mal pagata per giunta" disse con voce stanca e soffocata. " Ma un altro lavoro di quel genere , lo può trovare ancora, non le pare, vista la scarsità di persone oneste e precise come lei" ma la mia obiezione, la rattristò ancor di più,e delle lacrime silenziose comparvero nei suoi occhi. " Ma lei non può capire", sussurrò con un fil di voce "gli altri lavori non mi interessano, vorrei tanto che mi richiamasse indietro a lavorare  ancora per lui"; "Ma glielo ha chiesto?" "Eccome!" gridò adesso, prendendo colore e ansimando dall'emozione" glielo chiesto in ginocchio, ma lui non mi vuole più. " Si rilassi" le dissi" e tiri un bel respiro; a dire il vero in questa storia c'è dell'altro, oltre il licenziamento, non è vero?" Lei chinò il capo e assentì. "E' una storia che mi uccide se non ne vengo a capo, e lei, mi supplicò, so per certo che sa fare miracoli, me l'hanno detto". Sorrisi tra di me: miracoli!, ma quali miracoli se non la pazienza di far capire alla gente, che il più delle volte si va a cacciare in pasticci più o meno programmati da loro stessi inconsciamente; certo che quando riesco a far capire certi errori di comportamento, il problema poi, grazie a Dio, si risolve, perchè la persona capisce le sue potenzialità, le sue debolezze, perciò si conosce un po' più a fondo e sviluppando autostima corregge la sua vita; il miracolo era tutto qui. Ma ora avevo dinnanzi una creatura debole e dolorante, per cui era meglio che credesse in me come in una magia o sortilegio, unici sostegni per poterla portare a metabolizzare la sua sconfitta, il suo orgoglio ferito e la sua rabbia. "Vede, riprese a sussurrare più calma, " erano trascorsi sei mesi da quando avevo preso servizio da lui, quando una sera il signore tornò prima del previsto: era accaldato e mi fissava con certi occhi tutti luccicanti da far paura. Rimanga qui, mi disse, che adesso le debbo fare un discorso, e così parlando mi prese una mano e mi trascinò in camera sua in tutta fretta, come un disperato. Che strano, pensai, forse non ho fatto bene il letto o non ho pulito bene il pavimento chissà che sgridata mi sari presa; lui, come le ho detto mi trascinò in camera e mi ordinò di spogliarmi<che doveva vedermi> ", s'interruppe, con un sighiozzo, pensai, di estrema vergogna povera donna, ma poi lei riprese "Vede, voleva vedermi tutta nuda, sembrava impazzito e gridava di fare in fretta; mi spogliai con esitazione ed imbarazzo, avevo paura, e anche lui si toglieva le braghe e la camicia in fretta preso da una voglia colossale; mi prese e mi gettò sul letto con furia selvaggia; mai in vita mia avrei potuto pensare a "quella cosa"; ero abituata al mio discreto marito, che al buio con molto tatto mi cercava tra le lenzuola e nel silenzio più completo, faceva il suo dovere e io ero contenta di servirlo così, senza capire nulla e pensando che la cosa era così per tutti; ma adesso che ho capito che cosa vuol dire fare quella cosa, chi si salva più!" Sospirò ancora, tutta arrossata dal racconto straordinario e io non sapevo se ridere o piangere con lei, su questo caso. " Veda, continuò, togliendo un fazzoletto da una grande borsa nera che era ai suoi piedi, e asciugandosi le lacrime che ora scorrevano senza freno" siamo diventati amanti, ed io dopo tante esitazioni e tormenti spirituali, ne ero felice, ma che dico felicissima! Non mi importava neanche che lui si approfittasse  di non pagarmi più, sa lei capisce, nella foga del sentimento, se ne scordava e io ero troppo presa per chiedere qualcosa; in fondo pensavo che ero io a doverlo ripagare, per avermi fatto riscoprire quello che neppure immaginavo esistesse, se non per sentito dire. Le poche conoscenti che ho si sono meravigliate del mio cambiamento, ero diventata radiosa, la pelle mi si era resa trasparente; anche il mio don Giuseppe era contento: vede cara, glielo avevo detto che il lavoro le avrebbe fatto bene, sembra ringiovanita, perchè non pensa più alla sua solitudine e alle beghe del figlio e della nuora; la vedo poco in chiesa, però, soggiunse, forse è troppo stanca per la mattutina, venga alla grande cantata, che così si riposa un po' di più alla domenica...Ma quel sant'uomo non sapeva che la domenica era per me un giorno