Inti Wasi (Casa del Sole)

http://web.tiscali.it/inti.wasi

 

Spunti di riflessione: cielo
 

Le Pleiadi (M 45)

di Marco Marchetti

INTRODUZIONE

Le Pleiadi sono un gruppetto di stelle nella costellazione del Toro che tutti quanti abbiamo sicuramente notato ogni volta che abbiamo alzato lo sguardo in cielo durante il periodo invernale. Il gruppo, conosciuto fin dall'antichità e presente nella cultura di molti popoli, rappresenta un classico esempio di ammasso stellare aperto o galattico.

Le Pleiadi nella costellazione del Toro

Figura 1: Le Pleiadi nella costellazione del Toro

 

COME TROVARLE

Nelle notti senza nubi è possibile osservare, anche ad occhio nudo, l'ammasso stellare delle Pleiadi. Per identificarlo è sufficiente prolungare la linea individuata dalle tre stelle che compongono la "Cintura di Orione".

Come trovare le Pleiadi
 

STELLE DOPPIE E MULTIPLE

Un'alta percentuale delle stelle presenti nella nostra galassia si presenta sotto forma di stelle doppie; infatti stelle che ad occhio nudo sono visibili come singoli punti appaiono scindersi in due componenti separate se osservate con un telescopio.

A volte l'accoppiamento è puramente prospettico: in altre parole le due stelle sono distantissime fra loro e appaiono vicine per puro caso. Nella stragrande maggioranza dei casi, invece, l'accoppiamento è fisico cioè le due stelle sono legate dalla mutua attrazione gravitazionale e ruotano attorno al baricentro comune.

Splendidi esempi di stelle doppie (le cui componenti sono separabili anche con piccoli telescopi) sono Mizar, la stella centrale del timone del Grande Carro, Albireo, nella costellazione del Cigno, e Almak nella costellazione di Andromeda.

Esistono anche casi molto più rari di stelle triple, quadruple e perfino sestuple; un esempio molto interessante di stella sestupla è rappresentato da Castore, la stella più luminosa della costellazione dei Gemelli, che splende luminosissima nelle fredde serate invernali. Castore è una stella tripla in cui ognuna delle tre componenti è a sua volta doppia. Lo spettacolo visibile da un pianeta orbitante attorno ad un sistema del genere sarebbe davvero magnifico; con tutta probabilità gli ipotetici abitanti di un pianeta del genere non conoscerebbero la notte poiché con sei stelle a disposizione almeno una sarebbe comunque presente in cielo.

 

AMMASSI DI STELLE

Oltre che presentarsi in forma singola o multipla le stelle hanno la tendenza a raggrupparsi in ammassi. Abbiamo due tipi di ammassi stellari: gli ammassi aperti (o galattici) e gli ammassi globulari.

Gli ammassi aperti si trovano all'interno della nostra galassia e sono formati da alcune centinaia o migliaia di stelle (a seconda dei casi) disposte in maniera irregolare e abbastanza sparpagliate. Molti di essi sono visibili con binocoli e piccoli telescopi; meritano di essere citati il doppio ammasso di Perseo e il Presepe visibili anche ad occhio nudo rispettivamente al confine fra la costellazione di Cassiopeia e di Perseo e nella costellazione del Cancro.

Per contro gli ammassi globulari si trovano all'esterno della nostra galassia e formano una specie di alone che circonda ed avvolge la galassia stessa. Gli ammassi globulari sono più ricchi dei loro cugini galattici; infatti sono composti da centinaia di migliaia o milioni di stelle disposte secondo una simmetria sferica. Anche alcuni ammassi globulari sono facilmente rintracciabili con binocoli e piccoli telescopi: un caso per tutti è l'ammasso globulare noto con la sigla M13 visibile anche ad occhio nudo durante le fresche serate primaverili nella costellazione di Ercole.

M13

Figura 2: M13

 

LE PLEIADI

Le Pleiadi (M45)

Figura 3: Le Pleiadi (M45)

 

Un esempio molto famoso e spettacolare di ammasso galattico è costituito dalle Pleiadi, un gruppetto di sette stelle nettamente visibile ad occhio nudo nella costellazione del Toro durante le lunghe notti invernali. La forma ricorda vagamente quella di una Orsa Maggiore in miniatura al punto che il gruppo viene spesso erroneamente scambiato per la costellazione dell'Orsa Minore (che ovviamente si trova in tutt'altra direzione).

Posizione delle Pleiadi

Figura 4: Posizione delle Pleiadi

In una notte serena ad occhio nudo si riescono a distinguere facilmente sette stelle che diventano nove o dieci se siamo dotati di un'ottima vista.

L'osservazione con l'ausilio di strumenti è ancora più entusiasmante: già un piccolo binocolo ci mostra decine di stelle mentre telescopi di medie dimensioni ce ne mostrano centinaia. Il diametro dell'ammasso si aggira intorno ai 30 anni luce e dista dalla Terra circa 385 anni luce.

A questo punto ci fermiamo un attimo per una piccola considerazione: una distanza di 385 anni luce significa che la luce, per percorrere la distanza che ci separa dalle Pleiadi, ha impiegato 385 anni quindi noi non vediamo le Pleiadi come sono oggi ma come erano 385 anni fa. Quando la luce ha iniziato il suo lungo viaggio correva all'incirca l'anno 1615: l'America era stata scoperta da poco di cento anni, Galileo aveva appena effettuato le prime storiche osservazioni telescopiche del cielo e Newton doveva ancora nascere.

