INFINITISMO
Linee
culturali e programmatiche
Il
concetto di INFINITO si pone e propone come categoria espressiva e
insieme comunicativa. Conquistare
il sentire dell’INFINITO è un atto di CULTURA, che si articola in
conoscenze meditate, quindi sviluppate in molteplici frontiere creative. ==Linee
estetiche== L’ARTE
FIGURATIVA, in particolare, assume il ruolo di TECNOLOGIA e TRASMISSIONE
di informazioni mediante le tecniche della VISIONE, implicante
fisicità nella percezione, nei mezzi di comunicazione, nella esperienza
di fruizione. La
VISIONE rappresenta nel sentire artistico
il fondamento ontologico a cui le indagini filosofiche e
scientifiche dell’Età Contemporanea hanno fornito un ampio bagaglio
teorico e metodologico. Il sistema informativo artistico – in cui l’artista funge da strumento e referente primario – si struttura organizzandosi in un “suo” sistema linguistico. L’arte
figurativa si considera
sempre più un sistema di informazione organizzato e riconoscibile
attraverso la VISIONE costantemente adeguata alle strutture cognitive
degli esseri biologici viventi. L’INFINITISMO,
poste tali premesse di carattere generale, si definisce secondo stilemi
intesi come unità funzionalì. Lo
STILE è concepito innanzitutto come emanazione del SENTIRE INFINITO che
comprende, nella bidimensionalità di SPAZI e FORME, una
multidirezionalità visiva di forme centrifughe
mediante una compenetrazione di SEGNI e CROMATISMI in
situazionalità di OSMOSI OTTICA. Nei
diversi linguaggi la VIRTUALITA’ è elaborata – non “sic et
simpliciter” riprodotta -
dall’ARTISTA, anche in rapporti con le “macchine” e le loro
possibilità medianiche. L’INFINITISMO
si pone, dunque in quanto tale, come “medium” dell’”HIC ET NUNC”,
in cui l’artista assume nella fattispecie della conformazione il ruolo
di termine che si identifica come “vedetta avanzata”, “scandaglio”
DEL, NEL e OLTRE il TEMPO. In tal senso, egli conferisce allo SPAZIO – di cui è parte e coscienza – la duplice connotazione di “terminus a quo” ed “ad quem”.
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