CHIEDIAMO
LA PROTEZIONE INTERNAZIONALE PER IL POPOLO PALESTINESE
1 Maggio 2001
Nella lettera :
Racconti da Gaza
Elezioni italiane
Conversazione con Eyad El Sarraj
Noticina su Franceschini de la Repubblica
Nella notte tra il 24 e il 25 aprile a Rafah nella Striscia di Gaza altri
quattro palestinesi membri di al-Fatah sono caduti sotto gli attacchi
terroristici dello Stato di Israele e delle sue forze di occupazione.
Secondo fonti locali era in corso una riunione in una sede del partito molto
vicina al confine con l'Egitto, quando e' scoppiato un ordigno all'interno
della stessa sede. L'ordigno era stato azionato a distanza. I quattro sono
morti nella notte. Saeb Erekat, negoziatore dell'ANP ha riaccusato oggi
formalmente Israele di aver ordito una fitta rete di attentati omicidi ai
danni della dirigenza dell'ANP, invocando al contempo l'invio di un
contingente di osservatori internazionali. Ma tali accuse e tali inviti
cadono nel vuoto, la comunita' internazionale e le forze politiche che la
governano hanno tappi potenti nelle orecchie.
Intanto questa mattina, 26 aprile, un altro dirigente locale di al-Fatah, e'
stato ferito assieme al suo assistente in un altro atentato terroristico
israeliano a Hebron in Cisgiordania. I cecchini israeliani gli hanno
sparato mentre si trovava al centro della citta'. La notizie e' stata
trasmessa da Radio Palestina, la cui sede a Hebron e' stata raggiunta da
proiettili.
Sempre a Gaza e' stata appena riaperta l'unica strada che collega il nord al
sud della Striscia, chiusa durante la scorsa settimana dall'esercito
israeliano che aveva rioccupato per tre chilometri in zona palestinese, a
Beit Hanoun, a nord di Gaza. E' la strada che costeggia il mare. Le ruspe
israeliane la avevano tagliata di netto in quattro punti ben visibili, tra
lo sbocco di Netzarim e Deir al-Balah, obbligando la gente a gimkane nella
sabbia, costeggiando i campi coltivati e insabbiando le macchine.
In Italia il 13 maggio si vota. Qualcuno di noi ci sara' , altri no. Non abbiamo
intenzione di entrare nel dibattito elettorale, pero' visto che siamo in Palestina,
lavorando e sostenendo la popolazione palestinese attraverso la cooperazione non
governativa, eravamo curiosi di vedere i programmi di politica estera, sulla cooperazione
e sul
Medio oriente in particolare , dei vari schieramenti e partiti. Siamo quindi andati a
curiosare nei siti web dedicati. Casa della Liberta' (che comprende destra e
centro-destra), Ulivo(per centro sinistra), Rifondazione Comunista (per sinistra). Ci
sembra di aver ottemperato alla par condicio ! Risultati :
1)Casa della Liberta' :
Politica
estera assente- Medio Oriente assente- Cooperazione assente .
2) Ulivo :
Politica estera
assente - Medio oriente assente (Nota: per precisione diciamo che abbiamo trovato un
riferimento di tre righe nel discorso di Rutelli alla presentazione del programma)-
cooperazione assente-
3) Rifondazione Comunista :
Politica estera presente con 1 capitolo
con 6 paragrafi - Medio oriente presente con riferimento alla Palestina in 1 paragrafo-
Cooperazione presente in 1 paragrafo.
Questi i riscontri nudi e crudi senza voler aprire
una riflessione di merito ma solo per verificare l'attenzione o meno a quelle tre
questioni. Pronti a correggerci se qualcosa ci fosse sfuggito.
Gaza, Centro di salute mentale del Dottor Eyad El Sarraj. Eyad mi viene incontro
sfoderando un largo sorriso. Sono molti mesi che non ci incontriamo. Ma non e' il sorriso
che ricordavo, sembra forzato, e lui appare con piu' rughe e affaticato. "Tutti i giorni ,
mi dice, vado a fare un giro lungo il mare, serve per ricaricare le batterie e guardare
l'orizzonte." Non lo dice ma si intuisce, un "orizzonte" oltre la gabbia di Gaza. Eyad
el-Sarraj e' un apprezzato psichiatra e direttore del Gaza Community Mental Health
Program, un centro che da anni svolge un'attivita' insostituibile nella striscia di Gaza,
nel settore del recupero e dell'assistenza psichiatra e psicologica. Ha due figli e una
moglie che vivono a Londra. Lui ha anche il passaporto inglese. Forse il prossimo mese i
figli verranno a trovarlo anche se " la madre ha paura" mi confessa. " Le condizioni nella
Striscia sono drammatiche" -mi dice- "Abbiamo dovuto costituire una specifica unita' di
crisi che tutti i giorni lavora nelle zone dove piu' alta e' la pressione psicologica
dovuta agli attacchi israeliani. La situazione e' veramente terribile. Ci sono casi di
ragazzi che a 13 - 14 anni sono regrediti, hanno incubi notturni, bagnano il letto. La
gente e' ansiosa , depressa, sfiduciata, molti dicono "meglio la morte che continuare
cosi' " e anche noi siamo spesso in difficolta' nell'aiutarli." Cioe' ? " Io per primo
sento addosso il peso della situazione... Sai cosa vuol dire sentire i cannoni di notte,
alzarsi, affacciarsi alla finestra e dal mare vedersi venire contro quei proiettili
fiammeggianti, aspettando che si schiantino contro di te, per poi vederli passare sopra la
tua testa ? Sapendo a quel punto che per qualcun altro e' giunto il momento finale. E'
stressante...." E poi ? - " E poi ogni giorno funerali, feriti, case distrutte, attivita'
bloccate. Impossibile continuare cosi'. Israele vuole mandarci via, e noi dobbiamo trovare
un nuovo modo di difesa " Vuoi dire che l'Intifada non ha sbocco ? " Non c'e' soluzione
possibile con le armi. Anche se abbiamo tutte le ragioni per rivendicare i nostri diritti.
