In questa esperienza dell’Osservatorio è nostra intenzione proporre
un approccio alternativo, o più semplicemente diverso, alla educazione
ambientale propriamente detta, locuzione che contiene, a nostro parere, un
significato ormai piuttosto generico, convenzionale e forse alquanto retorico,
che poco differenzia le attività delle varie strutture operanti in questo
campo.
Vorremmo proporre piuttosto un approccio didattico teso alla educazione
alla Natura; la Natura che non può essere insegnata, ce ne rendiamo ben
conto, perché la si dovrebbe prima possedere, capire e farla propria; della
quale tuttavia avvertiamo la presenza nei grandiosi spazi terrestri, quali
appunto il mare o un altopiano appenninico, o nei pochi grammi di un pugno di
sabbia o, ancora, nella luce del tramonto.
E il voler confinare l’educazione ambientale ad un ambito meramente ed
asetticamente scientifico ci pare, dunque, cosa alquanto riduttiva: educare alla
natura dovrebbe significare, a nostro giudizio, educare all’uso dei sensi, alla
percezione delle differenze, a stimolare la curiosità per le differenze, che
costituiscono l’elemento fondamentale dell’evoluzione, tanto biologica,
quanto culturale.
In queste poche parole è sintetizzata l’idea ispiratrice dell’Osservatorio
del Mare, realizzato con l’obiettivo di offrire agli Istituti
scolastici più o meno vicini un supporto permanente alla didattica in
aula, della quale l’Osservatorio intende
essere una sorta di "estensione sul campo" per tutto quanto
concerne l’educazione all’uso del mare e delle sue risorse.
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