Inti Wasi (Casa del Sole)

http://web.tiscali.it/inti.wasi

 

Spunti di riflessione: terra
 
ASPETTI DELLA CIVILTA' MAYA
di Salvatore Messina
http://www.informazionieviaggiinmessico.info/cronologia.html

 

 

CRONOLOGIA

I Maya sostengono che la loro epoca fosse stata preceduta da quattro ere o <soli>, ogniuna delle quali si era conclusa con la distruzione della popolazione. L'era attuale, la quinta, è cominciata il 12 Agosto 3114 a.C. e finirà il 22 Dicembre del 2012.

1000 a C   Gli Olmechi scolpiscono teste e statue monumentali a S. Lorenzo in Messico.

600 d.C.   Nascita della civiltà Maya nel Messico occidentale ed in Guatemala.

900 I Toltechi fondano la città di Tollan.

987 Probabile partenza del dio QUETZALCOATL il serpente piumato, da Tollan.

1367 Acamapichtli, primo sovrano azteco di Tenochtitlan.

1440 Ascesa al trono di Montezuma, ultimo imperatore azteco.

1506 Primo sbarco degli spagnoli nello Yucatan.

1519 Il 4 marzo arrivano i conquistadores spagnoli guidati da Herman Cortez.

1520 Morte di Montezuama.

1546 Sconfitta definitiva degli indios.

1691 Il vescovo Numes de La Vega scopre le rovine della città di Palenque . A riportare alla luce tutta la città, verso la fine del 700, fu Don Antonio del Rio. Nel suo rapporto del Rio scriveva che gli edifici avevano una architettura del tutto simile a quella romana, egizia e altri. La pubblicazione di questo rapporto fu ad opera di Paul Felix Cabrera che giunse alla conclusione che i Cartaginesi prima delle guerre puniche (264 a.C.) giunsero in Messico dando origine al popolo degli Olmechi. (Vedi Appendice 1)

1697 Giovanni Careri scopre l'antico calendario messicano. Era basato, così sembrava, su cicli di 52 e 104 anni. Insieme a Don Carlos de Siguenza riescono a ricostruire una prima cronologia dei Maya (menzionano anche Atlantide).

1803 Friedrich Heinrich Alexander von Humbodt decifra il disco di pietra del calendario azteco. I simboli usati erano uguali a quelli usati nell'Asia orientale.

1822 William Bullock trasferisce, per la prima volta, reperti archeologici in Europa.

1839-1840   John Lloyd Stephens e Frederick Caterwood scoprono la città di Copan. .Vedi nota 1)

1845-1862 Bresseur de Bourbourg riesce a decifrare una parte dei geroglifici maya. Il risultato dello studio fu che i superstiti di Atlantide avessero introdotto la civiltà in Egitto ed in Messico. A sostenere questa tesi vi è la somiglianza della scrittura maya ed egiziana. Sempre in questo periodo altri studiosi enunciavano tesi sui Maya e sui loro discendenti. Lord Kingsborough era convinto che i Maya discendessero dalle Tribù perdute di Israele. Faceva notare come i segni usati nel calendario maya per indicare i giorni del mese corrispondessero alle varie parti del corpo umano, un po' come le raffigurazioni medioevali dei dodici segni dello zodiaco e dei loro attributi.

Peter Tomkins spiega che questi segni potessero connettersi con la teoria che l'energia vitale del sole si distribuisce attraverso i vari pianeti nelle ghiandole del corpo umano da essi controllati.

1899-1902 Alfred Maudsley effettua rilievi topografici delle rovine maya.

1920  (?)   Edward Herbert Thompson scopre la città di Chichen Itza .

1950 Ricostruzione ufficiale delle cronologie maya.

1951 Il messicano Alberto Ruz inizia gli scavi a Palenque.

15/06/1952 Alberto Ruz scopre nel Tempio delle Iscrizioni la "Lastra di Palenque".

1993 Il 12 Settembre Maurice Cotterel decifra il codice delle incisioni maya sulla lastra di Palenque. Cotterel sostiene la totale dipendenza dell'umanità dai cicli del sole e delle macchie solari.

 

 

UNA NUOVA ASTROLOGIA SOLARE

I Maya erano molto interessati all'astrologia ma sembra che alla base vi fosse il problema della fertilità umana. Che l'astrologia sia intrecciata con la scienza ed il misticismo è un dato di fatto e anche se potrebbe sembrare solo e pura superstizione sembra che qualcosa di vero ci sia veramente.

Come punto di partenza si potrebbe prendere il fatto che le persone nate sotto i segni di fuoco e di aria hanno una tendenza netta verso una certa estroversione, mentre quelle nate sotto i segni di terra e di acqua siano introverse. I dodici segni si alternano secondo i gruppi fuoco, terra, aria ed acqua quindi l'anno si divide in modo regolare fra mesi estroversi e mesi introversi.

A causa della precessione i segni dello zodiaco non corrispondono più alle costellazioni omonime. Infatti, attualmente, al momento dell'equinozio di primavera è inquadrata la costellazione dei Pesci anziché dell'Ariete come al tempo dell'antica Grecia. Il fatto che il ciclo astrologico dei segni, apparentemente sfalsato, continui a funzionare indica che il ciclo non è imperniato sullo sfondo stellato dello zodiaco ma su un ciclo correlato al sole stesso.

