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Spunti di riflessione: cielo
 
Alziamo gli occhi al cielo, ma con i piedi ben piantati in Terra, per scoprire noi stessi
di Hernàn Huarache Mamani
sacerdote e curandero andino
(tratto dal libro "Negli occhi dello sciamano", Edizione Piemme, 1998)
 

Un astronomo che stava visitando il canòn del Colca sentì parlare di Thomàs Laura, un astronomo andino. Il visitatore dopo averlo incontrato gli chiese se poteva insegnargli a conoscere i nomi andini delle Costellazioni del cielo.

Prima di rispondere, Tomàs gli rivolse alcune domande: "Cos'è la Terra per te? Ascolti, quando la Terra ti parla? Qual è il punto di maggior forza di questo pianeta? Cos'è che unisce l'uomo alla Terra?".
Le risposte dell'astronomo in visita non sembrarono soddisfacenti a Tomàs Laura, per cui aggiunse: "Come pretendi di conoscere il linguaggio dei cieli, se non conosci il linguaggio della Terra? Prima impara gli insegnamenti della Terra sulla quale poggiano i tuoi piedi e poi ti insegnerò i nomi delle costellazioni e i messaggi del Cosmo.

Solo i pazzi e gli stolti vogliono imparare prima quello che è lontano, senza conoscere ciò che è vicino".

 
 
Alziamo gli occhi al cielo per scoprire l'uomo
di Giovanni Caprara
(Corriere della Sera, 18 marzo 2004)
 
L'umanità ha un patrimonio naturale che è il cielo. Alzare gli occhi in una notte stellata significa scoprire il vero mondo in cui viviamo, il cosmo, nel quale la Terra viaggia rapida come un'astronave ai confini della galassia Via Lattea. Ma scrutare le stelle è sempre più arduo: perché le luci delle città le nascondono; perché la scuola ancora ignora la nostra collocazione tra le stelle e non ci aiuta. Diverse Regioni si sono mobilitate per indurre le amministrazioni pubbliche ad illuminare le vie rispettando la visibilità del cielo e nello stesso tempo risparmiare energia. Qualche risultato si è ottenuto, ma la strada è ancora lunga, la sensibilità deve crescere. Anche l'inquinamento luminoso provoca danni se ci toglie la possibilità di conoscere il ritmo cosmico in cui la Terra è immersa. Paradossalmente i nostri nonni ci parlavano con maggior naturalezza degli astri e della loro presenza nella vita quotidiana. Ora mandiamo robot su Marte e collegandoci al sito della Nasa vediamo panorami rossi mozzafiato. Però con mezzi facili è possibile scrutare pure dai nostri prati il sorgere di una costellazione o il tramontare di un pianeta. E immaginando atmosfere lontane scopriremo un po' noi stessi.

 

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