La posta di Professione Infermiere: le vostre opinioni

Le vostre e-mail: ...la vostra voce.

 

Visto le numerose lettere che mi giungono in redazione, ho voluto riproporre questa rubica in qui tendo a citare (mantenendo rigorosamente  l'anonimato del mittente) quelle che reputo essere particolarmente significative o che in qualche modo contengono argomenti comuni a più e.mail. Ricordo ancora una volta che per eventuali dubbi o consigli relativi alla tutela del lavoro e\o riguardo a normative la via migliore è sicuramente quella di rivolgersi presso la sede del Vs. collegio.

Voglio invece ricordare come - per dubbi e o consigli riguardanti la professione o riguardanti il percorso universitario - sia molto utile scrivere sul nostro Forum d'opinione - spazio che reputo essere un ottimo mezzo di comunicazione dalle grandissime potenzialità - quale veloce strumento di interscambio di news fra professionisti e\o studenti.

Mia volontà è quella infatti di sviluppare questo modo di pensare e comunicare. Scrivi le tue opinioni, riflessioni od esperienze particolari a Professione Infermiere

 

E-mail.2002

Gentile Redazione di Professione Infermiere

Le mando questa lettera. Il Servizio Sanitario Nazionale Italiano va difeso e migliorato. Il sistema sanitario degli Stati Uniti d'America è il più caro del mondo. Nonostante ciò non è in grado di assicurare l'assistenza sanitaria ospedaliera ad oltre un sesto della sua popolazione. Più di 45 milioni di cittadini americani, per lo più giovani coppie con bambini, anziani, lavoratori precari, disoccupati, non in grado di pagarsi un'assicurazione privata e sono quindi sprovvisti di qualsiasi tutela sanitaria. Eppure in Italia il Polo delle Libertà si propone di fare anche di peggio distruggendo non solo quanto vi è di universalistico ( cioè di una garanzia sanitaria a tutti ) nell'attuale sistema sanitario, per svenderlo alle assicurazioni private come negli USA, ma, in aggiunta, intende svendere anche gli ospedali pubblici ai privati rendendo cosi sempre più mercantile il rapporto tra sanità e malattia.  Cosa che neppure in America si sono sognati di fare. È giunto dunque il momento di fare alcune riflessioni sul modello sanitario che il Polo delle Libertà vuole imporre a tutta Italia. Il sistema attuale è caratterizzato dal suo forte orientamento solidaristico, con un accesso ai servizi sanitari garantito a tutti. Il modello Americano, invece, è prettamente individuale. Il cittadino è chiamato a rispondere direttamente della propria salute, e dunque a provvedere autonomamente pagando un assicurazione privata. Ma poiché queste sono molto onerose, più di 45 milioni di cittadini, nel 1999, ne erano sprovvisti, e dopo le politiche di Bush, sono in crescita. Io credo con convinzione che non sia moralmente etico, ed è grave imporre un modello sanitario che punta a realizzare profitti sulla pelle dei malati. Con il governo di centrosinistra era stato stabilito gradualmente l'abolizione degli odiosi tickets, questi signori del cosi detto Polo delle "libertà" li stanno bloccando quei provvedimenti. Il servizio sanitario nazionale pubblico non va solo difeso per suoi principi di universalità d'intervento e di servizi per tutti i cittadini. Ma con l'impegno di tutti se mai va migliorato, nel fare una seria programmazione il piano sanitario nazionale con dei progetti obiettivi specifici, di prevenzione, cura, riabilitazione, sulle liste di attesa sugli esami diagnostici, sull'assistenza agli anziani, più investimento nella ricerca, un contratto di lavoro per i dipendenti della sanità, più dignitoso e soddisfacente, e grazie a tanti dipendenti della sanità pubblica che lavorano con coscienza e responsabilità e professionalità, che, abbiamo un servizio sanitario nazionale dei migliori del mondo. Due parole che meritano di essere dette sulla figura dell'Infermiere Professionale, e l'emergenza Infermieristica. Caro Governo ci vuole altro che il decreto per far rientrare in servizio gli Infermieri in pensione, per risolvere la carenza di Infermieri Professionali.