In sintesi il fondamento dell'astrologia risiede nell'influenza del sole e nelle variazioni dell'anno solare. Gli elementi responsabili di questi effetti sembrerebbero le macchie solari. Esse sono aree di temperatura relativamente più bassa sulla superficie del sole. Sembrano scure perché il resto della superficie solare è ancor più caldo e luminoso. Alcune durano solo alcune ore, altre invece alcuni mesi, ma prima o poi spariscono tutte. Variano anche di dimensione ed alcune di esse sono talmente grandi che risultano visibili anche ad occhio nudo. Esiste un ritmo nel modo in cui le macchie solari appaiono e scompaiono, un ritmo di 11,1 anni .

Come la terra, il sole ruota intorno ad un asse orientato in direzione nord-sud. Il sole a differenza della terra, che ha una crosta dura di roccia, è composto da plasma e non ruota in modo uniforme. Infatti la velocità di rotazione è inferiore ai poli dove impiega 37 giorni terrestri, invece all'equatore impiega solo 26 giorni a causa del movimento del piccolo pianeta Mercurio. Questi due cicli si sovrappongono ogni 260 giorni (che equivale alla durata del ciclo magico Tzolzin). Inoltre il sole possiede un campo magnetico più complesso della terra e dei diversi pianeti, e consiste in due componenti: un dipolo nord-sud ed un quadripolo equatoriale. Il campo dipolare è simile a quello terrestre mentre quello quadripolare somiglia a quattro <bolle> di magnetismo disposte ad intervalli regolari intorno all'equatore solare. Queste bolle presentano una polarità alternata. Dal momento che l'equatore solare ruota ad una velocità maggiore rispetto ai poli, le linee di flusso subiscono una torsione, causando piccole aree di magnetismo intenso sotto la superficie del sole. Esplodendo in superficie danno origine alle macchie solari.

Le ultime scoperte danno la certezza che lo spazio è pieno di radiazioni, gas e particelle di polvere. Questa materia invisibile esiste in quantità maggiore rispetto a quanta ne sia contenuta in tutte le stelle e pianeti visibili.

Il sole oltre alla luce emana anche onde radio, raggi infrarossi, ultravioletti e X oltre ad emissioni di materia nello spazio anche sotto forma di vento solare. Esso consiste in una corrente di particelle elettricamente cariche, molto densa che influenza per es. le comete, le loro code puntano sempre in direzione opposta al sole, ed il nostro pianeta. Intorno la terra vi è la magnetosfera, che racchiude l'atmosfera, che si estende nello spazio e che contiene all'interno due zone chiamate fasce di Van Allen. Dove il vento solare colpisce la magnetosfera la distorce dando origine a un'onda d'urto ad arco.

Il sole ruotando attorno il proprio asse emette nello spazio particelle cariche elettricamente a seconda della polarità della <bolla> considerata. Le particelle che il vento solare trasporta da una bolla negativa avranno una carica negativa (elettroni) mentre quelle provenienti da una bolla positiva saranno caricate positivamente (protoni). Il risultato finale è che il sole irradia lo spazio di particelle in tutte le direzioni ma con cariche diverse a seconda della bolla da cui derivano. Molte di queste particelle restano intrappolate nelle fasce di Van Allen. Qui subiscono una accelerazione verso il basso ed in direzione dei poli, attraversano l'atmosfera e producono il fenomeno dell'aurora boreale. Il vento solare in questo modo esercita degli effetti profondi sul campo magnetico terrestre. Se si verificano forti tempeste magnetiche provocano sovraccarichi sulle linee elettriche e telefoniche, le trasmissioni radio diventano difficoltose e la superficie terrestre viene colpita da radiazioni molto pericolose per l'uomo.

Cotterel è convinto che le differenze astrologiche fra gli individui siano causate da variazioni nel vento solare che influenza il campo magnetico terrestre, che a sua volta influisce sul futuro sviluppo del feto al momento del concepimento imprimendo l'ovulo con l'atmosfera magnetica predominante. Questa teoria si discosta da quella sostenuta dagli astrologi che ritengono importanti le influenze planetarie e stellari al momento della nascita.

Studiando l'astrologia, le macchie solari, il vento solare, Cotterel, individua le seguenti fasi del sole:

  • il periodo di tempo che i due campi magnetici del sole impiegano a tornare alla reciproca posizione di partenza è di 87,4545 giorni (unità di misura 1 bit);
  • 8 bit = 699,636 giorni (1 microciclo);
  • 48 bit = 4197,81 giorni = 11,49299 anni (ciclo medio per le macchie solari);
  • 781 bit = 68.302 giorni = 187 anni (1 ciclo delle macchie solari);
  • 97 x 1 microciclo = 67.864,692 giorni ( mancano 438 giorni per completare un ciclo completo delle macchie solari,

cioè 5 bit, a causa degli effetti della curvatura dello stato neutro del sole. Esso presenta intorno all'equatore un'area in cui i due campi magnetici polari sono bilanciati esattamente. Il risultato è un sottile strato neutro fra le due zone magnetiche. A causa della complessità del campo magnetico del sole, questo strato non è perfettamente liscio ma ondulato.)