Il gruppo delle Pleiadi è uno degli ammassi stellari più studiati e fotografati; le prime fotografie risalgono alla seconda metà del secolo scorso. Confrontando queste vecchie fotografie con quelle odierne si è scoperto che le stelle del gruppo non occupano le stesse posizioni che occupavano in passato; in altre parole si sono spostate e non sono le sole.

Infatti tutte le stelle, Sole compreso, si muovono nello spazio con velocità più o meno elevate; è solo l'enorme distanza che ci separa da esse che ce le fa apparire fisse nel cielo. È sufficiente confrontare due osservazioni separate da un intervallo di tempo sufficientemente lungo per far sì che lo spostamento emerga. In particolare il Sole possiede un moto proprio che lo porta a spostarsi, con tutto il suo corteo di pianeti, verso un punto situato fra la costellazione della Lira e quella di Ercole alla velocità di 20 km/s.

Ritornando alle Pleiadi si è scoperto che tutte le stelle del gruppo si spostano nella stessa direzione con la stessa velocità. Inoltre alcune stelle che in primo momento si pensava facessero parte dell'ammasso possiedono velocità e spostamenti in direzioni diverse e quindi la loro presenza in quella zona è solo prospettica; al contrario altre stelle che si pensava fossero estranee all'ammasso possiedono le stesse velocità e spostamenti e quindi fanno parte dell'ammasso stesso.

 

STORIA E MITOLOGIA

Le Pleiadi, di Elihu Vedder

Figura 5:Le Pleiadi

Artista: Elihu Vedder (1836–1923), data: 1885, The Metropolitan Museum of Art

 

Le Pleiadi, conosciute anche con il nome di ' Sette Sorelle ' oppure di ' Gallinelle ' sono note fin dall'antichità; infatti le cita Omero nell'Odissea e ne parla la Bibbia nel libro di Giobbe. I loro nomi, introdotti dal poeta greco Arato vissuto nel terzo secolo a.C., sono Alcione (la più luminosa), Maia , Merope , Elettra , Taigete , Asterope , Celeno e corrispondono alle sette mitiche figlie di Atlante. Nel XVI secolo sono stati aggiunti i nomi dello stesso Atlante e di sua moglie Pleione.

Nomi delle Pleiadi

Figura 6: Nomi delle Pleiadi

 

Secondo un mito raccontato da Igino (I secolo d.C.) un giorno Pleione e le figlie, mentre stavano attraversando la Beozia, furono aggredite dal gigante Orione che voleva possederle oppure, secondo un'altra versione del mito, sedurre la madre. Le ragazze riuscirono a sfuggire all'agguato ma da quel giorno cominciò un lungo inseguimento da parte dell'infuriato Orione fino a quando Zeus, impietosito, le trasformò in stelle. Stessa sorte toccò poi al gigante il quale continuò l'inseguimento in cielo.

Secondo un'altra leggenda, tramandataci da Apollodoro (II secolo a.C.), tutte le Pleiadi si unirono in matrimonio ad altrettante divinità generando altri dei ed eroi tranne Merope che invece sposò un mortale, Sisifo, generando Glauco. La trasformazione in stelle fu un premio per la loro saggezza.

Per quanto riguarda il nome c'è chi lo fa derivare da ‘ pléin ', navigare, poiché le Pleiadi indicavano dopo l'inverno l'inizio della stagione idonea alla navigazione; chi invece lo fa derivare da ‘ pléion ', più, poiché sono numerose e chi ancora da ‘ péleiades ', stormo di colombe, poiché prima di diventare stelle Zeus le avrebbe trasformate in questi uccelli per potere sfuggire più facilmente all'inseguimento di Orione.

Le Pleiadi diventarono astronomicamente importanti intorno al 2.500 a.C. poiché il loro sorgere eliaco avveniva in corrispondenza dell'equinozio di primavera che, presso gli antichi popoli della Mesopotamia, rappresentava l'inizio dell'anno.

Nel I millennio a.C. l'apparire delle Pleiadi nei cieli primaverili del mattino indicava agli antichi naviganti l'inizio della stagione idonea alla navigazione mentre la loro scomparsa nei cieli serali autunnali segnalava che era giunto il momento di lasciare le navi nei porti.

Oggi le Pleiadi cominciano ad apparire nei cieli del mattino in agosto, sono ben visibili in prima serata in inverno e annegano nelle rossi luci del tramonto in maggio. Per capire questa differenza di comportamento bisogna che andiamo brevemente a fare la conoscenza con un curioso fenomeno astronomico: la precessione degli equinozi.

 

LA PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI

Oltre ai ben noti movimenti di rotazione attorno al proprio asse e di rivoluzione intorno al Sole, la Terra possiede un ulteriore movimento chiamato precessione. L'attrazione combinata della Luna e del Sole sul rigonfiamento equatoriale terrestre fa sì che l'orientamento dell'asse attorno al quale ruota il pianeta non sia fisso nello spazio ma cambi molto lentamente nel tempo.

Un primo effetto della precessione è il lento migrare del Polo Nord Celeste in mezzo alle stelle. Tutti i libri di astronomia ci raccontano che il Polo Nord celeste è indicato dalla Stella Polare (la stella più luminosa della costellazione dell'Orsa Minore) poiché tale stella si trova nella direzione in cui punta l'asse terrestre ma, a causa della precessione, non è sempre stato così. In un'epoca che risale a 4800 anni fa il Polo Nord celeste era indicato da Thuban (la stella più luminosa della costellazione del Drago) mentre fra 7.000 e 13.000 anni le future stelle polari saranno rispettivamente Alderamin (nella costellazione di Cefeo) e Vega (nella costellazione della Lira).

