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Nell'analizzare
le varie note artistiche riscontro che le linee programmatiche sono
intrise di un romanticismo del passato, come del resto alcune espressività
figurative, che si soffermano sul sentire magmatico preannunciante un
turbamento nell'evento creativo, mentre altre spinte, più vicine al
contemporaneo, vengono ad esempio dal trovare equilibri formali col
coniugare figura e frattali. II
transito è stato rilevato, come concetto individuativo, proprio in questo
passaggio da un ordine unitariamente metafisico del mondo al
"sentire" questo stesso ordine metafisico nelle
oscillazioni o nei rimescolamenti e sconvolgimenti di un ordine
dell'inferiore, o dell'individuo, qui un particolare che aspira
all'universale...o di un"artista" che tende ad universalizzare
se stesso. Da qui quel "sentire" i sommovimenti dell'inferiore
che si sradicano da alcune convinzioni per assestarsi su altre strutture
di "verità"' nei transiti umorali – percettivo - cognitivi
dell'organizzazione momentanea nel movimento. Ecco come l'arte può esaltarsi di questa doppiezza insita nel termine in-finito: da una parte l'in può essere letto come privativo, ovvero senza finito; dall'altra l'in-finito si pone come una realtà che è tutta racchiusa dentro il finito… nella fisicità che percepisce l'evento transitorio. La tensione è
proprio del transitorio, che da un ordine che si scombussola passa al
disordine, per poi riorganizzare e dare altri equilibri al mondo, secondo
l'attuale fisica, che non vede però alcun negativo nelle cose: è solo
questione di ordine, disordine ed equilibrio e di come viene organizzato
nello spazio e nel tempo finito. Laddove si descrive la confusione, che
non è il caos primordiale (che, di per sé, è l'origine dell'esercizio
di una mente organizzatrice), con la minaccia di un probabile crollo di un
ordine, ci troviamo di fronte ad un assetto descrittivo della condizione
umana, mentre quando si configura una nuova relazione e si prospetta un
nuovo ordine, si illustrano nuovi equilibri. Non a caso gli artisti hanno scelto come punto di riferimento il mondo dell'informazione, che vive gli eventi attraverso paradigmi organizzativi del sentire, del conoscere e del riconoscerei e non la storicità come processo di giustificazione di una arbitraria, o momentanea, verità delle cose e dei fatti. "Fare" arte in sostanza è dare forma alla materia "artistica" ovvero organizzarla in informazioni. Essa è uno dei tanti sistemi informativi, anche se riflette, nell'immediato della sua produzione sia sul sentire e sia su come si strutturano e si modificano i sistemi di conoscenza. In arte, penso, che la ricerca possa essere diventata oggi il trovare nuovi equilibri, accordare il vecchio con il nuovo, in nuove forme: riorganizzare il paradigma linguistico della vecchia organizzazione in una nuova organizzazione linguistica. In questo modo, forse, si può descrivere l'autentico operativo “sentire" del momento. Fin
dall'ottocento (penso alle poesie di Poe, Baudelaire e Mallarmé e alla
pittura degli Impressionisti) il sentire è stato attento più verso la
risposta che si da al nuovo ordine, che non ad una semplice, seppur
raffinata, descrizione della inadeguatezza dei vecchi strumenti: questi
non riescono ad afferrare ciò che la perturbazione del nuovo produce,
soffermandosi sul disordine dell'inadeguatezza sia percettiva che
cognitiva e trasmettendo informazioni sul disordine del sentimento,
dell'organizzazione, ecc. Generazione ed escatologia, ovvero inizio e fine dell'universo, sono alla base della vita e del transito di noi viventi in questo mondo. Possiamo
fare qualcosa? Certo e gli artisti lo ricordano nei messaggi delle loro
opere, del loro infinito. Vogliono dare Amore attraverso l'impegno della
pittura, della loro "professione" di un credo. Amore è Armonia,
è equilibrio continuo... tra inizio e fine, oppure sequenziale, tra prima
e dopo... Attraverso le strutture linguistiche che abbiamo a disposizione
dobbiamo pensare all'equilibrio momentaneo più stabile e armonico che è
stato prodotto dalla nostra vita, e, una volta compreso come esso ci ha
trasformati, trasmettere il sistema. Ecco l'arte come diventa sistema
informativo ed il modo di "fare" con comuni finalità di moduli
linguistico - osservativi diventa movimento. |