Onlus * di Paderno Dugnano
LA MUSICOTERAPIA Progetto Musicoterapia/Ambiente sonoro. (vedasi INFORMASOCI per maggiori dettali sugli incontri) |
Incontri dei genitori per Hanno partecipato al primo incontro i seguenti
familiari: Mary, Luigi e Carla, Isabella e Ezio, Mario, Milena e Mirta.
Rinnoviamo un caloroso invito
agli aderenti a partecipare alle prossime riunioni . Essendoci ancora posti disponibili, invitiamo altri
interessati ad aderire al gruppo. (vedasi INFORMASOCI per maggiori dettali sugli incontri) |
AMBIENTI
SONORI
Progetto di
Musicoterapia rivolto a Disabili “La
musicoterapia è la prima tecnica di avvicinamento all’essere
umano e anche l’ultima ad accompagnarlo.” Rolando
Benenzon[1][1] Premessa
Le riflessioni da cui prende le
mosse il presente progetto sono riconducibili all'elaborazione
dell'esperienza pratica e teorica sul terreno della disabilità che in questi
anni ha caratterizzato gli interventi proposti dello Studio. Le valutazioni che riportiamo, sono
dettate da un continuo lavoro e da una costante discussione sulla disabilità,
al fine di creare un contesto dove la musicoterapia può applicarsi anche nei
casi più gravi. Questo percorso delinea alcuni
ambiti di intervento, e soprattutto coglie la possibilità dell’intervento
stesso: la disabilità mette a dura prova ogni forma di terapia, intendendo
quest’ultima non come mera collocazione dell’utente, ma come azione
produttiva per il benessere della persona. Riteniamo importante anzitutto
richiamare l’attenzione sulla capacità della musicoterapia di creare spazi di ascolto e di osservazione
diversi dalla solita prassi. Il disabile, per la sua
immodificabilità e per i tempi lunghi di cui necessita per conquistare
piccole abilità o piccole libertà mette inevitabilmente in questione il
musicoterapista costringendolo a rinnovare la sua visione del rapporto
relazionale e le strategie di intervento. L'opera di ascolto e di attenta
osservazione deve tradursi in un'attività di interpretazione della dimensione
di benessere potenziale di cui il disabile, come persona, é portatore,
comprendendo la struttura personale e sociale all'interno della quale il
disagio é contenuto. Finalità
Svolgere un intervento di
musicoterapia in questo senso significa oltre che ascoltare, costruire
strumenti empirici di
comunicazione – linguaggio
verbale o non verbale/musicale- per fare
in modo che i mondi a cui la persona appartiene interagiscano in modo
soddisfacente e costruttivo. L'idea é quella di operare mediante
la relazione musicale con la persona disabile, perché il suo sistema di
riferimento possa attivarsi nel modo più economico e funzionale
possibile. Nel nostro caso questo significa essenzialmente lavorare in modo
diretto con il disabile. Il lavoro del musicoterapista
nell'ambito della disabilità ha pertanto una centratura diretta sulla persona
più che sul gruppo, nel senso primario del benessere della persona. Il
gruppo, inteso come laboratorio in cui confluiscono più soggetti, viene
utilizzato come contesto vantaggioso per la realizzazione di scambi e attività
particolari ma soprattutto perché rappresenta la dimensione della socialità.
Quello che auspichiamo realizzare deriva da un'idea di terapia come aiuto
intenzionale, clinico e scientificamente orientato, finalizzato ai processi
formativi di ciascun individuo in relazione ai suoi bisogni "soggettuali". Obiettivi
Elenchiamo
di seguito alcuni obiettivi del seguente progetto, precisando che tali
obiettivi sono strettamente interconnessi fra loro:
Questi ambiti di intervento
evidenziano dove e perché sia possibile lavorare con il disabile. Si apre di
fronte a noi un terreno ampio di interventi possibili all’interno del confine
dato dalla disabilità: lavorare sul benessere, sulla socializzazione e l’integrazione,
sulle capacità acquisite o potenziali, sulla non regressione, ci sembrano
possibilità da sfruttare. Metodologia
La musicoterapia ha l’intrinseca
capacità di operare in questi ambiti di intervento con un lavoro continuo e
ben organizzato rivolto completamente alla e sulla persona disabile. La
citata interdisciplinarietà, ma soprattutto il fatto di essere una terapia
multisensoriale, dà l’opportunità di intervenire in aiuto alle altre terapie.
L’impiego di mezzi musicali - parola intesa in senso ritmico-fonetico, ritmo libero
e obbligato, movimento, il melos nel linguaggio e nel canto, la manipolazione
di strumenti - è strutturato in maniera da
corrispondere a tutti i sensi. Tramite tali impulsi multisensoriali è
possibile intervenire anche dove un importante organo dei sensi manca o è
danneggiato. Questa possibilità è suffragata
anche dalla neuropsicofisiologia la quale ritiene che “...il sistema nervoso
possiede una dimensione ritmico-melodica ad ogni livello, da quello
elementare del neurone a quelli più complessi della simbolizzazione
attraverso l’attività nervosa superiore.” La musicoterapia, terapia
multisensoriale, può, anche nei casi più compromessi, trovare un canale di
entrata per accedere alla dimensione ritmico-melodica del sistema nervoso.
Lavorare in tal senso non vuol dire solo operare una terapia sul corpo, ma
accedere allo sviluppo cognitivo della persona disabile, che così viene vista
in tutta la sua interezza. Infatti, un’altra caratteristica
della musicoterapia è la sua visione olistica, nel senso che considera l’utente
nella sua totalità mente-corpo: mente-corpo come uno indivisibile. La terapia risulta
quindi possibile anche in quelle situazioni di grave disagio, dove proprio la
parola viene a mancare e la relazione è interrotta da disfunzioni organiche e
psichiche; la musica permette di entrare all’interno di un mondo impervio
che, nonostante tutto, riverbera di un proprio melos. L’accordarsi del melos
del terapeuta con quello del disabile, è la relazione comunicazionale che si
istaura in un setting musicoterapico. In sintesi sono due gli approcci
possibili per l’intervento: 1)
la
musicoterapia attiva che è caratterizzata da un sostanziale impiego del corpo
nel movimento e nella produzione musicale, anche attraverso l’utilizzo dello
strumentario Orff; 2)
la
musicoterapia ricettiva che si muove invece sul fronte dell’ascolto e quindi
del relax e del massaggio sonoro. Tali possibilità, oltre a poter
essere impiegate contemporaneamente, sono utilizzate in base alla conformazione
del gruppo di lavoro. A chi è rivolto
Il progetto “Ambiti Sonori” è rivolto a persone
disabili. I gruppi, da formarsi
previa osservazione, avranno un numero di partecipanti compreso fra cinque e
sette. Nel caso di particolari
situazioni di disagio si prevedono due terapisti. È possibile anche
effettuare interventi sulla singola persona. Tempi e modi Si prevedono laboratori
della durata di 10 incontri a cadenza settimanale di 1 ora ciascuno. Vengono richiesti
incontri di conoscenza e verifica con le famiglie. I moduli sono ripetibili
e in tal caso prevedono una continuità della progetto in corso con
rivalutazione degli obiettivi.
[2][1] ROLANDO BENENZON, Autismo e Musicoterapia, Phoenix Editrice 1995, 19 |
04/08/2004
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