  • 97 x 187 anni = 18.139 anni (1 ciclo completo della curvatura dello strato neutro del sole).

Quest'ultimo periodo, una volta scomposto nei suoi elementi base, è composto da 5 periodi che corrispondono a mutamenti nella polarità del campo magnetico solare e nello spostamento della curvatura dello strato neutro. Queste fasi equivalgono a:

  1. 19 x 187 anni = 1.297.738 giorni
  2. 20 x 187 anni = 1.366.040 giorni
  3. 19 x 187 anni = 1.297.738 giorni
  4. 19 x 187 anni = 1.297.738 giorni
  5. 20 x 187 anni = 1.366.040 giorni

Quest'ultimo periodo di 1.366.040 è troppo simile al super numero maya 1.366.560 per essere una coincidenza. La suddivisione del ciclo completo della curvatura dello stato neutro sembra rispecchiare la concezione maya delle origini, i quali fanno riferimento all'esistenza di quattro ere precedenti alla nostra, ma sembrerebbe che si riferissero allo spostamento, o inversione, del campo magnetico solare. Forse è questo il meccanismo nascosto dietro la fine di un'era e l'inizio della successiva.

Il numero 260 (giorni dell'anno sacro "Tzolkin") è un divisore di entrambi i numeri. Analizzando l'interazione fra i campi magnetici polari ed equatoriali del sole, aveva scoperto che coincidevano ogni 260 giorni, da qui il sospetto che il sistema numerico maya fosse connesso ai cicli del magnetismo solare. I Maya usavano cicli della durata di 144.000, 7200, 360 e 20 giorni, davano tanta importanza al numero 9, ed il numero 260 equivaleva ai giorni del Tzolzin. Moltiplicando tutti questi numeri per 9 e sommandoli successivamente da come risultato il numero magico maya:

(144.000 x 9 = 1.296.000) + (7.200 x 9 = 64.800) + (360 x 9 = 3.240) + (260 x 9 = 2.340) + (20 x 9 = 180)

1.366.560
I Maya questo numero lo adoravano come la data della mitologica < Nascita di Venere >. Secondo Cotterel, il 12 agosto del 3114 a.C. una oscillazione del campo magnetico provocò l'inversione magnetica dei poli del pianeta Venere la cui luce brillante dardeggiò nel cosmo ed essi contemplarono sbalorditi nel cielo la sua terribile < nascita >. Fu allora che incominciò il loro calendario.

In conclusione, il ciclo delle macchie solari è di 68.302 giorni e dopo 20 di questi periodi (20 x 68.302 = 1.366.040) il campo magnetico dello strato neutro solare si inclina. Il campo magnetico terrestre tenta di riallineare il proprio asse magnetico con quello del sole e la terra si inclina al proprio asse. A quel punto i poli magnetici terrestri spostano la loro posizione geomagnetica e sulla terra avviene una distruzione cataclismica sotto forma di attività tettonica, eruzioni vulcaniche, inondazioni ed uragani. Per questo motivo era importante per i Maya tenere sotto controllo il progresso del periodo di 68.302 giorni: dopo 20 di questi cicli ci sarebbe stata la distruzione. Il calibratore astronomico più vicino è il pianeta Venere, il cui periodo di rotazione siderale è di 584 giorni. 117 passaggi di Venere nel cielo (117 x 584) equivalgono a 68.328 giorni, un periodo di lunghezza simile al ciclo delle macchie solari, e 20 di questi cicli equivalgono al supernumero maya 1.336.560.

 

 

IL MITO DEL SERPENTE PIUMATO

La cultura di tutti i popoli del Centroamerica si basa sul culto del serpente. Infatti il dio principale era Quetzalcoatl (Serpente Piumato), in tutte le sue varianti; l'architettura è basata essenzialmente sulla raffigurazioni di serpenti, serpenti a due teste, serpenti piumati, serpenti di fuoco e le decorazioni architettoniche sono basati sui disegni del dorso dei serpenti. Questo è un dato di fatto che viene accettato anche dall' ambiente ufficiale che si limita, però, ad asserire che il serpente rivestiva un ruolo centrale nella religione e nell'arte dei Maya, ma c'è va oltre. Ad esempio, José Diaz Bolio sostiene che i Maya dovevano letteralmente la loro conoscenza del mondo <alla bocca del serpente a sonagli>. La sua tesi che ha definito tesi delle ramificazioni culturali del serpente a sonagli si basa sul fatto che alla radice della religione maya c'è il culto del serpente a sonagli ed in particolare al Crotalus durissus durissus che essi chiamavano Ahau Can, ovvero <Gran Signore Serpente>. Il motivo principale aveva a che fare con il disegno sul dorso. Infatti ha un disegno particolare, diverso da tutti gli altri serpenti, fatto di quadri e losanghe intrecciate. Molti Templi sono rivestiti da fregi che corrispondono esattamente allo schema del Crotalus, per esempio a Vera Cruz, Mitla ecc.. Le minuscole tessere di pietra che compongono i mosaici somigliano proprio alle squame di un serpente e corrispondono allo schema che si può vedere, appunto, sul dorso del Crotalus. Questo schema, con tutte le sue varianti si può notare anche sui ricami dei costumi dei contadini e sui vari manufatti ed oggetti artistici. Il disegno stilizzato è composto da riquadri singoli intrecciati e ciascuno di essi comprende un motivo a croce.

