Inti Wasi (Casa del Sole)

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Spunti di riflessione: terra
 
C'è un clochard che chiede un albero per ogni bambino
di Conconi Giorgio
(Corriere della Sera, 10 aprile 2004)
 
La storia dell'amico del verde che sfida lo smog e maleducazione per difendere le piante di Milano
Ci risiamo. Angelo, l'amico clochard, è tornato a trovarmi in ambulatorio con i segni di percosse sul volto. Mi mette una mano aperta davanti. Non vuole il mio aiuto. «Mi sono opposto al taglio di un albero», racconta, «in una piazzetta della città. Era un albero sano. Ho chiesto all'uomo con la sega in mano di mostrarmi l'autorizzazione». Trattengo un sorriso. Vedo Angelo con gli occhi di quello. Un clochard che vuol controllare «Anche se ho quasi sessant' anni, non ho avuto paura del marcantonio molto più giovane, che voleva togliere alla città un suo albero. Ne è venuto un battibecco. Ogni mia frase veniva annullata da un "fatti da parte". Qualche curioso si era fermato ad osservare, senza partecipare. Alla fine il giardiniere ha tentato di avviare la sega per farmi paura. Così mi sono messo davanti all'albero. Quell'altro ha lasciato sul terreno la sega e mi ha preso a sberle. Qualcuno dei curiosi è intervenuto con un: no! Poi una giovane signora mi si è avvicinata: è una battaglia persa, mi ha detto. Allora le ho spiegato: un proverbio dei pellerossa dice che gli alberi sostengono il cielo. Se li tagliano, il cielo precipita sugli uomini. E di questi tempi malvagi ci sarebbe più di una ragione perché ciò accada. Lei ha sorriso e mi ha accompagnato via dal giardinetto. Non ho sentito il rumore della sega, ma ho pensato che nessuno l'avrebbe fermata». Partecipo alla pena di Angelo, alla sua battaglia persa, alle percosse subite, e all'impotenza di tutti. Ma lui, ancora una volta, mi sorprende. «Ho letto su un quotidiano di alcuni giorni fa un articolo in difesa degli alberi. I giornali sono interessanti anche dopo qualche giorno. E allora mi è venuta un'idea. Affidare a ogni nuovo nato in città un albero con tanto di nome. Sarà messo a dimora in un luogo indicato dalla pubblica autorità sulla pergamena di affido. L'albero può essere donato dal comune, dal giornale che difende gli alberi o perfino dai genitori del nuovo nato. Questi potrà andare a trovare il proprio albero dapprima durante le passeggiate in carrozzina, poi da grandicello e infine da adulto. Quello è il suo albero in città. I genitori all'inizio e, quando sarà in grado, l'interessato si cureranno di controllare che goda di buona salute, che sia rispettato, che cresca bene. Ogni problema segnalato a chi di dovere». Angelo, il clochard, mi osserva. Capisce che sono d'accordo con lui, ma non ha bisogno di mie parole. «Sai», aggiunge, «quando è bel tempo, mi riposo sotto un albero. Ognuno è diverso dall'altro, anche se della stessa specie. Come per gli esseri umani. A volte mi trovo a consolarlo. E' difficile vivere in città con lo smog e la maleducazione di molti dei suoi abitanti. L'albero è solo, indifeso. Non può reagire. Ma se fin dall'inizio lo affidiamo a qualcuno che se ne prenda cura come cosa propria, allora si sentirà più forte». E' soddisfatto Angelo, come se la sua idea si fosse già realizzata.

 

 

La ragazza sull'albero - 2002 - Hill Julia Butterfly - TEA - € 7,80
L' incredibile avventura di una giovane donna e la sua battaglia per salvare la foresta

Nel dicembre 1997, all'età di 23 anni, Julia Butterfly Hill decide di arrampicarsi su una sequoia alta sessanta metri, chiamata Luna, in segno di protesta contro l'abbattimento di una foresta di alberi millenari nel nord della California da parte della Pacific Lumber , una grossa società nel settore della lavorazione del legname, pensando di rimanerci qualche settimana. In realtà Julia vi è rimasta due anni, dopo aver ottenuto un accordo, di grande valore simbolico per la conservazione di Luna e degli alberi circostanti. Appollaiata su una minuscola e precaria piattaforma tra i rami della sequoia, Julia ha dovuto superare prove estreme, dal freddo alla fame, dall'inclemenza del tempo alla solitudine e al dolore di assistere alla distruzione di una foresta antichissima. Questo libro è la storia della sua avventura e spiega come ognuno di noi può fare la differenza e comportarsi in maniera ecosostenibile, per salvaguardare il pianeta.

"Mentre sto scrivendo, all'età di venticinque anni, vivo da più di due anni su un'antica sequoia alta sessanta metri. Sono sopravvissuta a tempeste, minacce, solitudine e dubbi. Ho conosciuto la magnificenza e la devastazione di una foresta tra le più antiche della Terra. Vivo su un albero che si chiama Luna. Sto cercando di salvarle la vita. Credetemi non era proprio quello che intendevo fare della mia vita..." Questa storia narrata in prima persona dall'autrice, è un racconto toccante e intenso di amore, passione, determinazione e coraggio delle proprie convinzioni...

 

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