Ci vuole una programmazione seria sul fabbisogno, da parte delle Aziende Sanitarie Locali, delle Aziende Ospedaliere, delle Regioni, del Governo. Le scuole di Infermiere Professionale una in ogni provincia, maggiore riconoscimento economico, una vera valorizzazione professionale, migliore riconoscimento delle responsabilità e del disagio, promuovere una valorizzazione culturale nella società, riconoscimento di più autonomia, favorire un vero sviluppo di carriera, fare una campagna di promozione, ripeto valorizzare, valorizzare, le professioni che hanno a che fare con la sofferenza 24 ore su 24. Purtroppo la nostra società non valorizza molto le professioni che hanno a che fare con la sofferenza . e poi diamoci veramente da fare per avere una sanità sempre migliore e che metta la centro la persona sofferente con i suoi bisogni di salute, di solidarietà, di sicurezza. Un invito a tutte le istituzioni a fare la propria parte con serietà e con responsabilità e onestà, nel gestire e governare la sanità pubblica. A tutti i cittadini un invito da alzare la testa e darsi da fare per pretendere una sanità sempre migliore, garantita a tutti, dove siano attuati i principi di uguaglianza, di umanità, di solidarietà, di giustizia, di civiltà, e che la persona sia sempre al centro con i suoi bisogni, di salute , di sicurezza, e non sia il mercato a prevalere. Se ci batteremo per raggiungere questi obbiettivi, avremo una sanità umana e sempre migliore e anche una società più giusta. Saluti.

 

E-mail.2002

Volevo farti i complimenti sia per come hai realizzato il sito sia per i contenuti di info e di idee. Mi chiamo XXX e sono un infermiere di Bologna che opera da circa 15 nell'area dell'urgenza psichiatrica - lavoro cioè in un presidio psichiatrico di diagnosi e cura. 

Molto spesso nel mio ambito lavorativo si parla degli studenti del D.U. come di figure mitologiche, in quanto  da noi non vengono a svolgere tirocini, almeno per ora, e anche nel resto del dipartimento non se ne vede traccia: spesso quindi si creano dei pregiudizi senza alcun senso , di diffidenza da un lato e di timori ingiustificati - ho un amico che sta finendo il DU a Bologna e spesso mi conferma che anche nei reparti dove sta finendo il tirocinio spesso c'è questa sensazione - in effetti miei colleghi che hanno paura che gli venga tolta una fetta , dire potere mi fa ridere ma non trovo altri termini - dai nuovi infermieri che svolgono il corso universitario ne conosco anch'io; ritengo quindi, soprattutto in questa fase di transizione e di in alcuni casi marasma totale, che aprire nuovi momenti di discussione e di chiarimento,  con strumenti tradizionali o telematici come i forum o i Ngs, sia non solo essenziale ma vitale per stroncare sul nascere incomprensioni o peggio. l'email che ho usato è quella del sito del SAI di cui sono il realizzatore anche se non sono un infermiere penitenziario, che è la categoria a cui si rivolge essenzialmente il sito ma alcuni miei amici e colleghi mi hanno chiesto di dargli una mano e non mi sono sentito di dirgli di rivolgersi ad una ditta che sicuramente l'avrebbe fatto più decentemente ma facendosi pagare e questi non hanno molti soldi. Ti saluto rinnovandoti i complimenti e in bocca al lupo per tutto il resto.Ciao

 

E-mail.2002

Ciao, mi chiamo XXX, avrei da porre una questione che mi preme molto. A breve mi trasferiranno in Medicina Generale, prima era in una Med.oncologica, in questo reparto il turno notturno è caratterizzato dal fatto che si anticipa, verso le ore 5 a.m.,  la terapia del mattino, da quando il turno del mattino  è coperto solo da 2 Infermieri.Poichè gli O.T.A. si rifiutano di partire da soli per il giro letti io voglio rifiutarmi di seguire questa metodologia, che non condivido per due motivi principali:

1) poichè l'emivita del farmaco non è relativa, ed anticipando di 3 ore lo stesso, non copro il paziente durante il giorno

2) poichè non mi sento così lucida a quell'ora: cambiare aghi, mettere su terapie,.. il rischio d'errore è elevato. Oltre le mie rimostranze morali, non vi è una norma a cui posso appellarmi? Devo fare la mosca bianca? Devo inimicarmi tutti? Mi sento a disagio al solo pensare di dover combattere contro questa routine.... La Caposala è a conoscenza della routine del suo reparto, e a quanto pare d'accordo...