Era proprio per quel semplice motivo a croce, definito Canamayte, che rendeva sacro il Crotalus ai Maya. Era anche la base della loro scienza, poiché insegnava proprio la geometria. In più poteva anche essere un motivo d'ispirazione per gli sviluppi dell'architettura, in quanto disponendolo su un piano ed orientando il quadrato in modo tale che i lati siano rivolti verso i 4 punti cardinali anche la croce sarebbe orientata così. Il modo più naturale di rendere questa soluzione nell'ambito tridimensionale sarebbe una piramide, orientata verso i punti cardinali con una scala che scende al centro di tre lati, come effettivamente sono costruite, ad esempio a Chichen Itza. Vi sono siti, come Monte Alban, più complicati basati su riquadri multipli. Anche altri elementi architettonici, come le sezioni delle porte ed i tetti dei templi potrebbero derivare da quello schema.

Secondo Don José, i Maya, appresero anche le leggi del tempo. Il Crotalus cambia pelle una sola volta all'anno, a metà luglio, all'incirca nel periodo in cui nello Yucatan il sole raggiunge lo zenith nel cielo per la seconda volta nell'anno. Esiste quindi una corrispondenza naturale fra il sole ed il serpente che ogni anno si rinnovano insieme simboleggiando la resurrezione e quindi l'immortalità. In più, i Maya, erano convinti che al Crotalus ad ogni muta crescesse un sonaglio in più, quindi sarebbe stato possibile individuare l'età contando il numero dei sonagli. Per questo motivo i sonagli simboleggiano l'anno e sono tutt'ora conservati come talismano. In più il serpente perde i denti e li rinnova ogni 20 giorni, periodo di tempo che corrisponde allo Uinal ed il glifo corrispondente somiglia alle mascelle aperte di un serpente, con due denti molto vistosi e sporgenti.

Gli antichi Maya si auto definivano chanes che significa <serpenti>. Erano devoti e compivano alcune pratiche iniziatiche in nome della religione. Per esempio, i nobili appiattivano la testa ai bambini per conferire la testa di serpente <Polcan>. In questo modo il bambino entrava, per via iniziatica, nella famiglia dei chanes, il popolo dei serpenti. Vi erano anche altri riti iniziatici che avevano come protagonista il serpente.

Sempre secondo Don José le origini di questo culto si potrebbero attribuire a Zamna, o Itzamna, capo del pantheon delle divinità maya, che si potrebbe definire il prototipo del Quetzalcoatl più tardo. Infatti presenta le stesse caratteristiche, tutte positive, della divinità Tolteca Quetzalcoatl. Zamna usò come simbolo il Crotalus per spiegare ai Maya la cronologia, la matematica e gli schemi essenziali per l'arte.

 

 

IL CALENDARIO MAYA

KIN
Il Kin, raffigurato da questi due glifi, corrisponde a un giorno del calendario maya. 20 Kin formano un UINAL, un periodo paragonabile ad un mese. Il termine Kin non è solo associato al tempo ma significa anche sole. Infatti il nome della divinità solare Kinich Ahau è traducibile in Signore del Sole. Inomi dei giorni sono i seguenti: Imix, Ik, Akbal, Kan, Chicchan, Cimi, Manik, Lamat, Muluc, Oc, Chuen, Eb, Ben, Ix, Men, Cib, Caban, Eznab, Cauac, Ahau.

UINAL
Con questi due glifi viene indicata la seconda unità di tempo del calendario dei maya. 18 Uinal formano un Tun cioè un anno di 360 giorni. Dal momento che questo calcolo non equivaleva al ciclo annuale del sole, i Maya istituirono un 19° mese chiamato Uayeb, formato dagli ultimi 5 giorni dell'anno. Questo periodo veniva considerato infausto e nessuna nuova attività doveva venire intrapresa prima dell'inizio del nuovo anno. Ciascun mese aveva un nome specifico e veniva tutelato da una diversa divinità. Partendo dal primo mese si nominano: Pop, Uo, Zip, Ztotz, Tzec, Xul, Yaxkin, Mol, Chen, Yax, Zac, Ceh, Mac, Kankin, Muan, Pax, Kayab, Cumkù e appunto il nefasto Uayeb. Il calendario agricolo e religioso, inoltre, prevedevano per ciascun mese l'avvio di specifiche attività e feste.

TUN
L'anno del "Lungo Computo" viene rappresentato da questi due glifi e si chiama Tun. Un altro significato attribuito al termine Tun era pietra, genericamente intesa, oppure la giada, la pietra preziosa per eccellenza. Questo significato ambivalente trova conferma anche nel fatto che alla fine di ogni Tun le popolazioni maya erano solite erigere una stele di pietra scolpita a ricordo degli eventi trascorsi.

All'inizio del nuovo anno, i Maya, celebravano la festa del fuoco nuovo.

