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SASSARI
MUSEO ARCHEOLOGICO ETNOGRAFICO
“GIOVANNI ANTONIO SANNA” Comprende diverse sezioni, che raccolgono testimonianze
dalla preistoria al periodo altomedioevale e una pinacoteca che ospita una
cinquantina di tele, dal XIV agli inizi del XX secolo, fra cui dipinti
catalano-sardi di Joan Barcelo e del Maestro di Ozieri.
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MUSEO DELL’INTRECCIO
MEDITERRANEO (CASTELLO DEI DORIA) Raccolta di produzioni artigianali a intreccio di fibre vegetali, diffuse nell’aerea mediterranea. Sono catalogate secondo le diverse tecniche di lavorazione e i diversi usi, corbule, canestri, manufatti relativi alla vita domestica, come scope in palma nana e fiaschi rivestiti con verghe di mirto. Materiali che riguardano la pesca fluviale e marinara, fassois imbarcazioni tipiche dello stagno di Cabras e Santa Giusta, su paramittu, cestino confezionato con rami di olivastro e canne, sono esposte nasse, intrecciate con giunco, canne e verghe di mirto o olivastro.
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ANTIQUARIUM TURRITANO Via Ponte Romano tel.
079/514433 Tutti i reperti archeologici venuti alla luce a Porto Torres sono qui esposti corredati da pannelli e da fotografie che precisano l’espansione della città romana di Turris. Sono presenti statue marmoree, materiali vitrei, ceramici, metallici. In una sala si può ammirare un’ara marmorea cilindrica dedicata alla dea egizia Budastis.
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MUSEO ARCHEOLOGICO Raccoglie materiale archeologico delle culture prenuragiche del territorio di Ozieri, rinvenuto nelle domus de janas e altri siti all’aperto. La sezione storica che va dal periodo della dominazione romana al Rinascimento offre materiali provenienti da abitati e da luoghi di culto, infine la sezione dedicata alla numismatica, con monete greche, puniche, aragonesi e spagnole e della zecca sarda del periodo sabaudo.
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MUSEO ARCHEOLOGICO NAVALE “NINO
LAMBOGLIA” Il museo è dedicato ai reperti della celebre nave romana, era un veliero da trasporto, naufragato presso l’isola di Spargi intorno al 120 a.C. fu scoperto nel 1957 ed è stato oggetto della prima ricerca scientifica italiana di archeologia sottomarina, iniziata negli anni 50 sotto la direzione di Nino Lamboglia di Genova. Il museo espone inoltre altri oggetti rinvenuti in tutto l’arcipelago, corredati da fotografie di diversi scavi e di una parziale ricostruzione della nave con il suo carico di 202 anfore.
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MUSEO NAZIONALE DEL COMPENDIO
GARIBALDINO Il museo non è altro che la dimora ove trascorse la vecchiaia Giuseppe Garibaldi. È stato dichiarato monumento nazionale nel 1907. il percorso ha inizio con la stalla che raccoglie attrezzi da lavoro dell’eroe che si dedicò nell’ultima parte della sua vita all’agricoltura. Si entra nella casa dove sono sistemate diverse armi e la carrozzella donata a Garibaldi nel1880 dal Comune di Milano, si giunge poi alla camera da letto matrimoniale, si accede alle stanze dei figli Manlio e Clelia, alla cucina e alla stanza dei cimeli.
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NUOROMUSEO DELLA VITA E DELLE
TRADIZIONI POPOLARI SARDE Nel museo sono esposti essenzialmente gli abiti tradizionali di tutte le aree geografiche della sardegna. Abiti di uso quotidiano e festivo con i vari accessori, spille, bottoni, collane, pendenti, orecchini d’oro ,argento e corallo.la mostra è integrata da arazzi cassapanche e da un telaio orizzontale della seconda metà del XIX secolo. Vi è anche una raccolta di pani e dolci tipici nuoresi, infine tre sale sono dedicate interamente al carnevale barbaricino, con maschere dei Thurpos di Orotelli, Merdules di Ottana e Mamuthones di Mamoiada.
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ORANIMUSEO “NIVOLA” Il museo è dedicato allo scultore sardo trapiantato in america Costantino Nivola. Ai lati dell’edificio troviamo due sculture monumentali, la Magna Mater e Su Muru Pringiu (muro gravido). Nel cortile possiamo ammirare una figura maschile e altre femminili in marmo, in bronzo e in travertino.il Museo mostra anche le famose terracotte dei “letti” e delle “spiagge”.