Stella Polare

Figura 8: Stella Polare

 

Un secondo effetto è che la posizione occupata dal Sole durante l'equinozio di primavera, il cosiddetto ‘ punto vernale ' o ‘ punto gamma ', non è fissa ma anch'essa si sposta molto lentamente lungo l'eclittica nel verso opposto al moto annuo del Sole. Il movimento del punto gamma lungo l'eclittica è chiamato precessione degli equinozi.

A partire dal 2220 a.C. fino al 60 a.C. il punto gamma si trovava nella costellazione dell'Ariete; per questo motivo il punto gamma è anche conosciuto come ‘ primo punto dell'Ariete '. Nel 60 a.C. il punto gamma è entrato nella costellazione dei Pesci e lì resterà fino al 2100 d.C. dopo di che entrerà nella costellazione dell'Acquario.

L'intervallo di tempo impiegato dal punto gamma per compiere un giro completo dell'eclittica, pari a circa 26000 anni, fu anticamente chiamato ‘ grande anno delle Pleiadi ' poi ribattezzato in ‘ anno platonico ' durante il Medioevo.

Durante il periodo che va dal 4.380 a.C. al 2.220 a.C. il punto gamma si trovava nella costellazione del Toro; quest'epoca era anticamente denominata ‘ Era delle Pleiadi '.

 

ALCIONE

La stella più luminosa delle Pleiadi è Alcione; talvolta la si trova scritta nella sua forma grecizzante Alcyone.

Secondo Plinio il Vecchio (I secolo d.C.) l'alcione era un uccelletto, poco più grande di un passero, dai colori vivaci che nidificava presso le coste marine. Sempre secondo Plinio l'alcione si faceva vedere molto raramente; gli unici periodi in cui era possibile osservarlo erano i solstizi, a metà inverno e in occasione del tramonto delle Pleiadi. Il grande storico e scienziato continua la sua descrizione affermando che gli alcioni costruiscono i loro nidi sette giorni prima del solstizio d'inverno e depongono le uova sette giorni dopo.

Un'altra leggenda narra che gli alcioni erano in grado di prevedere con molto anticipo le tempeste e che avevano la facoltà di placarle.

Partendo da queste antiche descrizioni alcuni naturalisti hanno identificato l'alcione con il martin pescatore anche se vi sono alcuni dubbi poiché il martin pescatore nidifica lungo i fiumi e i torrenti e non sulle coste.

Secondo un'antica leggenda Alcione era la figlia di Egiale (‘ colei che tiene a bada l'uragano') e di Eolo ( il custode dei venti ) e aveva sposato Ceice (‘ gabbiano '), figlio della Stella del Mattino.

Erano talmente felici assieme che decisero di chiamarsi Zeus ed Era suscitando così l'ira delle due divinità le quali si vendicarono scagliando una folgore contro la nave di Ceice, partito per consultare un oracolo. Lo spirito di Ceice apparve allora ad Alcione la quale, sopraffatta dal dolore, si gettò in mare. Mossi da pietà alcuni dei li trasformarono in un alcione e in un gabbiano oppure, secondo un'altra versione del mito, in due alcioni.

Alcione divenne la figlia di Atlante e Pleione in epoca più tarda.

Tornando alle Pleiadi, Alcione è un interessantissimo oggetto astronomico; è infatti una bellissima stella tripla le cui componenti sono tutte ben visibili anche con piccoli telescopi.

 

ETÁ E FUTURO DELLE PLEIADI

Le stelle principali del gruppo delle Pleiadi sono stelle di colore azzurro molto grandi, calde e giovani; la loro età è stimata fra i 60 e gli 80 milioni di anni, un'inezia rispetto ai 5000 milioni di anni del nostro Sole.

Fa una certa impressione notare il fatto che le Pleiadi emisero la loro prima luce nello stesso periodo in cui sulla Terra si consumò il dramma dei dinosauri; ricordiamo infatti che la grande estinzione di massa dei dinosauri avvenne all'incirca 65 milioni di anni fa.

Purtroppo le Pleiadi non vivranno a lungo come il Sole; le Sette Sorelle pagheranno a caro prezzo il fatto di essere molto grandi e luminose. Infatti più una stella è grande e luminosa e più velocemente consuma il suo combustibile nucleare per contrastare la gravità che tende a comprimerla. Quindi mentre stelle medio-piccole come il Sole possono vivere tranquillamente fino a 10 miliardi di anni stelle massicce e luminose come le Pleiadi potranno vivere solamente per un centinaio di milioni di anni dopo di che esploderanno come supernovae e si trasformeranno in stelle di neutroni o buchi neri.

Una conseguenza molto importante, e anche molto triste, di questo fatto è che eventuali pianeti in orbita attorno a stelle di questo tipo non potranno mai ospitare forme viventi simili alla nostra poiché la vita di queste stelle è troppo breve. Infatti la vita sulla Terra ha richiesto tempi lunghissimi per potersi evolvere da semplicissime forme primordiali a forme più evolute e complesse.