di lutto: non lo vedevo, perchè lui e i suoi amici andavano a pescare e poi a mangiare e a far chiacchere fino a tarda ora; lo capivo al mattino del lunedì che aveva anche bevuto; gli occhi erano rossi e non mi guardava affatto; ma alla sera quando tornava facevamo all'amore fino allo sfinimento e non c'erano posizioni che io inventassi per piacergli di più. Sei una gran femmina, commentava, sei bravissima ed io rivivevo felice. Un giorno, una domenica, presi il tram e mi portai lontano dal mio quartiere, per cercare un edicolante e trovare certe riviste che mi avrebbero insegnato quello che ancora non sapevo; ero pazza, lo sono ancora adesso, forse ancor di più, perchè lui mi ha lasciato così di colpo, dopo avermi ravinata nell'anima e nella mante. Accadde  che un lunedì trovai delle cicche di sigaretta macchiate di rossetto; lui era chiuso come un riccio, nervoso e non mi salutò neppure quando uscì di casa; in quella terribile mattina intuii che la mia condanna era stata pronunciata; quel giorno non combinai nulla; vuotai come un'automa  il portacenere infamato, girellai istupidita per la casa vuota; vede, sospirò la poverina, rivolgendomi uno sguardo supplice, lei mi capisce, vero?" Non sapevo che rispondere, mi sentivo male, non tanto per lei, no, ma per aver scoperto quanto i sentimenti o la passione avevano poteri di distruzione e di stravolgimento; una streganza arcana e diabolica, tale da trasformare un'innocua vecchietta in una feroce assatanata di sesso. Di casi pericolosi ed estremi me ne erano capitati, ma questo, gente, era speciale; mentre lei parlava esponenedo questo suo dramma, non si scomponeva: era li' dinanzi a me, seduta rigida sull'orlo della mia poltrona, quasi la stessa posizione che aveva assunto da quando era venuta; stava come se fosse pronta per una fuga, in allerta per qualcosa che doveva accadere. Attendeva la mia risposta, un oracolo, che sbrogliasse il pasticcio della sua vita; poveretta, volevo però prendere tempo. " Mi dica, come si comportò nei giorni successivi?, le chiesi " Ah,non me ne parli, una tortura inimmaginabile; di colpo le mie conoscenti mi dissero che avevo una faccia malata; infatti ero persa, malata d'amore, di paura e di infelicità" " Ma lui come si comportava?" "Come se non esistessi, mi rispose con un fil di voce, ma poi di un subito le si accese lo sguardo e con un sussurro di complicità, disse" non bado a spese, capisce, qualunque somma lei mi chieda io sono in grado di accontantarla, guardi, disse frugando nella borsa nera, ecco un sacco di quattrini buoni tutti per lei, ma me lo faccia ritornare, la prego, era tanto bella la mia vita prima" finì con un sospiro. Ero allibita e seccata e indubbiamente dovevo aver fatto una strana faccia, perchè quella, ancor più agitata, frugando ancora nella sua sacca nera, tirò fuori una rivoltella, un bel cannone e me lo puntò addosso. "Signora, balbettai, si calmi, sia ragionevole, non..." "No! lei non mi conosce, ho portato tanta pazienza a questo mondo, ho detto sempre di sì, ed ora che si era presentata la mia fetta di felicità, la rivoglio indietro, e presto" "L'avrà, mentii, ne sono sicurissima, anzi per meglio informarla, se lei si fa trovare a casa sua tra un paio d'ore, lui la chiamerà senz'altro per chiederle perdono, gli uomini si sa, sono dei farfalloni" "Lo dice davvero?, se no faccio una strage, tanto a me che può succedere, ad una vecchia ultrasettantenne, al massimo le danno un po' di manicomio e poi la mandano a casa, con le leggi che ci sono oggi è meglio  essere degli assassini che della gente onesta, ma lui , il delinquente morto ammazzato lo voglio vedere; e se poi non mi ha detto la verità un colpo ci sarà anche er lei , una strage, ecco quello che farò" Non aveva mai cambiato posizione, solo la voce ora saliva, ora si affievoliva, soltanto  gli occhi erano lucidi, spietati". " Ho detto che la chiamerà, vada a casa, non perda tempo, anzi prenda un taxi per fare più in fretta, vedrà che successo, che felicità" avrei giurato anche sul diavolo, tale era il malessere che mi aveva preso, accidenti, ma i matti  veri sono tutti a spasso! Si era alzata titubante, le mie parole erano state convincenti; si aggiustò la gonna