KATUM
Questi due glifi raffigurano un Katun corrispondente a 20 Tun cioè a 7200 Kin. Al termine di ogni ciclo ventennale, per l'importanza che rappresentava, veniva eretta una stele commemorativa. Per indicare con precisione la data in cui si è svolto un determinato evento, i Maya solevano riportare il numero dei Katum insieme a quello dei Kin, degli Uinal e dei Tun partendo dal loro anno zero che corrisponde al nostro 3114 a.C.

BAKTUN
20 Katun, oppure 400 Tun o ancora 144.000 Kin formano un Baktun qui rappresentato da questi due glifi. 20 Baktun compongono il Pictun che a sua volta può essere moltiplicato per 20 fino ad ottenere periodi di centinaia di milioni di anni. Tuttavia molto raramente le date pervenute a noi ed incise sulle stele si spingono così oltre; solitamente sono composte da 5 cifre ciascuna delle quali esprime oltre ai Baktun, i Katun, i Tin, gli Uinal ed i Kin. Pertanto per decifrare una data composta da 5 cifre bisogna moltiplicare le singole cifre per le loro unità di tempo corrispondenti. Ad esempio la data 8.11.13.5.9 si svela moltiplicando 8 Baktun x 144.000 giorni + 11 Katun x 7.200 giorni + 13 Tun x 360 giorni + 5 Uinal x 20 giorni + 9 Kin x 1 giorno = 1.235.989 giorni / 365 giorni (corrispondenti ad un anno) = 3.386 anni. Il "Lungo Computo" si azzerava ritornando alla sua posizione iniziale dopo 374.440 anni.

UXMAL
Questa città fu fondata verso il X secolo d.C. ed a differenza di altre città dello Yucatan che subirono l'influenza dei Toltechi, Uxmal, rimase in possesso dei Maya fino al momento dell'abbandono. Questa città sotto il profilo artistico è la più bella di tutto lo Yucatan. L'elemento più caratteristico è la Piramide dello Stregone, un edificio alto con gli angoli smussati e scale molto strette. In alto vi è un Tempio che guardandolo da lontano e dal basso assume l'aspetto di una maschera enorme che raffigura il dio della pioggia Chaac. A giudicare dall'enorme numero di maschere scolpite del dio della pioggia è evidente che Chaac era un dio molto importante. La pioggia era di estrema importanza per gli abitanti di Uxmal in quanto nelle zone limitrofe non vi sono fiumi e nemmeno Cenotes, pozzi naturali che costituiscono un aspetto caratteristico dello Yucatan. Per superare i mesi aridi dell'anno essi dipendevano completamente da cisterne artificiali e dovevano immagazzinare la maggiore quantità di acqua piovana. Per questo motivo il pavimento dei cortili dei templi era costruito in lieve pendenza, in modo da incanalare l'acqua piovana nelle cisterne.

Un altro dei simboli preferiti a Uxmal era Quetzalcoatl in tutte le sue forme. Sui templi vi sono serpenti ovunque, ad una ed a due teste. Serpenti piumati formano la balaustra dello sferisterio riservato al gioco della palla, e l'edificio chiamato Quadrilatero delle Monache ne è completamente rivestito.

 

 

STUDIAVANO LE STELLE E FACEVANO CONTI

La conoscenza dei Maya in campo matematico erano sorprendenti; altrettanto incredibile era il loro sapere astronomico. Le due discipline andavano di pari passo: i calcoli matematici erano necessari per misurare con precisione il tempo e per fissare il calendario delle attività agricole e dei rituali religiosi. Gli astronomi maya calcolarono con precisione il movimento di alcuni astri e la ricorrenza delle eclissi. Il loro calendario era composto da diversi cicli cronologici connessi tra loro. I principali erano quello solare o <anno vago> di 365 giorni detto Haab e quello divinatorio di 260 giorni detto Tzolkin. I Maya non usavano aggiungere un giorno ogni 4 anni ma 13 giorni ogni 52 anni che è la stessa cosa. Il ciclo Tzolkin era composto da 13 mesi di 20 giorni l'uno. Il ciclo Haab era composto da 18 mesi di 20 giorni l'uno più un mese breve composto da 5 giorni considerati infausti. A causa dell'esistenza dei due cicli, ogni giorno aveva due nomi. Poiché i due cicli erano di lunghezza diversa dovevano trascorrere 52 cicli Haab e 73 cicli Tzolkin affinché ricominciassero insieme. Infatti 53 x 365 = 18.980 = 73 x 260. Questo periodo di tempo viene chiamato "secolo azteco" o "rotazione del calendario". Questo sistema è molto efficace per le date del passato recente ma presenta dei limiti evidenti. A questi limiti i Maya posero rimedio escogitando un secondo metodo di misurazione del tempo chiamato "Lungo Computo".

L'elaborazione di questi calendari fu possibile grazie allo sviluppo del calcolo matematico. I Maya inventarono la numerazione posizionale, in cui ogni cifra corrisponde ad un certo valore in base alla posizione che occupa rispetto ad altre cifre. Tale sistema richiese la creazione di un segno per la posizione vuota e questa portò all'invenzione dello zero (ben prima che entrasse in uso in Europa) rappresentato con l'immagine di una conchiglia; un punto equivaleva ad un'unità ed una barretta indicava il cinque. Con questi tre simboli i Maya contavano fino al miliardo.