Ricordiamo che il sistema solare nacque a partire dalla condensazione di una nube di gas all'incirca 4.600 milioni di anni fa e le primissime forme di vita apparvero circa 4.000 milioni di anni fa; per trovare le prime forme di vita abbastanza complesse bisogna arrivare all'inizio del del periodo geologico denominato Cambriano, circa 700 milioni di anni fa.

Ecco quindi che, a meno dell'esistenza di una qualche forma di vita particolarmente rapida nel proprio sviluppo, il meraviglioso spettacolo che le Sette Sorelle potrebbero offrire da una distanza molto ravvicinata non potrà mai essere osservato da occhi indigeni; forse in un lontano futuro questo spettacolo potrà essere ammirato da occhi terrestri a bordo di una astronave ma questa è fantascienza.

Monografia n.68-2001/11

 
Le Pleiadi (M 45)
Hartmut Frommert
Edizione italiana a cura di Mario Farina
http://astrolink.mclink.it/messier/m/m045.html
 
Ammasso aperto 1 M45 , tipo 'c', nel Toro

Le Pleiadi
Ascensione
Retta
03h 47.0m
Declinazione +24° 07´
Distanza 400 al
Magnitudine
Visuale
1.6
Dimensioni
Apparenti
110.0´

Le Pleiadi appartengono a quella categoria di oggetti noti sin dall'antichità. Sono almeno 6 i membri visibili ad occhio nudo, che diventano 9 con moderate condizioni di visibilità e salgono a 12 sotto cieli bui e tersi. Secondo Kenneth Glyn Jones, il primo riferimento conosciuto all'ammasso è una citazione di Esiodo, risalente circa al 1.000 a.C.. Omero ne fa menzione nell' Odissea , e nella Bibbia compaiono tre riferimenti alle Pleiadi.

Sono chiamate anche "Le Sette Sorelle", il nome giapponese invece è "Subaru", utilizzato per l'omonimo marchio automobilistico. Le antiche denominazioni europee (per esempio quelle inglesi e tedesca) ci dicono che un tempo erano paragonate ad una "Chioccia con i pulcini". Burnham fa riferimento sia alla possibile origine del nome "Pleiadi" dalla parola greca "plein" che indica il "navigare" o dalla parola "pleios" che significa "abbondanza" o "moltitudine". L'autore di questa pagina preferisce ritenere che il nome derivi dalla mitologica Pleione, che è anche il nome di una delle stelle più brillanti dell'ammasso.

Seguendo la mitologia greca, le stelle principali hanno il nome delle sette figlie di Atlante e di Pleione: Alcione, Asterope (una stella doppia), Elettra, Maia, Merope, Taigeta e Celaeno. L'Anglo-Australian Observatory ha realizzato una mappa delle Pleiadi con i nomi delle stelle principali.

I moderni metodi di osservazione hanno rivelato che ci sono almeno 500 stelle, la maggior poco luminose, che fanno parte dell'ammasso delle Pleiadi e che si estendono per un campo di oltre due gradi (quattro volte il diametro della Luna). Rispetto ad altri ammassi aperti, la densità è abbastanza bassa. E' questo uno dei motivi per cui si ritiene che le Pleiadi siano destinate, come ammasso, ad una vita piuttosto breve (vedi sotto).

Fotografie a lunga posa (anche telescopi di ottima qualità, di basso rapporto focale e con "campo esteso", in particolare i buoni binocoli) hanno rivelato che le Pleiadi appaiono immerse in nebulosità, evidenti nella nostra immagine, realizzata da David Malin con il telescopio Schmidt inglese e coperta da copyright dal Royal Observatory Edinburgh e dall' Anglo-Australian Observatory . Le nebulosità delle Pleiadi sono di colore bluastro, il che indica che si tratta di nebulose a riflessione che riflettono la luce stessa delle stelle luminose nelle vicinanze (o al loro interno). La più brillante circonda Merope e venne scoperta il 19 ottobre 1859 da Ernst Wilhelm Leberecht (Wilhelm) Tempel a Venezia, con un rifrattore di 10 cm. Leos Ondra ha realizzato la biografia di Wilhelm Tempel che ci è stata concessa ed è disponibile online in questo database insieme ad un disegno della nebulosa Merope. L'estensione di Alcione fu scoperta nel 1875, le nebulosità intorno ad Elettra, Celaeno and Taigeta nel 1880. La complessità delle nebulose delle Pleiadi venne rivelata nell'insieme per la prima volta dalle fotocamere, per esempio quella dei fratelli Henry a Parigi e quella di Isaac Roberts in Inghilterra, tra il 1885 ed il 1888.

Ulteriori informazioni possono essere trovate nella nostra tabella delle principali stelle delle Pleiadi , delle nebulosità corrispondenti e dei relativi numeri di catalogo.

Secondo nuovi calcoli pubblicati da un team ginevrino, formato da G. Meynet, J.-C. Mermilliod ed A. Maeder su Astron. Astrophys. Suppl. Ser. 98 , 477-504, 1993, l'età delle stelle dell'ammasso delle Plaiadi è di circa 100 milioni di anni. Molto più della precedente età "canonica" presunta di 60--80 milioni di anni (lo Sky Catalog 2000 indica per esempio 78 milioni). Si è calcolato quindi che le Pleiadi, come ammasso, abbiano un futuro di circa solo 250 milioni di anni (Kenneth Glyn Jones); dopo allora, diverranno stelle singole (o multiple) ognuna con la sua orbita.

