Anffas Onlus Sede Paderno DugnanoOnlus * di Paderno Dugnano

 

LA MUSICOTERAPIA

Progetto Musicoterapia/Ambiente sonoro.
Hanno aderito al progetto: Massimiliano, Elisa, Fabio, Giovanni, Roberta, Paolo, Adriano, Mirta, Valeria e .Valerio.  Al termine di questo primo ciclo ci sarà un’incontro di valutazione sia sull’entità di gradimento sia sulla composizione del gruppo, per una eventuale prosecuzione dell’iniziativa medesima.

 

(vedasi INFORMASOCI  per maggiori dettali sugli incontri)

Incontri dei genitori per
il sostegno alla genitorialità

Hanno partecipato al primo incontro i seguenti familiari: Mary, Luigi e Carla, Isabella e Ezio, Mario, Milena e Mirta. Rinnoviamo un  caloroso invito agli aderenti a partecipare alle prossime riunioni .

Essendoci ancora posti disponibili, invitiamo altri interessati ad aderire al gruppo.

 

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AMBIENTI SONORI

Progetto di Musicoterapia rivolto a Disabili

 

“La musicoterapia è la prima tecnica di avvicinamento

all’essere umano e anche l’ultima ad accompagnarlo.”

Rolando Benenzon[1][1]   

Premessa

Le riflessioni da cui prende le mosse il presente progetto sono riconducibili all'elaborazione dell'esperienza pratica e teorica sul terreno della disabilità che in questi anni ha caratterizzato gli interventi proposti dello Studio.

Le valutazioni che riportiamo, sono dettate da un continuo lavoro e da una costante discussione sulla disabilità, al fine di creare un contesto dove la musicoterapia può applicarsi anche nei casi più gravi.

Questo percorso delinea alcuni ambiti di intervento, e soprattutto coglie la possibilità dell’intervento stesso: la disabilità mette a dura prova ogni forma di terapia, intendendo quest’ultima non come mera collocazione dell’utente, ma come azione produttiva per il benessere della persona.

Riteniamo importante anzitutto richiamare l’attenzione sulla capacità della musicoterapia di creare  spazi di ascolto e di osservazione diversi dalla solita prassi.

Il disabile, per la sua immodificabilità e per i tempi lunghi di cui necessita per conquistare piccole abilità o piccole libertà mette inevitabilmente in questione il musicoterapista costringendolo a rinnovare la sua visione del rapporto relazionale e le strategie di intervento.

L'opera di ascolto e di attenta osservazione deve tradursi in un'attività di interpretazione della dimensione di benessere potenziale di cui il disabile, come persona, é portatore, comprendendo la struttura personale e sociale all'interno della quale il disagio é contenuto.

 

Finalità

Svolgere un intervento di musicoterapia in questo senso significa oltre che ascoltare, costruire strumenti empirici di  comunicazione – linguaggio   verbale  o   non verbale/musicale- per fare in modo che i mondi a cui la persona appartiene interagiscano in modo soddisfacente e costruttivo.

L'idea é quella di operare mediante la relazione musicale con la persona disabile, perché il suo sistema di riferimento possa attivarsi nel modo più economico e funzionale possibile. Nel nostro caso questo significa essenzialmente lavorare in modo diretto con il disabile.

Il lavoro del musicoterapista nell'ambito della disabilità ha pertanto una centratura diretta sulla persona più che sul gruppo, nel senso primario del benessere della persona. Il gruppo, inteso come laboratorio in cui confluiscono più soggetti, viene utilizzato come contesto vantaggioso per la realizzazione di scambi e attività particolari ma soprattutto perché rappresenta la dimensione della socialità. Quello che auspichiamo realizzare deriva da un'idea di terapia come aiuto intenzionale, clinico e scientificamente orientato, finalizzato ai processi formativi di ciascun individuo in relazione ai suoi bisogni "soggettuali".

 

Obiettivi

Elenchiamo di seguito alcuni obiettivi del seguente progetto, precisando che tali obiettivi sono strettamente interconnessi fra loro:

  • creare ambienti sonori: significa produrre attraverso la musica contesti e spazi di proprietà della persona disabile, in grado quindi di gestirli e modificarli.
  • affermare la funzione dell'interazione: significa che la persona sviluppa le sue abilità a contatto con aspetti di vita reali e concreti. La musica è un aspetto importante della realtà che lega fasi temporali ad eventi storici;
  • progettare lo sviluppo della sensorialità: significa che lo sviluppo cognitivo é in stretta relazione con la sollecitazione delle facoltà sensoriali; la musica stimola sensorialmente non solo l’udito ma anche il corpo attraverso le vibrazioni;
  • sottolineare il ruolo centrale che assume il linguaggio: significa utilizzare la “parola”, intesa come qualunque sistema simbolico che organizzi l’esperienza relazionale. La musica è un ponte comunicativo che può riuscire laddove il linguaggio ordinario è insufficiente;
  • incentivare l'attività motoria perché fondamentale per lo sviluppo cognitivo: significa agevolare le attività di coordinazione locomotoria come modo per vivere lo spazio fisico in funzione dello sviluppo cognitivo;
  • lavorare sulle potenzialità: significa ritenere possibile lo sviluppo completo della persona, secondo, appunto, le sue possibilità e questo significa credere nelle grandi capacità del nostro sistema nervoso centrale che è saldamente interconnesso con le strutture ritmico-melodiche della musica;
  • procurare benessere: la musica, come spazio individuale, è in grado di contenere ansie e dare armonia psicofisica al soggetto in ascolto o produzione.

 

Questi ambiti di intervento evidenziano dove e perché sia possibile lavorare con il disabile. Si apre di fronte a noi un terreno ampio di interventi possibili all’interno del confine dato dalla disabilità: lavorare sul benessere, sulla socializzazione e l’integrazione, sulle capacità acquisite o potenziali, sulla non regressione, ci sembrano possibilità da sfruttare.

 

Metodologia

La musicoterapia ha l’intrinseca capacità di operare in questi ambiti di intervento con un lavoro continuo e ben organizzato rivolto completamente alla e sulla persona disabile. La citata interdisciplinarietà, ma soprattutto il fatto di essere una terapia multisensoriale, dà l’opportunità di intervenire in aiuto alle altre terapie. L’impiego di mezzi musicali - parola intesa in senso ritmico-fonetico, ritmo libero e obbligato, movimento, il melos nel linguaggio e nel canto, la manipolazione di strumenti  -  è strutturato in maniera da corrispondere a tutti i sensi. Tramite tali impulsi multisensoriali è possibile intervenire anche dove un importante organo dei sensi manca o è danneggiato.

Questa possibilità è suffragata anche dalla neuropsicofisiologia la quale ritiene che “...il sistema nervoso possiede una dimensione ritmico-melodica ad ogni livello, da quello elementare del neurone a quelli più complessi della simbolizzazione attraverso l’attività nervosa superiore.” La musicoterapia, terapia multisensoriale, può, anche nei casi più compromessi, trovare un canale di entrata per accedere alla dimensione ritmico-melodica del sistema nervoso. Lavorare in tal senso non vuol dire solo operare una terapia sul corpo, ma accedere allo sviluppo cognitivo della persona disabile, che così viene vista in tutta la sua interezza.

Infatti, un’altra caratteristica della musicoterapia è la sua visione olistica, nel senso che considera l’utente nella sua totalità mente-corpo: mente-corpo come uno indivisibile.

La terapia risulta quindi possibile anche in quelle situazioni di grave disagio, dove proprio la parola viene a mancare e la relazione è interrotta da disfunzioni organiche e psichiche; la musica permette di entrare all’interno di un mondo impervio che, nonostante tutto, riverbera di un proprio melos. L’accordarsi del melos del terapeuta con quello del disabile, è la relazione comunicazionale che si istaura in un setting musicoterapico.

In sintesi sono due gli approcci possibili per l’intervento:

1)    la musicoterapia attiva che è caratterizzata da un sostanziale impiego del corpo nel movimento e nella produzione musicale, anche attraverso l’utilizzo dello strumentario Orff;

2)    la musicoterapia ricettiva che si muove invece sul fronte dell’ascolto e quindi del relax e del massaggio sonoro.

Tali possibilità, oltre a poter essere impiegate contemporaneamente, sono utilizzate in base alla conformazione del gruppo di lavoro.

 

A chi è rivolto

Il progetto “Ambiti Sonori” è rivolto a persone disabili.

I gruppi, da formarsi previa osservazione, avranno un numero di partecipanti compreso fra cinque e sette.

Nel caso di particolari situazioni di disagio si prevedono due terapisti.

È possibile anche effettuare interventi sulla singola persona.

 

Tempi e modi

Si prevedono laboratori della durata di 10 incontri a cadenza settimanale di 1 ora ciascuno.

Vengono richiesti incontri di conoscenza e verifica con le famiglie.

I moduli sono ripetibili e in tal caso prevedono una continuità della progetto in corso con rivalutazione degli obiettivi.



[2][1] ROLANDO BENENZON, Autismo e Musicoterapia, Phoenix Editrice 1995, 19

04/08/2004