Il punto di partenza del "Lungo Computo" era rappresentato dalla <nascita> del pianeta Venere ( 4 Ahau 8 Rumhu di migliaia di anni prima). Per calcolare la data usavano il sistema vigesimale o a base 20.

20 Kin (giorni) 1 Uinal (<mese> di 20 giorni)

18 Uinal 1 Tun (<anno> di 360 giorni)

20 Tun 1 Katun (7.200 giorni)

20 Katun 1 Baktun (144.000 giorni)

(Poiché il numero 20 era usato per dividere il tempo, i Maya, erigevano delle colossali stele proprio ogni venti anni).

Le date maya sono iscritte sotto forma di una doppia colonna di geroglifici che si leggono da sinistra a destra e dall'alto in basso. La serie comincia con un glifo introduttivo e termina con dati relativi al ciclo lunare ed a quello dei Nove Signori della Notte che regnava sul periodo in questione e nel mezzo c'è la data. La scoperta del Lungo Computo è stata compiuta dal tedesco Forstemmann attorno l'anno 1882. (Vedi Appendice 4).

All'inizio, le date, anche se decifrate non erano collegabili al nostro calendario. Gli studi dell'americano Goodman portarono ad individuare, nel 1905, questo collegamento. La fine dell'ultimo <ciclo grande> e l'inizio di quello attuale corrispondono alla data del 13 agosto del 3114 a.C. Poiché un ciclo grande dura 13 Baktun, quindi 1.872.000 giorni, la fine dell'era attuale cadrà il 22 dicembre del 2012.

Il cielo al momento della nuova era si presentava con le Pleadi che attraversavano il meridiano poco prima dell'alba. Il sole era preceduto dal pianeta Venere sotto forma della stella del mattino. Praticamente, le Pleadi, svolgevano la stessa funzione della stella Sirio, per gli antichi Egizi, annunciando l'alba, la <nascita> di Venere e l'inizio del nuovo ciclo temporale.

I Maya oltre a tenere il conto del tempo trascorso erano anche esperti astronomi. I loro templi erano disposti in modo tale da poter contrassegnare la levata, lo zenith o il tramonto di stelle e pianeti. Essenziale per l'elaborazione del calendario lunare, l'osservazione dei cicli della luna era una costante presso le popolazioni Maya. I loro calcoli molto precisi riuscirono a stabilire la durata media di un ciclo lunare in 29,530020 giorni. Ciò risulta sorprendente dal momento che in realtà questo ciclo dura 29,530050 giorni. Questo calcolo rese possibile mettere in relazione calendario lunare con quello solare secondo le antiche usanze e necessità maya. Molto presente nei codici e nelle incisioni su pietra, il glifo della luna viene associato a questi elaborati calcoli calendariali. Erano particolarmente interessati, come tra l'altro gli antichi Egizi, alla Costellazione di Orione. Erano principalmente i sacerdoti di Palenque che seguivano con una certa costanza i movimenti di questa costellazione. In generale, però, ciò che interessava di più era il gruppo delle Pleadi, ovvero le Sette Sorelle, che fanno parte della costellazione del Toro e precedono Orione nella levata.. I Maya chiamavano le Pleadi Tzab, che significa tintinnio, scuotimento. Questo richiama chiaramente la funzione del sonaglio di un serpente. Con l'osservazione delle Pleadi i popoli messicani calcolavano con assoluta precisione il momento in cui il gruppo di stelle superavano il meridiano meridionale a mezzanotte. In quel preciso momento iniziava il nuovo anno. Essi celebravano questo evento con la festa del fuoco, chiamata Chicc-Kaban, poiché erano sicuri che Kukulcan in persona discendesse dal cielo e accettasse i loro riti e le loro offerte dando in cambio un altro anno di vita sulla terra.Un altro astro importane era il pianeta Venere, dal momento che si riteneva, che esso, nel suo aspetto di stella del mattino, spingesse in alto il sole dall'oltretomba; riuscivano a prevedere le eclissi utilizzando delle tabelle di riferimento della lunghezza di 11.958 giorni che corrispondono a 46 cicli Tzolkin (11.960 giorni) Questo periodo è pari a 405 mesi lunari ed è così preciso che l'approssimazione era di un giorno ogni 4.500 anni. Di Venere interessava sopra ogni cosa il suo ciclo medio nell'arco di lunghi periodi di tempo. L'anno venusiano può durare da 581 a 587 giorni con una media di 584: era questo numero ed i suoi multipli ad essere particolarmente interessanti per i sacerdoti. Da qui l'origine del super numero 1.366.560, che equivale precisamente al numero di giorni che compone l'era attuale, ed è particolarmente significativo perché collega un'intera serie di cicli.

Infatti equivale a:

5.256 x 260 (ciclo Tzolkin)

3.744 x 365 (ciclo Haab)

2.340 x 584 (ciclo medio di Venere)

1.752 x 780 (ciclo medio di Marte)

72 x 18.980 (secolo azteco)

Questo super numero ricavato dallo studio del Codice di Dresda è molto vicino ad un altro numero significativo "1.366.040" che equivale al numero di giorni relativo al ciclo delle macchie solari, studiato da Cotterel e che si differisce esattamente di 520 giorni, per i Maya due cicli Tzolkin.