Guarda i mass-media. Gli israeliani appaiono come quelli che vogliono la pace e i
palestinesi sono i violenti. I governi chiedono a noi di cessare la violenza quando e'
Israele l'occupante ed e' lui ad avere i carri armati. E' necessario un forte movimento di
massa non violento, di palestinesi e israeliani, che sconfigga la politica di Sharon. Ma
non e' facile. La cultura della vendetta e dello scontro e' radicata negli animi, la non
violenza e' qualcosa di estraneo. C'e' molto da lavorare.." - Ma vi sono prospettive ? "
La societa' palestinese e soprattutto i vecchi dirigenti sono troppi lenti ad assumere
decisioni. Occorrerebbe una campagna di manifestazioni della societa' civile piu'
puntuale, innanzitutto per costruire la democrazia tra i palestinesi." Sarraj ci tiene a
raccontare come la situazione sia confusa. La gente non sa cosa stia succedendo, con
proclami mattutini a continuare l'Intifada con le armi e dichiarazioni serali che dicono
il contrario. Tutti pensano che vi siano incontri segreti ma nessuno sa su cosa, come
nessuno sa cosa voglia Arafat e forse neanche lui stesso, ormai "un vecchio dinosauro". E
in questa situazione " Hamas sta guadagnando terreno - mi dice - la popolarita' di Arafat
e' ai minimi. Un altro rischio e' che domani, con Hamas in Palestina e lo Shas e altri
movimenti religiosi in Israele, potremmo assistere ad una guerra di religione e non piu'
ad un conflitto politico.." - Cosa possono fare le forze internazionali ? " Per quanto mi
riguarda ho appena scritto una lettera ai capi dei governi d'Europa, anche a quello
italiano, in cui chiedo se sia possibile che l'Europa stia ferma e guardare cosa sta
accadendo o come sia possibile che ci si astenga sull'invio di una forza di protezione
internazionale per i palestinesi che li difenda dalla brutale politica di occupazione
messa in atto da Israele. Brutalita' che potrebbe portare ad un massacro o anche ad nuovo
esodo che coinvolgerebbe anche i paesi europei ". Siamo al congedo, ricordo di aver in
borsa un piccolo regalo da parte degli amici milanesi,un suo articolo apparso sul
Manifesto(tradotto da Guerre &Pace e dal comitato milanese di Salaam Ragazzi dell'Olivo) e
il caffe' italiano che gradisce
molto. " Mi piacerebbe tornare in Italia, mi piace il paese, ma soprattutto per spiegare e
raccontare direttamente cosa succede qui e cosa e' possibile fare. Non ci sono conferenze
? Verrei volentieri. Salutami gli amici italiani e in particolare i milanesi" poi aggiunge
qualcosa su un accappatoio, ma ho avuto l'impressione che fosse un messaggio in codice.
(di Lino Zambrano)
Abbiamo letto che Franceschini su la Repubblica ha dato notizia con grande enfasi dello
scioglimento di Al Fatah da parte di Arafat. Ci sembra il solito pezzo di colore del
solito Franceschini
seduto al bar di Tel Aviv !! Scambiare i "comitati di resistenza popolare" con Al Fatah o
e' superficialita' o malafede ! Propendiamo per la superficialita' perche' oggi corregge
il tiro e dice che Arafat si riferiva ai comitati di resistenza popolare . Comunque il
vero comunicato dei "comitati" sottolinea che hanno saputo dagli organi di stampa di
questo "ordine" della Autorita' palestinese di fermare i
colpi di mortaio e che chiaramente loro continueranno sempre la lotta anche se la PNA "si
vergogna di loro".
E di fronte al terrorismo dello stato di Israele che dovrebbero fare ?
Una casa e' saltata in aria ieri a Ramallah, uccidendo due bambini, dopo che altre bombe
sono scoppiate a Gaza. Anche in questo caso tutti qui parlano di bombe israeliane.
Franceschini invece molto soffusamente dice solo che l'Autorita' palestinese accusa
Israele. In questo caso il tipo di fonte non gli fa gridare al terrore, cosa che ha sempre
fatto quando le veline sono state israeliane. E pensare che i sionisti sostengono che la
Repubblica sia filo-israeliana. Come va il mondo !!!!
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