Interreg IICRestauro CAGLIARI

 “LA STORIA DI CAGLIARI”


Il Progetto di Cagliari


Storia

Introduzione

Le origini del nome della città

Le fortificazioni

Il periodo pisano

Piazza delle quattro  porte

Via Università

Castello: la fortezza


 

Bibliografia


Il Progetto Comunitario



le origine DEL NOME DELLA CITTà




 

Cagliari come sede umana fu molto antica, infatti risale al Neolitico la presenza dell’uomo a S. Elia, nelle grotte dei Colombi, ed in altre località costiere del golfo cagliaritano. Gli studiosi non concordano sull’etimologia del toponimo della Città. Karalis, Karales, Kalaris, Cagliari e Casteddu, sono i nomi serviti nel tempo per indicare la Città.

Gli studiosi hanno cercato variamente di decodificare questi termini, dando diverse spiegazioni.

Già nel’500 un umanista sardo, Roderigo Hunno Baeza, nella sua opera maggiore, il “Karalis Panegyricus”, afferma che Karalis deriva senza dubbio dal greco κάρα, cioè “testa” in quanto Cagliari è il centro vero di tutta l’isola.

Il primo a prospettare l’origine semitica del nome Karalis fu S. Bochart già nel XVIII secolo.

Nella radice fenicia Kar-Karir egli vide la chiave di tutto il mistero; il senso di questa radice-rinfresco-, lo interpretò considerando che Cagliari offriva ristoro ai naviganti durante le loro lunghe peregrinazioni via mare.

Il noto semitista tedesco Guglielmo Gesenius spiegò Karalis come Kar Baalis cioè Città di Dio.

Un altro semitista Giovanni Spano, formulò una derivazione dal fenicio Kar-El, due parole che significano anch’esse “Città di Dio”.

Nel 900, il Bertoldi e il Wagner fecero risalire il nome Karalis al periodo protosardo, diversamente da Giandomenico Serra, che ritornò alle origini fenice.

Gli studiosi, E. Putzulu e Francesco Artizzu, hanno osservato che la radice Kar, nel linguaggio dei popoli mediterranei che precedettero l’invasione indoeuropea, significava “pietra”, “roccia”.A questa base mediterranea Kar si sarebbe aggiunto il suffisso mediterraneo Al(i) o Ar(i) con valore collettivo.Sarebbe nato così karali che significherebbe proprio “luogo di una comunità sulla roccia” o, semplicemente, “località rocciosa”.

Il plurale Karales, presente in molti scrittori antichi, viene spiegato dall’Artizzu con il fatto che al primitivo nucleo originario si sarebbero uniti altri nuclei vicini. Da Karalis, Karales, si sarebbe passati nel medioevo a Calaris, grazie ad una metatesi molto frequente nel dialetto sardo. Seguì la caduta della “S”, come è successo per tante parole latine e il raddoppiamento della “L”, che portò nel periodo ispanico a Callari e Cagliari.

I nomi Castellum, Castellum Novum Montis De Castro e Castellum Castri si riferiscono chiaramente alla posizione della Città alta, ben munita e fortificata contro gli attacchi dei nemici.

Per i sardi Castellum divenne Casteddu, ad indicare la Città nella sua interezza, mentre Castedd’esusu servì per indicare il quartiere alto, sede della nobiltà, dell’alto clero e del governo.



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