 

E-mail.2002

Gentile Redazione di "Professione Infermiere" , sono XXX , laureanda in Scienze Infermieristiche e voglio fare notare come in questi anni sono cambiati molto ed in meglio i rapporti fra medico ed infermiere all'interno della equipé di reparto...a differenza di anni fa dove l'infermiere era solo lo scribacchino o doveva fare il codazzo dietro il primario...credo molto nell' evoluzione di questi rapporti collaborativi e soprattutto dobbiamo crederci noi infermieri.  Troppe volte ho notato che spesso è proprio la nostra categoria a non credere nella ns. crescita professionale. A presto

 

E-mail.2003

Innanzi tutto colgo l´occasione per farvi i complimenti per il sito e per il lavoro che fate; trovo molto interessante il fatto che diate la possibilità anche a noi studenti di poter interagire con i nostri "futuri" colleghi. Vi scrivo per portare alla Vostra attenzione, un problema che riguarda me ed i miei colleghi studenti; sono un allievo alla fine del terzo anno, iscritto all´università di XXX e che svolge il tirocinio clinico presso il Policlinico universitario XXX; mi rivolgo a voi perché avete messo a disposizione uno spazio anche per la condizione studenti. Io e miei colleghi, grazie all´università, abbiamo avuto il piacere di partecipare ad alcuni congressi che riguardano l´evoluzione della figura Infermieristica all´interno dei presidi, l´ingresso della società di un nuovo titolo: la " LAUREA " in infermiere. Bello, bellissimo... io e i miei amici abbiamo ricevuto chiari i messaggi di un rinnovamento e cambiamento... solo nei congressi però!!!!! Ho e abbiamo potuto notare, che l´argomento Università, Laurea in Infermiere, viene usata come un trofeo da parte dei relatori, un ariete con il quale si cerca di abbattere muri di scetticismo e, perché no, di pregiudizi da tempo radicati nelle menti degli infermieri. Ma perché non informarsi prima su cosa è l´università, su come si articola l´attività di tirocinio clinico? Perché non si fa chiarezza su quanto avviene avviene realmente nei nuovi " corsi"? La teoria è vero, grazie all´università ha fatto passi da gigante, dapprima con l´introduzione del Diploma Universitario e dopo con l´istituzione della Laurea; ma che il tirocinio è rimasto uguale a quello che si svolgeva nei vecchi corsi da Professionale? Penso di portare in queste poche righe, il malcontento e la delusione mista alla rabbia di chi, come me e come voi, crede in una professione importante come la Nostra e la Vostra, nell´importanza che un infermiere ricopre sia all´interno di una unità operativa, sia in una società sempre più distratta e indifferente riguardo i problemi della gente. La condizione di un allievo infermiere, la dice lunga sul fatto riguardante la carenza, a livello di vera e propria emergenza, di professionisti della assistenza. In breve, la condizione di un allievo durante il tirocinio, è tutt´altro che gratificante; riceviamo quotidianamente umiliazioni da parte di tutte le figure professionali; in pratica si fa di tutto fuorché l´infermiere. Tante, tantissime volte veniamo chiamati a svolgere lavori che, purtroppo, non dovrebbero riguardarci neanche un giorno laureati e ancora assistiamo a OTA che eseguono compiti di pertinenza infermieristica quali medicazioni, terapie, mentre Noi, futuri professionisti della salute, sbrighiamo le faccende che magari toccherebbero loro. In ospedale svolgiamo solo ed unicamente incarichi che vanno dall´ausiliario all´OTA, senza chiaramente mancare di rispetto alcuno, mentre le cose sulle quali dovremmo soffermarci per poterle mettere in pratica un domani, vediamo farle fare a specializzandi medici o, peggio, a studenti medici non ancora laureati. Sorvolando sul fatto che noi ancora crediamo che quello che andremo a svolgere sarà ben diverso, è comunque sconfortante l´immagine che trasmettiamo alla gente che frequenta gli ospedali; quando vede l´allievo con fogli di richieste da ritirare, portare pazienti in sedie... l´idea è comunque sempre quella dell´infermiere portantino, dell´infermiere barelliere, dell´infermiere "al servizio del medico"!!! Nei congressi si parla di come sta crescendo, di come si è evoluta la figura dell´Infermiere anche a livello sociale; che adesso si comincia a pensare ad un laureato quando si sente parlare di infermiere. Nei congressi, dove il pubblico che segue, un po´ scettico e un po´entusiasta è infermiere; ma al di fuori, nelle unità operative, negli atri degli ospedali, la gente crede ancora in quello che vede; infermieri con una laurea appesa al muro sopra la scrivania e che fanno ancora il "giro letti" o " il giro pannoloni", e le nuove leve, Noi, che portiamo sedie a rotelle al seguito di specializzandi che non mancano occasione di mettere in mostra il loro bel camicione bianco con la cartella in mano in giro per i reparti per le varie consulenze; medici che pretendono ancora che, ad ogni loro gesto, l´infermiere scatti. magari per scoprire un letto perché loro devono " visitare"...Mi rivolgo a voi perché purtroppo vedo troppe volte sui volti degli infermieri rassegnazione, ma la cosa ancora più preoccupante e che la stessa espressione la trovo nei volti dei miei colleghi e sul mio...

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