La classificazione di Trumpler per le Pleiadi è II,3,r (di Trumpler, secondo Kenneth Glyn Jones) o I,3,r,n (Götz e Sky Catalog 2000), ciò significa che questo ammasso appare isolato, fortemente o moderatamente concentrato verso il centro, le sue stelle presentano un'ampia gamma di luminosità ed è numericamente ricco (oltre 100 membri).

Alcune delle stelle delle Pleiadi ruotano rapidamente, caratteristica comune a molte stelle della sequenza principale di un certo tipo spettrale (A); a causa della rotazione, dovrebbero essere degli sferoidi schiacciati ai poli piuttosto che dei corpi sferici. Il principale esempio è quello di Pleione .

Cecilia Payne-Gaposhkin ricorda che questo ammasso contiene qualche nana bianca (WD). La presenza di queste stelle solleva uno specifico problema di evoluzione stellare: come possono esistere delle stelle nane bianche in un ammasso così giovane? E non è il solo, è quasi certo che queste stelle appartengano all'ammasso originario e non stelle che sono state "catturate" (un fenomeno che, in ogni caso, non è molto efficace negli ammassi piuttosto aperti). Dalla teoria dell'evoluzione stellare, sappiamo che le stelle nane bianche non possono avere masse superiori al limite di 1,4 masse solari (il limite di Chandrasekhar), se così non fosse, la gravità le farebbe collassare su se stesse. Però stelle di massa così bassa si evolvono assai lentamente, al punto che occorrerebbero miliardi di anni per portarle a questa condizione e non i 100 milioni di anni che corrispondono all'età dell'ammasso dellle Pleiadi.

L'unica spiegazione possibile è questa: sembrerebbe che un tempo queste nane bianche fossero corpi massivi che si sarebbero evoluti rapidamente e poi, per una qualche ragione (per esempio per forti venti stellari, perdita di massa verso astri vicini, o a causa di una rotazione veloce), avrebbero perso gran parte della loro massa. Di conseguenza, in seguito avrebbero potuto perdere un'altra frazione considerevole della massa in una nebulosa planetaria. In ogni caso, alla fine di questa evoluzione, il resto della stella (quello che in precedenza era il nucleo dell'astro) avrebbe dovuto avere una massa inferiore al limite di Chandrasekhar limit, cosicché si sarebbe evoluta nella fase finale stabile di nana bianca, che noi oggi osserviamo.

Nuove osservazioni eseguite dal 1995 hanno rivelato la presenza di diverse candidate di un tipo esotico di stelle, o corpi stellari, le cosidette Nane Brune. Questi oggetti, finora ipotetici, si pensa abbiano una massa intermedia tra quella dei pianeti giganti (come Giove) e quella delle piccole stelle (secondo la teoria della struttura stellare gli astri più piccoli, per produrre energia dalla fusione in qualche fase della loro vita, devono avere una massa pari almeno al 6, 7 per cento di quella solare, pari a 60/70 masse gioviane). Le nane brune devono avere quindi una massa compresa tra 10 e 60 volte quella di Giove, si ritiene siano visibili nella luce infrarossa, abbiano un diametro uguale o inferiore (143.000 km) ed una densità da 10 a 100 volte il gigante gassoso, a causa della gravità che li comprime maggiormente.

Poiché Le Pleiadi si trovano in prossimità dell'eclittica (a 4 gradi), sono abbastanza frequenti le occultazioni dell'ammasso da parte della Luna: è uno spettacolo molto particolare, specialmente per gli astrofili equipaggiati degli strumenti più economici (anche se è possibile osservarle ad occhio nudo, l'aiuto di un modesto binocolo o di un telescopio aumenta enormemente il piacere dell'osservazione, l'occultazione delle Pleiadi del 1972 è stata una delle prime esperienze astronomiche dell'autore di questa pagina). Eventi come questo dimostrano la relazione tra le dimensioni apparenti della Luna e quelle dell'ammasso: Burnham pone in risalto il fatto che la Luna potrebbe "essere inserita nel quadrilatero formato da" Alcione, Elettra, Merope e Taigeta (Maia e forse Asterope, sarebbero occultate in questo caso). Anche i pianeti si avvicinano all'ammasso delle Pleiadi (Venere, Marte e Mercurio occasionalemente transitano sopra) regalandoci uno spettacolo interessante.

 
1 Gli ammassi aperti (o galattici ) sono gruppi di stelle legate fisicamente dalla mutua attrazione gravitazionale. Si ritiene abbiano origine in vaste nubi cosmiche di gas e polveri della Via Lattea e continuano ad orbitare con la galassia all'interno del disco. In questo momento, in molte nubi visibili come nebulose diffuse , stanno formandosi delle stelle, il che ci permette di osservare la formazione di nuovi ammassi di stelle giovani.

La maggior parte degli ammassi aperti ha una vita breve come sciame di stelle. Nel movimento lungo l'orbita, alcuni dei membri abbandonano il gruppo, a causa dei cambiamenti di velocità nei mutui incontri ravvicinati, alle forze mareali del campo gravitazionale galattico ed incontri con campi stellari e nubi interstellari incrociate durante il cammino. Mediamente un ammasso aperto perde nell'arco di diverse centinaia di milioni di anni buona parte delle componenti lungo il percorso, sono pochi quelli che hanno un'età valutabile in miliardi di anni. Le stelle fuggitive continuano ad orbitare nei campi stellari della galassia: si pensa che tutti quest'ultimi, sia nella nostra che in altre galassie, abbiano avuto origine da ammassi.