In effetti, i Maya, osservavano il pianeta Venere allo scopo di tenere sotto controllo i cicli delle macchie solari poiché dopo 20 cicli era stata prevista l'inversione del campo magnetico, come effettivamente accadde.

 

 

IL RITO DEL NUOVO FUOCO

Il secolo azteco era formato da 104 anni e la metà, 52 anni, era chiamato covone di anni. Gli aztechi credevano che la fine del mondo sarebbe giunta alla fine di uno di questi covoni e si tramandavano profezie ed oracoli secondo i quali i moti celesti sarebbero cessati. Alla fine di ogni covone di anni attendevano le Cabrillas (Pleadi) al centro del cielo a mezzanotte, in corrispondenza della latitudine del Messico. Quando ciò avveniva, essi, accendevano il nuovo fuoco e prima di accenderlo spegnevano tutti i fuochi di tutto il regno azteco. Tutti i sacerdoti, in processione, si recavano sulla sommità della collina presso Ixtapalapa chiamata Uixachtecatl; verso mezzanotte giungevano in cima e quando vedevano che le Pleadi superavano lo zenith comprendevano che non era la fine del mondo ma che sarebbe durato almeno altri 52 anni. A quel punto, con grandi cerimonie, il nuovo fuoco veniva acceso e tutti i presenti urlavano di gioia e piano piano dalle colline tutt'intorno si accendevano i nuovi fuochi ed in poco tempo in tutto il regno si era a conoscenza che la vita sarebbe continuata. Questa notte gli aztechi la chiamavano Toxiuh Molpilli e l'ultima cerimonia fu celebrata l'11 novembre del 1507 prima dell'arrivo degli spagnoli.

A differenza degli Aztechi, i Maya di tutto lo Yucatan celebravano questo rito ogni anno, ma dopo la distruzione della città di Mayapan (vedi nota) sarebbe stata limitata alla sola città di Mani. Il 16° giorno del mese di Xul, che significa <fine, termine>, si riunivano tutti i capi ed i sacerdoti e con loro giungeva molta gente da tutti i villaggi, e tutti arrivavano già preparati alla festa avendo compiuto i loro digiuni e le loro astinenze. Alla sera, tutti in processione, si recavano al tempio di Kukulkan che avevano riccamente addobbato. Una volta giunti al tempio, recitavano le loro preghiere e collocavano 4 o 5 bellissimi stendardi di piume sulla sommità del tempio, mentre nel cortile ciascuno poneva su un letto di foglie i suoi idoli. Acceso un nuovo fuoco cominciavano a bruciare il loro incenso, il copale, ed a offrire cibi e pietanze. I capi ed i sacerdoti rimanevano nel tempio cinque giorni e cinque notti pregando ed eseguendo danze sacre. In quei cinque giorni dei funzionari si recavano di casa in casa raccogliendo doni che portavano al tempio; alla fine dei cinque giorni i doni venivano divisi fra i capi, i sacerdoti ed i danzatori, venivano presi gli stendardi, gli idoli venivano raccolti e tutti ritornavano nelle loro case felici. Il quinto giorno dei festeggiamenti coincideva con il primo giorno del mese successivo Yaxkin che significa <tempo nuovo>.

E' probabile che oltre a Mani, queste celebrazioni avvenissero anche a Chiche Itzà. Il rito poteva compiersi nel tempio in cima alla piramide di Kukulkan che richiama lo schema del dorso del serpente a sonagli che dimostrerebbe la connessione fra il culto maya del serpente a sonagli, Zamna, e le successive religioni associate a Quetzalcoatl/Kukulkan.

Per i Maya le feste del nuovo fuoco erano rievocazioni annuali della distruzione e della nuova creazione del mondo dopo il diluvio (fine della quarta era). Le celebrazioni di questo rito avvenivano anche in altri periodi importanti del Lungo Computo come per esempio all'inizio di un nuovo Katum.

Nota : La città di Mayapan venne fondata dagli Itzà fra il 1263 e il 1283 d.C. Era una città fortificata nella regione centro-occidentale dello Yucatan e divenne la città dominante nella penisola, fino alla sua distruzione, avvenuta intorno al 1441-61 in seguito ad una rivolta dei Maya ridotti in schiavitù.

 

 

Chac-Mool

Il primo Chac-Mool fu scoperto nel 1873 da Augustus le Plongeon a Chichen Itzà. Egli trovò un glifo che tradusse appunto in Chac-Mool (sicuramente errato ma ormai accettato come tale). Scavò nelle vicinanze e trovò una statua di un uomo semidisteso che svolge lo sguardo sul suo lato destro con un piatto poggiato sul ventre. In tutto lo Yucatan sono state trovate molte di queste statue ma non è ancora chiara la loro vera funzione. L'opinione ufficiale è che fossero connesse con la pratica tolteca del sacrificio umano, forse i cuori ancora pulsanti delle vittime venivano posti sul piatto appoggiato sul ventre. Questa ipotesi è plausibile anche se sembra strano che la figura invece di guardare l'offerta svolge lo sguardo altrove. L'ipotesi che fosse una sedia o un trono è da scartare perché sarebbe troppo scomoda da usarsi.