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DESULOMUSEO ETNOGRAFICO “CASA
MONTANARU” Il museo documenta gli aspetti tradizionali della vita e delle attività produttive desulesi. Attrezzi per il lavoro dei campi, per la pastorizia, strumenti legati all’attività della foresta e alla lavorazione del legno e del ferro. Si possono ammirare le diverse tipologie di pane desulese e strumenti per la sua lavorazione, un antichissimo telaio. Un ala del museo è dedicata all’esposizione del costume locale caratterizzato da vivaci colori. Infine presenti 1500 volumi appartenenti al poeta che da il nome al museo.
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BELVI’MUSEO DI SCIENZE NATURALI Il museo è diviso in diverse sezioni:
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LANUSEIMUSEO DIOCESANO DELL’OGLIASTRA Il museo è articolato in diverse sezioni, di cui la prima, di Storia naturale e archeologia, raccoglie minerali, fossili e reperti archeologici del periodo preistorico, nuragico, punico e romano ed etrusco. La sezione che tratta la storia della diocesi comprende i libri più significativi a partire dal periodo giudicale, con la riproduzione di alcune antiche immagini, suppellettili liturgici e ricordi della vita culturale e religiosa, vari pezzi di argenteria di uso liturgico e domestico, antichi amuleti e rosari sardi, libri rari e preziosi.nella sezione delle testimonianze storiche è da segnalare una pergamena con scritta in ebraico e latino risalente al secolo XIII, un frammento cartaceo con una preghiera cranica del secolo XVIII, scritta in arabo magrebino e altri oggetti della cultura ispano-mussulmana.
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LACONIMUSEO DELLE STATUE-MENHIR Raccoglie vari reperti archeologici del territorio di Laconi. Troviamo 40 monoliti in trachite scolpita del periodo prenuragico dell’età del Rame, protoantropomorfi, antropomorfi asessuati, statue-menhir o statue–stele maschili, statue-menhir femminili. Sono esposti frammenti ceramici della cultura di Ozieri, e ancora lame, punte di freccia e corredi di tombe megalitiche.
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MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE Comprende le varie culture che si sono avvicendate nell’isola, a partire dall’età neolitica (6000 a.C.)fino ad arrivare al periodo dell’alto Medioevo ( VII – VIII sec. D.C.). In particolare possiamo trovare frammenti di ceramica decorata con impronte di conchiglie della cultura più antica, della cultura Bonu Ighinu del IV millennio a.C. è il vasellame ceramico inciso e una serie di statuine di dee-madri di tipo “obeso”. Tra il IV e III millennio a.C. si trovano della cultura di Ozieri ceramiche con decorazioni più complesse, cultura di Monte Claro ceramiche rosse e ornate, e ancora la cultura di Bonnanaro con ceramiche più modeste, che segna l’inizio della civiltà nuragica. Diverse sono le testimonianze della produzione metallurgica nuragica, lingotti di rame a forma di pelle d’animale, formelle di fusione di strumenti da lavoro e di armi. I bronzetti, presenti nelle diverse raffigurazioni: guerrieri, dee-madri, oranti, animali e navicelle. Sempre della stessa età, sono presenti tre calderoni di probabile origine orientale. Degli insediamenti dei Fenici portano testimonianza le ceramiche, i corredi tombali di Bithia e vasellame vario. Dell’età punica con le raccolte di stele puniche, rinvenute nei ”tophet” ( necropoli-santuari ), sempre del periodo punico sono i gioielli di Tharros bracciali, anelli, orecchini, scarabei e collane. Per quanto riguarda la produzione ceramica, notevoli maschere apotropaiche, destinate ad allontanare gli spiriti maligni dal defunto. Dell’età Romana, statue, sarcofagi, monete, gioielli e oggetti d’uso sacro e quotidiano.vi sono inoltre alcune testimonianze del periodo alto-medioevale, con i corredi di oreficeria. I contesti espositivi sono di facile lettura perché accompagnati da pannelli esplicativi, ricchi di documentazione grafica, con cartine geografiche, modellini di nuraghi, la ricostruzione di una tomba di epoca fenicia, la ricomposizione ideale del tophet di tharros. Alla base delle vetrine si accompagnano le didascalie relative ad ogni singolo reperto e l’indicazione topografica di provenienza.
PINACOTECA NAZIONALE Ospita retabli quattrocenteschi e cinquecenteschi: una sorta di pale d’altare lignee dipinte. Tutte le opere provenienti per buona parte da botteghe sarde, testimoniano la cultura figurativa catalano-fiamminga che si è affermata nell’isola durante la dominazione iberica. Si tratta della più grande raccolta di pittura catalana fuori dalla Catalogna con opere che vanno da Joan Mates (prima metà del XV sec. ) fino ai maestri sardi come Lorenzo, Pietro e Michele Cavaro.