Ammassi aperti di Messier : M6 , M7 , M11 , M16 , M18 , M21 , M23 , M25 , M26 , M29 , M34 , M35 , M36 , M37 , M38 , M39 , M41 , M44 , M45 , M46 , M47 , M48 , M50 , M52 , M67 , M93 , M103 .
Inoltre la nube stellare M24 contiene l'ammasso aperto NGC 6603.

Tutte le nebulose diffuse nel catalogo di Messier sono associate ad ammassi aperti di giovani stelle formatesi dalla materia che compone la nebulosa in tempi (astronomicamente) molto recenti ed in molti casi ancora si stanno formando.

Le nebulose diffuse sono nubi di materia interstellare, vale a dire agglomerati di gas e polveri rarefatti ma estesi. Se sono vasti e massivi a sufficienza, frequentemente sono sede di formazione stellare, si generano quindi grandi associazioni o ammassi di stelle. Alcune delle giovani stelle spesso sono talmente massive e calde che la radiazione ad alta energia che emettono può eccitare il gas della nebulosa stessa (principalmente idrogeno) che diviene luminoso. Una nebulosa di questo tipo viene chiamata nebulosa ad emissione. Se le stelle non sono abbastanza calde, la loro luce viene riflessa dalla polvere e può essere osservata come una nebulosa a reflessione bianca o bluastra.

Nebulose diffuse di Messier: M8 , M17 , M20 , M42 , M43 , M78 .
Inoltre, l'ammasso stellare M16 (NGC 6611) è connesso fisicamente alla Nebulosa Aquila IC 4703, e M45, le Pleiadi , sono immerse in nebulose diffuse a riflessione.

 
 
Pleiadi, Venus and Mercury in the West (2004 April 2)
di Jimmy Westlake ( Colorado Mountain College )
http://antwrp.gsfc.nasa.gov/apod/
 

Doing their part in the ongoing dance of the planets , Mercury and Venus both reached their greatest elongation or maximum apparent distance from the Sun only a few days ago, on March 29th. Eager to record their celestial accomplishment, astronomer Jimmy Westlake snapped this view of the two inner most planets shinning in western twilight skies above Yampa, Colorado, USA. The picture was taken using a digital camera mounted on a tripod. Mercury is easily the brightest celestial object near the horizon, appearing to the right of the foreground structure and just above a thin cloud silhouetted by fading sunlight. Still, near the top of the picture brilliant Venus dominates the scene as the magnificent evening star . After climbing in western skies throughout the month of March, Venus lies just below the Pleiades star cluster. Tonight and tomorrow night, skygazers can spot Venus at the southern edge of the Pleiades.

Figura 1: Le Pleiadi e Venere

 
Jupiter, Saturn and Messier 45 (2001 March 22)
di Ken Webb
http://antwrp.gsfc.nasa.gov/apod/ap010322.html
 
Brilliant Venus falls out of the evening sky as March ends, but Jupiter and Saturn remain well up above the western horizon. Jupiter blazes forth above and to the left of a slightly fainter Saturn in this telephoto picture taken on January 19th. Near the top lies the lovely Pleiades star cluster with suggestions of its characteristic blue reflection nebulae . These planets and the Pleiades have a similar, easily recognizable orientation in the Spring night sky. Also known as M45 , the 45th object in French astronomer Charles Messier's famous catalog, the Pleiades will likely soon be checked off many stargazers' tally lists. For northern hemisphere observers this weekend offers a prime opportunity to complete a Messier Marathon -- the viewing of all 110 Messier catalog objects in one glorious dusk to dawn observing run. This weekend it will also be possible to complete an all-planet marathon, observing all the solar system's planets in a single night. And if you still need something to look at, the International Space Station could also be visible arcing through the skies depending on your location, but Mir will not .

Jupiter, Saturn and Messier 45

Figura 2: Jupiter, Saturn and Messier 45

 
Pleiades Mythology
Steven Gibson
http://www.ras.ucalgary.ca/~gibson/pleiades/pleiades_myth.html
 

The mythology associated with the Pleiades cluster is extensive; Burnham alone devotes eight pages to the subject, and Allen more than twice that number (see references ). Here only Greek legends are presented. Even so, these are manifold and often contradictory, being patched together from many different cultures over a long period of time. Further uncertainty is added by most Pleiads sharing names with otherwise unrelated mythological characters. So enjoy, but please do not consider this information to be infallible.

Possible Name Derivations
plein, `to sail', making Pleione `sailing queen' and her daughters `sailing ones.' The cluster's conjunction with the sun in spring and opposition in fall marked the start and end of the summer sailing season in ancient Greece.

pleos, `full', of which the plural is `many', appropriate for a star cluster.

peleiades, `flock of doves', consistent with the sisters' mythological transformation.

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Genealogy
The Pleiad(e)s were the seven daughters of Atlas and Pleione, and half-sisters of the Hyades, whose mother was Æthra (`bright sky'; a different Æthra than the mother of Theseus). They were perhaps also half-sisters of the Hesperides, who were daughters of either Night alone, or Atlas and Hesperis (`evening'), or Ceto and Phorcys. Both Pleione and Æthra were Oceanids, daughters of Oceanus and Tethys, the titans who ruled the outer seas before being replaced by Poseidon. Atlas (`he who dares' or `suffers'; from the Indo-European tel-, tla-, `to lift, support, bear'), another titan, led their war against the gods, and was afterward condemned by Zeus to hold up the heavens on his shoulders. The Pleiades were also nymphs in the train of Artemis, and together with the seven Hyades (`rainmakers' or `piglets'; individual Hyad names are not fully agreed upon) were called the Atlantides, Dodonides, or Nysiades, nursemaids and teachers to the infant Bacchus. The Hesperides (`nymphs of the west'), apparently not counted in this, were only three, and dwelled in an orchard of Hera's, from which Heracles fetched golden apples in his eleventh labor.