Un'altra ipotesi, e forse la più esatta, è che queste statue fungessero da bruciatori per la cerimonia del nuovo fuoco. Infatti gli Aztechi accendevano il nuovo fuoco sul petto di una vittima sacrificale. Può darsi che queste statue simboleggiavano il dio del fuoco e che fungevano da altare. E' certo che gli Aztechi accendessero il nuovo fuoco subito dopo la mezzanotte, quando le Pleadi attraversavano lo zenith, presumibilmente con pietre focaie o con bastoncini di legno.

Nel rito maya non si è certi che avvenisse così, ma avendo a disposizione cinque giorni il nuovo fuoco poteva essere acceso di giorno utilizzando il sole stesso con delle lenti che loro costruivano con estrema abilità. Il falò poteva trovarsi accanto all'idolo Chac-Mool che "osservava" il rito mentre il piatto poteva essere utilizzato come altare su cui bruciare il copale.

Nel 1924 l'archeologo inglese Thomas Gann durante degli scavi effettuati nella città di Tulum scoprì un sito maya con l'architettura simile agli altri siti posti sulla costa orientale. All'interno di un piccolo tempio trovò un Chac-Mool enorme, alto due metri e mezzo circa. Questa scoperta è molto importante in quanto i Chac-Mool si ritenevano di origine tolteca in quanto furono trovate a Chichen Itzà e in altri siti toltechi nello Yucatan. Essendo il Chac-Mool più grande, gli altri sono tutti a misura d'uomo, è molto probabile che sia quello originale e gli altri delle copie. Poiché è stato scoperto in una città costiera si può supporre che lo sguardo della scultura fosse rivolto verso il mare, e questo fa pensare alle origini dei Maya, una civiltà introdotta nello Yucatan da popoli provenienti da oltre oceano.

Ma chi ha dato l'idea di costruire piramidi se non egiziani e/o popoli che avevano ammirato tali costruzioni? Le piramidi del Sole e della Luna a Teotihuacan possono essere paragonate alle piramidi di Giza. Gli Aztechi chiamavano la strada principale la Via dei Morti e definivano la città una necropoli. Questi concetti sono tipicamente egiziani. Le piramidi di Giza erano disposte in modo da rappresentare la Costellazione di Orione e precisamente la sua cintura. In più concepivano la Via Lattea come una controparte celeste del Nilo. Erano convinti che l'inondazione annuale fosse controllata dagli dei ed in particolare da Osiride e Iside. La piena avveniva a metà dell'estate e avveniva quando Sirio appariva, dopo il periodo annuale in cui risultava invisibile. Questa apparizione era annunciata dalla levata precoce di Orione ed è per questo motivo che questa costellazione era molto importante per loro, anche perché credevano che l'aldilà era situato proprio nella costellazione stessa. Tutte le sepolture avvenivano sulla riva occidentale del Nilo. La salma veniva trasportata attraverso il fiume e questo rito rappresentava la traversata dell'anima della Via Lattea per raggiungere il Paradiso. Quindi la Via Lattea era il fiume dei morti ed attraversarlo significava il raggiungimento dell'aldilà. Per il Faraone i riti erano più complessi perché si riteneva che la sua anima sarebbe diventata una stella fra le stelle di Orione.

Molte tribù nordamericane credono che la Via Lattea sia un sentiero nel cielo che i morti devono percorrere per raggiungere la dimora celeste, delimitata da due "Porte Stellari". Una si trova fra le costellazioni dei Gemelli e del Toro, vicino ad Orione, l'altra fra la costellazione dello Scorpione e del Sagittario. Anche gli antichi romani ritenevano che la Via Lattea avesse due porte. Una serviva all'anima ad ascendere al cielo e l'altra per rinascere. Nei miti amerindi del Nicaragua e dell'Honduras vi è lo "Scorpione Madre" rappresentata dalla "Stella Spirito" (Antares – nella costellazione dello Scorpione) che segna la porta del Paradiso. Anche i Maya avevano una dea Scorpione, come gli egiziani ed i babilonesi.

Tutti questi collegamenti e paralleli fra le cosmologie dell'Antico e del Nuovo Mondo fanno pensare ad una origine comune, oppure che i Maya le avessero apprese direttamente o indirettamente dagli egiziani. I Maya concepivano la Via Lattea come un coccodrillo con la teste rivolta verso il basso ed il corpo allungato in cielo oppure come un gigantesco albero che sosteneva il cielo. Anche loro ritenevano che il regno celeste si trovava nella Via Lattea. Per i Maya le Pleadi, oltre ad associarle al culto del serpente a sonagli, indicavano la porta dei cieli per l'aldilà ed esse si trovano esattamente tra le costellazioni del Toro ed Orione.

Palenque, insieme ai centri cerimoniali di Copan, Tikal e Calakmul, fu considerata dagli antichi Maya come uno dei quattro angoli dell'universo.

 

Potete tornare all'indice degli Spunti di riflessione: terra Indice terra

oppure

tornare all'indice generale degli Spunti di riflessione Indice

 
Copyright © 2004 Inti Wasi ........... http://web.tiscali.it/inti.wasi