MUSEO SIAMESE CARDU È un’esposizione di circa 1300 pezzi provenienti dall’oriente: oggetti cinesi in avorio dell’XI sec., spade finemente lavorate, monete ed argenti donati agli inizi del secolo alla città di Cagliari da un Sardo vissuto alla corte del Re del Siam.
COLLEZIONE DELLE CERE ANATOMICHE Comprende una raccolta di modelli anatomici dello scultore fiorentino Clemente Susini, realizzati, su incarico del Re Sabaudo Carlo Felice, agli inizi dell’ottocento.
GALLERIA COMUNALE D’ARTE Vi si svolgono mostre temporanee di artisti sardi. Conserva una prestigiosa raccolta di arte contemporanea degli anni ’60-’70. inoltre, raccoglie una collezione di materiali etnografici appartenenti agli usi e costumi locali, datati tra la fine del ‘700 e la prima metà del ‘900 sono da citare : Francesco Ciusa la cui scultura vinse a Venezia, nel 1907 il primo premio alla VII Biennale internazionale d’arte. Felice Melis Marini, Giuseppe Biasi, Filippo Figari, Mario Delitala, Stanis Dessy e altri.
MUSEO DEL SANTUARIO DI N. S. DI
BONARIA Testimonianze archeologiche del colle di bonaria che ospitò, infatti, una necropoli tardo punica e romana. Sono presenti pitture e modelli navali votivi ed altri ex voto in onore della Madonna di Bonaria protettrice dei naviganti. Le pitture votive di tema marinaresco risalgono al XVIII – XIX secolo e hanno un’importanza storico documentaria. Dei modelli navali, il più antico una navicella d’avorio, risale al 1400 ca. Da ammirare anche le mummie di alcuni membri della famiglia degli Alagon che sepolti nella pietra calcarea, hanno subito una mummificazione naturale.
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VILLANOVAFORRUPARCO E MUSEO ARCHEOLOGICO GENNA
MARIA Troviamo materiali risalenti agli scavi del complesso nuragico di Genna Maria e dei nuraghi della Marmilla. Utensili litici e metallici e di uso quotidiano come la pintadera (matrice per la decorazione di pani sacri) e il porta brace, brocche, lucerne, stoviglie, ciottoli e ceramiche dal XVI al IX secolo a.C. Corredi funerari di epoca punica e romana, monete e gioielli, reperti tecnologici di epoca romana legati alla macinazione dei cereali.
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SANLURIMUSEO RISORGIMENTALE “E.F. DUCA
D’AOSTA” Il Castello di Sanluri del XIII secolo è l’unico ancora abitato. Troviamo cimeli dell’armata sarda (1720-1861) e della guerra 1915-18, fucili archibugi, Chassepot, foto, uniformi degli eroi della Brigata Sassari, e ancora, cartoline, bandiere, giornali, periodici di propaganda politica, ricordi dei lager nazisti di Polonia e Germania. Diversi ambienti presentano vari arredi con mobili del ‘500, ‘600, e del ‘700, letti a baldacchino e cassettoni. Alcuni di questi ospitano sovrani e dignitari in transito. Presenti carte genealogiche relative ai Giudici d’Arborea e ai Re di Spagna. MUSEO STORICO ETNOGRAFICO
CAPPUCCINO Il museo è articolato in tre sezioni: quella di storia e arte, la sezione archeologica e la sezione etnografica. La prima comprende quadri di arte sacra datati dal 1500 in poi, paramenti sacri, statue lignee, rosai e collane in oro, argenterie, madreperla e corallo. Stampe con canti gregoriani e molti altri volumi a stampa con scritti francescani. La sezione archeologica mette in mostra reperti del periodo che va dal neolitico al medioevo. Si trova una grande stampa riguardante l’albero genealogico della Famiglia Francescana. Infine la sezione etnografica offre uno spaccato della vita nei conventi degli ultimi secoli, con la ricostruzione dei vari laboratori dei frati. Grande importanza assume il settore farmaceutico con vasi e oggetti per l’erboristeria.
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PULAMUSEO ARCHEOLOGICO Raccoglie i ritrovamenti degli scavi di Nora, città fenicia, punica e romana, corredi tombali, ceramiche e vasellame risalenti al V-IV sec. a.C. ceramiche del periodo romano, anfore fenicie, puniche e romane, ancore e diversi oggetti di epoca bizantina.