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Individual Sisters
For each, a name translation is given first, followed by available biographical information, and parallel stories of like-named characters.

Alcyone or Halcyone - `queen who wards off evil [storms]' -
Seduced by Poseidon and gave birth to either Hyrieus (the name of Orion's father, but perhaps not the same Hyrieus) or Anthas, founder of Anthæa, Hyperea, and Halicarnassus.

Another Alcyone, daughter of Æolus (guardian of the winds) and Ægiale, married Ceyx of Trachis; the two jokingly called each other Hera and Zeus, vexing those gods, who drowned Ceyx in a storm at sea; Alcyone threw herself into the sea at the news, and was transformed into a halcyon (kingfisher). Legend has it the halcyon hen buries her dead mate in the winter before laying her eggs in a compact nest and setting it adrift on the sea; Æolus forbids the nest to be disturbed, so the water is calm for 14 days centered on the winter solstice, called the Halcyon Days. The actual bird does not build nests however; instead the story probably derives from an old pagan observance of the turning season, with the moon-goddess conveying a dead symbolic king of the old year to his resting place. Though this Alcyone and the Pleiad Alcyone appear to be separate individuals, they may be related: in 2000 BC, a vigorous period of ancient astronomy, the Pleiades rose nearly four hours earlier than they do today for the same time of year, and were overhead at nightfall on the winter solstice, when the Halcyon supposedly nested; their conjunction with the sun during spring equinoxes at that time may have something to do with the association of the cluster with birds, which are often used as symbols of life and renewal.

Asterope or Sterope - `lightning', `twinkling', `sun-face', `stubborn-face' (Indo-European ster-, `star', `stellar', `asterisk', etc.) -
In some accounts, ravished by Ares and gave birth to Oenomaus, king of Pisa. In others, Oenomaus was her husband, and they had a beautiful daughter, Hippodaima, and three sons, Leucippus, Hippodamus, and Dysponteus, founder of Dyspontium; or, Oenomaus may instead have had these children with Euarete, daughter of Acrisius.

Another Asterope was daughter of the river Cebren.

Still another was daughter of Porthaön, and may have been the mother of the Sirens, who lured sailors to their deaths with their enchanting singing.

A possible alternate name is Asterië (`of the starry sky' or `of the sun'), which may also be a name for the creatrix of the universe, Eurynome, in the Pelasgian myth. Graves mentions her as a Pleiad only in passing, with no other mention in the other references. Perhaps she was at one time a Pleiad when different names were used, or an earlier version of Sterope, whose name is similar; or perhaps Graves is incorrect. He also in passing calls the titan or oak-goddess Dione a Pleiad, without explanation or corroboration. Does the term have a broader meaning in some contexts?

Celæno - `swarthy' -
Had sons Lycus (``wolf'') and Chimærus (``he-goat'') by Prometheus. No other data.

Electra or Eleckra - `amber', `shining', `bright' (Indo-European wleik-, `to flow, run', as a liquid); electrum is an alloy of silver and gold, and means amber in Latin, as does the Greek elektron; Thales of Miletus noted in 600 BC that a rubbed piece of amber will attract bits of straw, a manifestation of the effects of static electricity (outer charge stripping via friction), and perhaps the origin of the modern term -
Wife of Corythus; seduced by Zeus and gave birth to Dardanus, founder of Troy, ancestor of Priam and his house. Called Atlantis by Ovid, personifying the family. May also, by Thaumas, be the mother of the Harpies, foul bird-women who lived in a Cretan cave and harried criminals, but this could be a different ocean-nymph of the same name.

Another Electra was a daughter of Oedipus, though this may not be the same Oedipus who killed his father and married his mother. She is said to be mother of Dardanus and Iason.

Yet another Electra was a daughter of Agamemnon and Clytæmnestra, with an alternate name of Laodice, and with brother Orestes and sisters Chrysothemis and Iphigeneia (or Iphianassa), though the latter sister may have been Clytæmnestra's niece, adopted from Theseus and Helen. Agamemnon was king of Mycenæ and led the Greeks against Troy; he was murdered at his return by Clytæmnestra and her lover Ægisthus, both of whom Orestes and Electra killed in revenge, whence the psychological term `Electra complex'. This Electra was also wife to the peasant Pylades, and bore him Medon and Strophius the Second.

Maia - `grandmother', `mother', `nurse'; `the great one' (Latin) -
Eldest and most beautiful of the sisters; a mountain nymph in Arcadia. Seduced by Zeus and gave birth to Hermes. Later became foster-mother to Arcas, son of Zeus and Callisto, during the period while Callisto was a bear, and before she and Arcas were placed in the heavens by Zeus (she as Ursa Major, he as either Boötes or Ursa Minor).

Another Maia was the Roman goddess of spring, daughter of Faunus and wife of Vulcan (his Greek counterpart, Hephæstus, married Aphrodite instead). Farmers were cautioned not to sow grain before the time of her setting, or conjunction with the sun. The month of May is named after her, and is coincidentally(?) the month in which the solar conjunction happens. By our modern calendar, the conjunction occurred in April in early Roman times, with the shift since then due to the precession of the Earth's axis; but calendars too have changed over time, especially before the time of Julius Caesar, so the month and the cluster's solar conjunction may have lined up then as well.

