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Lamberto Delmirani un Signore d'altri tempi                               

di Gianfranco Lelmi                                                                                                                      

E'  un pomeriggio piovoso, il cielo é scuro, ho poca voglia di scrivere, eppure sento che debbo farlo. Perché? Sento dentro di me che debbo raccontare, parlare di un amico che ora non c'é più, che ha dato tanto a tutti e non dire qualcosa di Lui, mi pare quasi un'offesa alla sua persona. Purtroppo pochi al CAI di Roma hanno avuto la fortuna di conoscere gli "anziani", quanto hanno dato queste persone con principi e valori morali che oggi, quasi non esistono più. Oggi Lamberto Delmirani per molti soci CAI, quando ho affisso la notizia della sua "scomparsa", é solamente: "quello che é morto". Eppure per capire a fondo questo personaggio eccezionale, bastano alcune sue parole: "Perché vai in montagna? Per giungere là dove termina la vegetazione ed inizia la contemplazione!" Ma chi é veramente Lamberto Delmirani? Nato a Roma il 17 agosto del 1914, aveva una tale passione per la montagna che si fece trasferire per lavoro alla Prefettura di Aosta. Nel 1934 erano tempi difficili, Aosta era una piccola cittadina con pochi abitanti, tanta neve e tanto freddo. Lamberto non si perse d'animo, benché non riuscisse a trovare un alloggio, affittò una baita in montagna, sul versante di Pila. Benché romano, si inserì immediatamente nell'ambiente chiuso della Valle d'Aosta. Ogni sera dalla Prefettura aspettavano che una luce bianca segnalasse il suo arrivo alla baita, vi saliva con i suoi sci di legno muniti di telo alla valdostana. Socio del CAI di Aosta e dello SCI Club, tesserato FISI, salì il Cervino, partecipò a gare di sci effettuando durante il tempo libero numerose salite sui monti della "sua" Valle d?Aosta.  Durante il servizio militare, fu addetto al Servizio Riservato del Comando del 26° Rgt.Ftr. (Fiume), raggiunse il grado di Comandante di Compagnia della Divisione (Lombardia) (4^ cp.AA-73°  Rgt). Amava la montagna, i suoi tramonti, i bellissimi spettacoli che ti offre. Diceva che: "E' infantile trasformare la montagna in una palestra".  Benché la montagna lo affascinava e rapiva gran parte del suo tempo, tirò su quattro figli ai quali riuscì a dare tanto. Negli anni 70 salì alla Punta Regina Margherita al Monte Rosa con ottanta soci quasi tutti settantenni, tra cui un novantenne. "Spedizione" organizzata dal CAI di Malnate, Lamberto fu immortalato su un settimanale a diffusione nazionale, come capo cordata, sempre sorridente, mentre accompagnava un gruppo di alpinisti. Sempre sorridente lo vediamo durante un'escursione con i bastoncini da sci, immortalato su un mensile che si occupava di natura. Fu lui uno dei primi sostenitori dell?importanza dei bastoncini da sci durante le gite in montagna. Molti lo sfottevano vedendolo utilizzare questo "attrezzo", eppure arrivò all'età di novant'anni con le ginocchia integre, oggi in Appennino, sulle Alpi, quasi tutti li utilizzano. Consigliere prima, vicepresidente della sezione del CAI di Roma successivamente, diresse numerose gite ed accantonamenti nella nostra sezione, portando in montagna anche il gruppo giovanile. Ideatore dell'Alta via nr.1 e nr. 2 della Valle d'Aosta, ricevette i complimenti e l'approvazione dell'Assessore al Turismo, Urbanistica e Beni Culturali della Regione Autonoma della Valle d'Aosta: Pollicini. Nel 1974 fu l'ideatore di una importante iniziativa  chiamata: "Camminare con gli sci" con la quale proponeva ai soci di utilizzare gli sci "per facili itinerari, nella beatitudine dei paesaggi di montagna". Cecchi, Merlack, Parena Quercioli, Spataro, il sottoscritto, collaborarono alla sua iniziativa con la partecipazione di tanti soci. In pratica si invitava a praticare lo sci per apprezzare e conoscere le bellezze dello sci-fuori pista. Le sue iniziative attiravano l'invidia di molti, lui sempre sorridente continuava per la sua strada. Famosi sono i suoi Capo d'Anno al Terminillo, sette per l'esattezza. Partiva da Roma con i mezzi pubblici, poi da Campo Forogna, sotto la bufera, conduceva i suoi partecipanti al rifugio Sebastiani, gestito dall'amico Fausto Lenti. Canti, spumante, panettone, poi da veri montanari si dormiva sui tavoli, dappertutto, il giorno successivo tutti in  montagna. In cima alle montagne, di ritorno dalle gite in torpedone,  intonava insieme a Gegé e Romolo bellissime canzoni di montagna, sembrava il coro della SAT. Peccato che oggi si sia persa l'abitudine di cantare, molti giudicano tristi i canti di montagna, eppure le loro parole sembrano ritmare il passo del montanaro durante una salita.  Amante del mezzo pubblico, dopo un lavoro durato anni, pubblicò sull'Appennino uno specchio con tutti gli orari per raggiungere le nostre montagne in corriera od in treno.  Lamberto amava dare agli altri, ma agli altri non chiedeva nulla anche se oggi appare una cosa quasi impossibile. Poco tempo fa, sentiva di non star bene, sereno mi disse: "la vita é così bella, peccato che tocca conoscere anche la morte".  Sua moglie, dopo due mesi in camera di rianimazione, nonostante i gravi problemi di salute,  ha superato fortunatamente il brutto momento, lui purtroppo ci ha lasciato. Speriamo che il suo ricordo, i suoi insegnamenti, siano apprezzati  anche dalle nuove leve del CAI.

 

 

                                                              

DA PREPARARE OGNI MATTINA

di Lamberto Delmirani

Prendete due decilitri di pazienza,

Talvolta ne occorre un litro,

Una tazza di bontà,

Quattro cucchiai di buona volontà,

Un pizzico di speranza,

Una dose di buona fede,

Aggiungete una manciata di tolleranza,

Un pacco di prudenza,

Qualche lucciola di simpatia,

Una manciata

di quella piccola pianta rara

Che si chiama umiltà,

Una grande misura di buon umore,

Aggiungete molto buon senso,

Lasciate lievitare. 

Otterrete una buona giornata!