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S. ANTIOCOMOSTRA ARCHEOLOGICA Le principali tappe dello sviluppo storico culturale di Sant’Antioco ( La Solki fenicia ) dal periodo neolitico a quello romano. Sono esposti corredi funerari provenienti dalla necropoli ipogeica punica: brocche, anfore, lucerne e gioielli in oro. Dall’epoca romana fino al tardo impero, vi sono oggetti di uso quotidiano. Interessante la ricostruzione scenica di un settore del tophet.
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CARBONIAMUSEO ARCHEOLOGICO “VILLA SULCIS” Sito al pianterreno della “Villa Sulcis”, residenza del diretto re delle miniere carbonifere. Offre un quadro delle vicende culturali del Sulcis dalla preistoria all’alto medioevo. Vi si trovano frammenti e manufatti in ossidiana, materiali preistorici fittili, materiali vitrei di età fenicia e punica. Il Museo è dotato di stazioni multimediali che illustrano un programma di insediamento fenicio e punico sul Monte Sirai e i risultati delle campagne di scavo.
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IGLESIASMUSEO MINERALOGICO Un ricco campionario di minerali di zolfo, gesso, celestina delle solfare siciliane e lave del Vesuvio, modelli d’arte mineraria, fossili animali e vegetali, minerali silicati provenienti da tutto il mondo. La sezione che riguarda le miniere sarde è la più importante e caratteristica, strumenti di lavoro risalenti al periodo punico, romano, pisano, Aragonese. Vecchie fotografie degli anni 1920-’30 di laboratori di chimica, di meccanica e fisica. Sono esposti i più rari e tipici fossili dell’Iglesiente, pezzo curioso, la piccozza del Conte Alberto Lamarmora della prima metà dell’800.
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SAN SPERATEPAESE MUSEO E’ l’unico museo che non conserva le sue opere dentro un edificio. I dipinti si possono ammirare girando per tutto il paese, con i suoi muri colorati di murales che raccontano la vita quotidiana e di storia e di popolo. Lungo le strade si ammirano le sculture in pietra di Pinuccio Sciola, che è stato nel 1968 l’ideatore di questo paese museo
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ORISTANOANTIQUARIUM ARBORENSE È un viaggio nel passato del Sinis e di Tarros, troviamo reperti neolitici delle stazioni preistoriche del Sinis, punte di freccia, lame, bulini e raschiatoi in ossidiana e selce. Bronzi di epoca nuragica, ceramiche fenicio puniche, etrusche, greche, provenienti dalla necropoli di Tarros. Interessante ricostruzione di una tomba fenicia a cremazione di Tarros, con urna cineraria, ed il grande plastico di Tarros com’era nel IV secolo a.C. La pinacoteca contiene retabili del XV e XVI secolo, fra cui tavole dipinte su fondo oro del pittore catalano Ramòn de Mur (XV sec.) e due opere dei pittori sardi Pietro Cavaro e Antioco Mainas.
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SANTULUSSURGIUMUSEO DELLA TECNOLOGIA CONTADINA Troviamo la più interessante collezione sarda di oggetti della vita rurale delle epoche passate. Numerosi strumenti da lavoro e oggetti di uso quotidiano che documentano la vita quotidiana e pastorale lussurgese. Tutti gli oggetti sono corredati da un catalogo, locandine che illustrano i canti e i giochi infantili del passato, oggetti legati all’attività di carbonai, di agricoltori, pastori. Inoltre strumenti di lavoro femminili della filatura, tessitura, alla panificazione. Una sezione è dedicata alle macchine agricole e idrauliche ad arnesi per la vinificazione, caseificio e frantoio.
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TADASUNIRACCOLTA DI STRUMENTI MUSICALI
“DON GIOVANNI DORE” Un’annosa ricerca condotta da un sacerdote, don Dore ha fruttato questa magnifica raccolta. Il repertorio musicale va dai più arcaici strumenti fonici e ritmi da ballo a quelli di canti monodici e polivocali. Presenti più di 400 strumenti, a bocca, a corda, a membrana, la gran parte sono originali, ed alcuni sono ricostruiti secondo la tradizione orale dallo stesso sacerdote che li fa funzionare perfettamente. Di particolare interesse è su scorriu, un congegno fonico usato dai banditi latitanti, sino ai primi del secolo, che produce un rumore che provoca il panico negli animali ed in particolare nei cavalli, che si impennano e disarcionavano i carabinieri o le forze dell’ordine in genere.
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