Merope - `eloquent', `bee-eater', `mortal' -
Married Sisyphus (se-sophos, `very wise'), son of Æolus, grandson of Deucalion (the Greek Noah), and great-grandson of Prometheus. She bore Sisyphus sons Glaucus, Ornytion, and Sinon; she is sometimes also said to be mother of Dædalus, though others in the running are Alcippe and Iphinoë. Sisyphus founded the city of Ephyre (Corinth) and later revealed Zeus's rape of Ægina to her father Asopus (a river), for which Zeus condemned Sisyphus to roll a huge stone up a hill in Hades, only to have it roll back down each time the task was nearly done. Glaucus (or Glaukos) was father of Bellerophon, and in one story was killed by horses maddened by Aphrodite because he would not let them breed. He also led Lycian troops in the Trojan War, and in the Iliad was tricked by the Greek hero Diomedes into exchanging his gold armor for Diomedes' brass, the origin of the term `Diomedian swap'. Another Glaucus was a fisherman of Boeotia who became a sea-god gifted with prophecy and instructed Apollo in soothsaying. Still another Glaucus was a son of Minos who drowned in a vat of honey and was revived by the seer Polyidos, who instructed Glaucus in divination, but, angry at being made a prisoner, caused the boy to forget everything when Polyidos finally left Crete. The word glaukos means gleaming, bluish green or gray, perhaps describing the appearance of a blind eye if glaucoma (cataract) derives from it. Is the name Glaucus a reference to sight, or blindness, physical or otherwise? It is also curious that meropia is a condition of partial blindness.

Another Merope was daughter of Dionysus's son Oenopion, king of Chios; Orion fell in love with her, and Oenopion refused to give her up, instead having him blinded. Orion regained his sight and sought vengeance, but was killed by Artemis, or by a scorpion, or by some other means (many versions).

Yet another Merope and her sister Cleothera (with alternate names of Cameiro and Clytië for the two of them) were orphaned daughters of Pandareus.

Still another was mother of Æpytus by Cresphontes, king of Messenia. Her husband was murdered by Polyphontes, who claimed both her and the throne, but was later killed by Æpytus to avenge his father's death.

One last, more often known as Periboea, was wife of Polybus, king of Corinth. The two of them adopted the infant Oedipus after his father Laius left him to die, heeding a prophecy that his son would kill him, which, of course, he eventually did.

Taygete or Taygeta - ? tanygennetos, `long-necked' -
Seduced by Zeus and gave birth to Lacedæmon, founder of Sparta, to which she was thus an important goddess. In some versions of the story, she was unwilling to yield to Zeus, and was disguised by Artemis as a hind (female red deer) to elude him; but he eventually caught her and begot on her Lacedæmon, whereupon she hanged herself.

Another Taygete was niece to the first. She married Lacedæmon and bore Himerus, who drowned himself in a river after Aphrodite caused him to deflower his sister Cleodice. One of the Taygetes may have been mother to Tantalus, who was tormented in Hades with thirst and hunger for offending the gods; however his parentage is uncertain; his mother may instead be Pluto (not the Roman version of Hades), daughter of either Cronus and Rhea or Oceanus and Tethys, and his father Zeus or Tmolus.

 

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Astromorphosis
One day the great hunter Orion saw the Pleiads (perhaps with their mother, or perhaps just one of them; see Merope above) as they walked through the Boeotian countryside, and fancied them. He pursued them for seven years, until Zeus answered their prayers for delivery and transformed them into birds (doves or pidgeons), placing them among the stars. Later on, when Orion was killed (many conflicting stories as to how), he was placed in the heavens behind the Pleiades, immortalizing the chase.

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Lost Pleiad
The `lost Pleiad' legend came about to explain why only six are easily visible to the unaided eye (I have my own thoughts on this). This sister is variously said to be Electra, who veiled her face at the burning of Troy, appearing to mortals afterwards only as a comet; or Merope, who was shamed for marrying a mortal; or Celæno, who was struck by a thunderbolt. Missing Pleiad myths also appear in other cultures, prompting Burnham to speculate stellar variability (Pleione?) as a physical basis. It is difficult to know if the modern naming pays attention to any of this. Celæno is the faintest at present, but the "star" Asterope is actually two stars, each of which is fainter than Celæno if considered separately.

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References
The information above was taken from:

Burnham's Celestial Handbook, Revised & Enlarged Edition, Robert Burnham Jr., 1976, Dover Publications Inc.
Star Names: Their Lore and Meaning, Richard Hinckley Allen, 1899, 1963, Dover reprint (Note: Allen's text on individual Pleiades stars can be found at Alcyone Systems.)
Star Lore of All Ages, William Tyler Olcott, 1911, 1931, G. P. Putnam's Sons, New York
Star Tales, Ian Ridpath, 1988, Universe Books
The Age of Fable, Thomas Bullfinch, 1942, Heritage Press
The Greek Myths, Robert Graves, 1960, Pelican Books
The Reader's Encyclopedia 2/e, William Rose Benet, 1965, Thomas Y. Crowell Company
American Heritage Dictionary, 1965
Fundamentals of Physics 2/e, David Halliday and Robert Resnick, 1986, John Wiley & Sons, New York

 

 

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