con quelle manine bianche, si ripassò i capelli,agguantò la sua borsona e di volata raggiunse la porta e le scale; mi appoggiai allo stipite con il cuore in gola, ma per coronare il tutto e spaventarmi ancor di più, vidi sulla poltrona da lei occupata, la pistola che quella pazza furiosa nella fretta aveva lasciato. Tremavo, ma temevo anche per lei; che avrebbe fatto  quando nessuno si sarebbe fatto vivo, e quale reazione avrebe avuto nel constatare che la pistola non c'era più? Mamma mia, non volevo pensarci, ma dovevo trovare una soluzioe; per fortuna un caro amico mi aiutò, si risalì anche all'arma che risultà essere intestata al marito defunto, la faccenda ora era in mani giusta e per qualche tempo mi sentii più tranquilla. Quasi ma ne dimenticavo a volte, per fortuna; ma la notizia più sconvolgente era che la triste e distinta signora era sparita, non si trovava sembrava sparita nel nulla. L'unica notizia che si potè avere fu la testimonianza di una sua vicina; il racconto della vita tranquillla della povera signora. "Vedova, sa, tanto buona, mai una parola fuori posto, ordinata a coraggiosa, con un figlio che manco  la guardava e quella leggera della nuora, ancora peggio; se, cosa vuole, si era rifugiata nel lavoro, accudiva un signore poco distante da qui, tre isolati; aveva seguito il consiglio di don Giuseppe di occupare le sue giornate; ultimamente mi era sembrata un poco stanca, mi disse che aveva bisogno di riposo, che avrebbe lasciato il posto era troppo pesante; chissà ora, senza dire nulla si sta godendo il riposo o sta facendo un bel viaggio. Sapete qualcosa di lei?, mi chiese,è un bel po' che manca, saranno più di quattro mesi", la vicina, una piccola e raggrinzita vecchietta, sorrideva sdentata, felice di essere al centro dell'attenzione, una volta tanto nella sua vita."Ma sa, tutti si chiedono dove sia andata, anche il signore presso cui lavorava, ha chiesto tanto di lei, si vedeva che era preoccupato, ma poi la sa la cosa curiosa? pensi signora che lo hanno trovato morto, morto sparato in un lago di sangue, pochi giorni fa, chissà da chi, si pensa i ladri, infatti la casa era tutta in disordine e tutto sottosopra; c'erano segni evidenti di scasso alla porta e altre brutte cose; con questi tempi disgraziati c'è da aspettarsi di tutto, lo ha detto anche la polizia che è venuta" Allora ci era riuscita ad ammazzarlo! ma come aveva fatto senza l'arma? Tornai a casa sconvolta, ma a sconvolgermi ancor di più fu la notizia che la signora era tornata a casa sua tranquilla, serena e riposata, dopo la mia visita alla vicina; mi fu detto che aveva fatto un ritiro, dopo essersi licenziata. La andai a trovare e lei mi accolse nella sua piccola e linda casa, mi fece accomodare su una poltroncina rigida e lei si posi dinanzi a me su di una sediola, composta nella stessa postura di quando venne da me. "E' un piacere vederla, signora, mi disse con quella voce un po' soffocata; come non lo sapevate? avevo bisogno di solitudine  dietro consiglio di don Giuseppe, mi sono recata, dopo il nostro incontro, al convento delle Canossiane di Brescia, volevo vedere se la vita da monaca mi si addiceva, ma temo di no, in fondo ho ancora un pezzo di famiglia e degli interessi che mi legano al mondo, ora non ho più problemi e sono più tranquilla" Ma allora? chi aveva fatto vendetta? mi venne voglia di gridare per tanta falsità, ma non potevo provare nulla, assolutamente nulla; la affrontai: "Lo ha ucciso lei, non è vero?" le chiesi; lei mi guardò con il suo strano modo di fare, si stirò la gonna con quelle manine delicate, le vedevo solo ora nella loro delicatezza, quelle mani assassine e si irrigidì un poco. " Ma lei lo crede?" io feci cenno di sì e lei soggiunse "le vie del Signore sono infinite, Lui me ne ha indicata una che è stata infallibile, sa con Iddio non si scherza, Lui fa tutte le cose molto bene in piena perfezione divina; perchè se la prende tanto per me, lo vedo e lo sento; a proposito, già che lei è qui da me, signora, la prego di ascoltarmi..."                                                                                                     by Malu'

 

ALCUNE POESIE

 

 


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